Pubblicate circolari shock che discriminano e penalizzano il personale precario e non abilitato di terza fascia in servizio presso gli enti paritari.
Data: Sabato, 14 maggio 2011 ore 19:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


L'adida e il direttivo esprimono shock e amarezza nell'apprendere che a Torino con delibera comunale, sulla base della legge Brunetta*, si tagliano fuori i precari della scuola municipale con più di 36 mesi di servizio per evitare i ricorsi per la stabilizzazione come previsto dalla direttiva comunitaria (1999/70/CE). Il fine essenziale della direttiva comunitaria è di prevenire gli abusi derivanti dalla successione di contratti a termine considerando che i contratti di lavoro a tempo indeterminato rappresentano la forma comune dei rapporti di lavoro e contribuiscono alla qualità della vita dei lavoratori interessati e a migliorare il rendimento.   
 Il beneficio della stabilità dell’impiego è inteso come un elemento portante della tutela dei lavoratori. A tale proposito, facciamo comunque sapere che il Sindacato CUB ha manifestato l'intenzione di intraprendere un ricorso a favore dei docenti torinesi che dovessero sentirsi danneggiati e/o minacciati dall'emanazione di tale atto.
Nel contempo un'altra notizia shockante arriva sempre dal fronte delle scuole paritarie. A seguito della sottoscrizione del CCNL AGIDAE, la Commissione Paritetica Nazionale composta da Associazione Gestori Istituti Dipendenti dall'Autorità Ecclesiastica (AGIDAE), FLC.CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS Conf-Sal e SINASCA hanno firmato un accordo per stipulare ulteriori contratti a termine non eccedenti comunque il limite dei 24 mesi aggiuntivi, per un tetto complessivo di 60 mesi (36+24) al personale docente non abilitato (Scaricabile a questa pagina), concedendo quindi uno sfruttamento del lavoro precario di ulteriori due anni. Ricordando che la Direttiva Europea 36/05 e i decreti attuativi italiani fanno divieto della stipula di contratti a tempo determinato qual'ora il posto sia disponibile a tempo indeterminato e sottolineando l'inutilità di tali misure, in quanto il reato di sfruttamento del lavoro precario verrebbe comunque a configurarsi qualora un precario non abilitato venisse assunto a tempo determinato senza che vengano specificate le cause oggettive dell'apposizione del termine sul contratto di lavoro, si vuole far sapere che l'associazione sta valutando eventuali iniziative da intraprendere in proposito. Adida non accetta un'elemosina di due anni in più di lavoro, che aumenterebbe semplicemente la capacità del datore di sfruttare i precari non abilitati e la disperazione di chi si troverebbe licenziato dopo cinque anni di precariato anziché tre, ma richiede la stabilizzazione secondo la direttiva comunitaria del personale in servizio! Si ricorda che se un lavoratore è stato idoneo per tre anni, lo è anche per una assunzione a tempo indeterminato. Chiediamo ai sindacati di vergognarsi di tale atto e di adoperarsi affinché vengano pienamente riconosciuti e rispettati i diritti dei precari di III fascia.
Direttivo Adida   (da Adida)

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