Ricorsi e risarcimenti cancellati. Il governo interviene sulle cause dei precari e la validità delle graduatorie. Alle supplenze non si applicano i tre anni di durata massima
Data: Martedì, 10 maggio 2011 ore 09:13:59 CEST
Argomento: Rassegna stampa


I ricorsi per la stabilizzazione e la ricostruzione di carriera ai precari saltano per legge. E le graduatorie a esaurimento diventano triennali e senza code. Chi lo vorrà, però, potrà trasferirsi in altra provincia, uscendo dalle graduatorie di attuale inclusione ed entrando a pettine in quelle della nuova provincia.            Sono queste alcune delle novità più importanti contenute nel decreto legge sullo sviluppo, approvato dal consiglio dei ministri il 5 maggio scorso.
No alla stabilizzazione
Il dispositivo prevede espressamente che i contratti a tempo determinato dei docenti e del personale Ata ( amministrativi, tecnici e ausiliari) non possano essere trasformati in contratti a tempo indeterminato. Il divieto è stato introdotto tramite una norma di interpretazione autentica dell'art. comma 14-bis dell'articolo 4, della legge 3 maggio 1999, n. 124, motivata dal fatto che i contratti a termine sono «necessari per garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo». Il divieto di conversione peraltro, è ormai consolidato anche in sede giurisprudenziale, con la sola eccezione del Tribunale di Siena che si è pronunciato in senso favorevole alla stabilizzazione. Ma la sentenza è stata sospesa dalla Corte d'appello di Firenze.
Niente ricostruzione
La stessa norma di interpretazione autentica preclude anche la possibilità della ricostruzione di carriera ai precari, «da corrispondersi solo dopo l'immissione in ruolo». Questa tesi, invece, è in rotta di collisione con il prevalente orientamento della giurisprudenza di merito, incline a ritenere che le differenze stipendiali tra personale precario e di ruolo ( la ricostruzione di carriera) debbano essere corrisposte sotto forma di risarcimento. Alcuni giudici ritengono che il risarcimento serva a rimediare alla reiterazione ingiusta di contratti a termine, altri, invece, per pareggiare il conto con i lavoratori di ruolo. Ma per evitare che i giudici continuino a condannare l'amministrazione, il governo ha disposto la disapplicazione del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368. E cioè del provvedimento che, all'articolo 4, vieta la reiterazione dei contratti a termine oltre il terzo anno. In ciò determinando la cessazione del presupposto giuridico al quale i giudici ancoravano le pronunce di condanna nei confronti dell'amministrazione.
Graduatorie triennali
Le graduatorie a esaurimento saranno aggiornate con cadenza triennale, contro i due anni attuali. In occasione delle tornate di aggiornamento, compresa quella di quest'anno, gli interessati potranno scegliere di trasferirsi da una provincia ad un'altra. Ciò comporterà il depennamento dalle graduatorie di attuale appartenenza e l'inserimento a pettine nelle graduatorie della nuova provincia prescelta. L'inserimento a pettine comporterà l'inclusione a pieno titolo. Dal prossimo anno, dunque, le code saranno definitivamente cancellate. Le nuove disposizioni non sciolgono, però, il nodo dell'inserimento a pettine nelle attuali quattro province che è stato disposto dal commissario ad acta per effetto di alcune pronunce cautelari emesse dal Tar Lazio. Ciò è dovuto probabilmente al fatto che il Tar Lazio è in procinto di pronunciarsi nel merito e, con ogni probabilità, si conformerà all'orientamento delle Sezioni unite che negano la giurisdizione del Tar in questa materia. In ciò determinando la decadenza dei provvedimenti già assunti in sede cautelare, compresi gli inserimenti a pettine disposti dal commissario ad acta.
Esodo in massa, senza ritorno
La riapertura delle graduatorie, con annessa reintegrazione del diritto a trasferirsi a pettine da una provincia all'altra, determinerà, con ogni probabilità, un esodo di massa dei docenti del Sud verso il Nord. Ma chi partirà dovrà rassegnarsi a rimanere. Le graduatorie, infatti, rimarranno bloccate per tre anni e chi sarà assunto a tempo indeterminato dovrà rimanere al Nord per 5 anni, perché il governo ha bloccato anche la mobilità, comprese assegnazioni e utilizzazioni.
Non è detto però che le novità sulle graduatorie siano rese note già nel decreto sull'aggiornamento, visto che il dl Sviluppo, al momento, non risulta ancora essere stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (andrà probabilmente il 12 maggio). Non essendo dunque un testo ancora ufficiale, il dm, se firmato in queste ore, potrebbe ancora prevedere l'indicazione della validità biennale. Salvo successiva integrazione. (da ItaliaOggi di Antimo Di Geronimo)

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