Roma: scuole, a settembre campagna anti-pidocchi e non solo nelle classi a maggioranza rom
Data: Venerdì, 13 maggio 2011 ore 08:10:54 CEST
Argomento: Rassegna stampa


"Contrariamente a quanto sostenuto dal Movimento per l’Italia di Daniela Santanché, nella persona del coordinatore romano Riccardo Corsetto, i pidocchi non sono presenti solo nella scuola di via Baccano, nel XX Municipio, ma assai frequentemente vengono rilevati anche negli istituti romani dei vari municipi, frequentate o meno da nomadi. Eventuali misure di profilassi devono quindi coinvolgere tutti, bambini e genitori delle scuole, indipendentemente dalle diverse etnie". È quanto dichiara il prof. Fernando Aiuti, presidente della Commissione Politiche sanitarie di Roma Capitale.        
 "I pidocchi colpiscono nei cosiddetti quartieri bene di Roma – spiega il prof. Aiuti - come delle periferie. Non ha senso quindi raccomandare capelli corti o norme igieniche particolari solo ai bambini rom. Tra le raccomandazioni errate, prescritte nella nota Mpi indirizzata alla scuola in oggetto, c’è poi l’utilizzo di shampoo medici che è stato appurato essere colpevoli dell’aumentata resistenza del parassita ai prodotti sinora ritenuti efficaci contro la pediculosi".
"Considerate le notizie poco scientifiche che circolano e i metodi non validati che vengono oggi proposti – continua Aiuti - la Commissione Politiche Sanitarie insieme a quella Politiche Scolastiche avvierà a settembre una campagna di corretta informazione, diretta al personale scolastico e alle famiglie, sui provvedimenti che devono essere adottati da tutti per la terapia e prevenzione dei pidocchi".
"La pediculosi nelle scuole non è solo un fenomeno legato al nomadismo - precisa il prof. Aiuti - ma è diffuso in ogni scuola e in ogni regione italiana, a Milano come a Torino o Bari, colpendo ogni fascia di età ed etnie diverse. È presente all’estero: in Europa, Asia ed è ancora più estesa negli Stati Uniti ove è stato calcolato che si perdono ogni anno 40 milioni di giorni di scuola solo per la pediculosi. È indispensabile quindi dare informazioni corrette e scientifiche quando si tratta di problemi di salute – conclude il prof. Aiuti - e non utilizzare un problema, come quello dei pidocchi, come elemento di discriminazione e di eventuale emarginazione".
"Su altri aspetti di malattie infettive trasmissibili invece e potenzialmente pericolose, come quelle esantematiche e la tubercolosi, è giusto avere una particolare attenzione specie nei campi rom ove ancora oggi molti bambini non sono vaccinati. Roma Capitale e Regione Lazio – informa il presidente della Commissione Politiche sanitarie - da due anni stanno facendo programmi di prevenzione e diagnosi precoce di queste malattie e hanno avviato programmi di vaccinazioni obbligatorie, oltre alla profilassi nei campi rom, cosa che fino al 2008 non era mai stata effettuata in modo sistemico". (AGENPARL)

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