Scuole e imprese aprono nuove strade ai periti elettronici
Data: Lunedì, 09 maggio 2011 ore 18:30:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Una crescita costante che anche negli anni della crisi ha visto un aumento dei posti di lavoro di oltre il 20%, mentre l'occupazione registrava una generale frenata. Il settore dell'elettronica cerca professionisti: 5.200 le assunzioni nel 2010, soprattutto per operai specializzati come assemblatori e cablatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche, 2.100 quelle previste solo nel primo trimestre 2011. È quanto emerge dagli ultimi dati del sistema informativo Excelsior di Unioncamere che, però, registrano anche una certa difficoltà da parte delle imprese a trovare professionisti adeguati alle proprie esigenze.                
 Al mercato del lavoro servono sia specializzati di alto livello, con laurea in ingegneria, sia diplomati, ma quasi la metà delle aziende incontra difficoltà nel reperire tecnici elettrotecnici ed elettronici. «Abbiamo abbastanza difficoltà perché spesso i giovani hanno poca pratica e passione - spiega Maria Teresa Orlando, responsabile risorse umane di Endress Hauser Italia Spa -: la nostra società di occupa di vendita e assistenza tecnica degli strumenti per la misurazione dei processi industriali e cerchiamo soprattutto laureati in elettronica e automazione o periti elettronici, impiegati soprattutto per l'assistenza».
Se per i laureati le difficoltà sono legate a un percorso di studi eccessivamente accademico, per chi esce dalle scuole superiori incidono anche altri fattori: «Molti ragazzi dopo un periodo in azienda decidono di iscriversi all'università - sottolinea Orlando -, ma anche per chi resta uno dei problemi maggiori è dato dall'incapacità di lavorare in gruppo».
Per cercare di colmare il gap tra scuola e impresa Assolombarda ha avviato un progetto che coinvolge aziende e istituti tecnici del territorio (l'iniziativa verrà presentata oggi pomeriggio a Milano). «Il livello di preparazione degli studenti è generalmente buono, ma spesso la formazione necessita di un'integrazione di competenze che la scuola non fornisce - spiega Paolo Coletti, responsabile dipartimento plant engineering di Techint E&C -: lo strumento di Assolombarda ha un'utilità concreta grazie all'incontro con gli istituti per la definizione delle conoscenze necessarie». Un confronto sulla didattica che diventa anche un'opportunità di toccare con mano quello che è il lavoro in azienda: «Per gli studenti del quarto anno è prevista la permanenza presso le nostre strutture dove, affiancati da un tutor, sono inseriti nei nostri gruppi di lavoro».
Una collaborazione ritenuta importante anche dalle scuole: «Cerchiamo di andare incontro alle richieste del mercato, ma sempre mettendo in campo profili di carattere generale - spiega Enrico Castoldi, dirigente del l'Istituto Breda di Sesto San Giovanni (Milano) - per permettere ai ragazzi di applicare le loro conoscenze in qualsiasi realtà produttiva: organizziamo attività di gruppo, per esempio, per sviluppare quelle capacità di team working richieste dalle imprese». Dopo anni in cui le grandi aziende hanno delocalizzato e la scuola ha perso il contatto diretto con le imprese è stato necessario un confronto: «Negli ultimi anni abbiamo adattato i nostri programmi in funzione di alcuni segnali provenienti dal mercato, puntando sulla sperimentazione energetica, i pannelli fotovoltaici e l'automazione - osserva Renato Boldrini, docente dell'istituto Alessandrini di Vittuone (Milano) -: è però utile la collaborazione con le aziende che possono suggerire gli argomenti specifici da affrontare sui banchi».  (di Eleonora Della Ratta da Il Sole 24 ORE)







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