10 maggio ore 19.30 presso la Basilica Collegiata di Catania: Veglia ''Giovani e Lavoro''
Data: Lunedì, 09 maggio 2011 ore 18:22:31 CEST
Argomento: Comunicati


Letture, riflessioni, testimonianze: tutto nel nome di Giovanni Paolo II, il "Papa operaio" beatificato l’1 maggio. E' la linea sulla quale si svilupperà domani, martedì 10 maggio, la veglia di preghiera “Giovani e lavoro” che si terrà dalle 19.30 alla basilica della Collegiata (via Etnea).

La manifestazione è organizzata dalle segreterie nazionali di Cisl, Acli ed Mcl (Movimento cristiano lavoratori), a pochi giorni dalla beatificazione di Papa Wojtyła e nel trentennale dalla promulgazione della sua prima Enciclica sul lavoro "Laborem Exercens".

Oggi il programma della manifestazione è stato presentato alla stampa da Alfio Giulio, segretario generale della Cisl etnea, Franco Luca, presidente provinciale Acli, Raffaele Di Stefano, presidente provinciale Mcl e don Piero Sapienza, responsabile dell’Ufficio di Pastorale sociale e lavoro dell’Arcidiocesi di Catania. All’iniziativa hanno dato l’adesione quasi 40 associazioni laiche e cristiane del territorio etneo.

La veglia mette insieme una rete di associazioni laiche, il sindacato e le imprese nel territorio ognuno con il proprio impegno e le proprie peculiarità, in sinergia con la Chiesa catanese con tutte le realtà ecclesiali, sempre molto attenta ai problemi sociali e sempre al fronte, vicino ai problemi e alle difficoltà delle persone. Sarà un'occasione per riflettere sulle difficoltà del territorio, per ridare senso a valori forti di solidarietà, sussidiarietà, legalità e per rafforzare la cultura della speranza, valorizzare i talenti, con le parole per i giovani di Papa Giovanni Paolo II: “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.

«In Sicilia – ha detto Giulio – la condizione giovanile soffre un elevato tasso di disoccupazione e inattività, quest'ultimo vicino al 77 per cento. A Catania, il 50 per cento non ha un lavoro, il 36 per cento non lo cerca, non studia e non è impegnato nella formazione. Sono i giovani "neet". Qui, il lavoro si continua a perdere per gli effetti della crisi e per l'assenza di serie politiche di sviluppo, cresce il fenomeno della delocalizzazione verso altri Paesi e territori che offrono maggiori opportunità e costi del lavoro più bassi. Qui cresce il livello di povertà delle famiglie e degli anziani, cresce la presenza dei migranti con sempre maggiori molteplici difficoltà. Gli giovani scoraggiati hanno bisogno di rimettersi assieme per ritrovare la speranza e diventare protagonisti nella costruzione del loro futuro».

«La rete così rappresentata – conclude Giulio – intende mantenere insieme percorsi e attività che rimettono al centro il ruolo e la dignità della persona, e favoriscono la partecipazione di numerosi giovani, uomini e donne alla vita sociale del nostro territorio, per essere pragmatici e propositivi e prevenire attraverso la conoscenza e il coinvolgimento inutili fenomeni di contestazioni sterili che non mettono al centro il dialogo e proposte reali e praticabili».

 

ALLEGATO:

 

MESSAGGIO DI S. E. MONS. SALVATORE GRISTINA, ARCIVESCOVO DI CATANIA

PER LA VEGLIA DI PREGHIERA: GIOVANI E LAVORO

Con la recente beatificazione di Giovanni Paolo II sono stati messi in evidenza i molteplici aspetti del ministero apostolico di questo grande Papa. Tra questi, vorrei sottolineare le problematiche connesse con il mondo del lavoro e quelle legate all’universo giovanile, dato che nel nostro territorio si presentano con una particolare urgenza e gravità. Sono note, infatti, le statistiche di questi ultimi mesi che registrano un livello di disoccupazione tale da poter essere definita da vero allarme sociale. E d’altronde, basta scorrere le cronache dei quotidiani locali che ci danno notizie, purtroppo sempre più frequenti, di aziende che chiudono e licenziano i loro lavoratori, lasciando sul lastrico tante famiglie. A nessuno sfugge che la crisi occupazionale ha pesanti ricadute su tutta la comunità, specialmente sui giovani, tra i quali uno su due è disoccupato. E infatti, il problema del lavoro, soprattutto giovanile, è attraversato da una “zona grigia” che si dibatte tra il non lavoro, il “lavoro nero” e quello precario. Tutto ciò causa delusione e frustrazione, mortifica le  speranze per il futuro e le legittime attese dei giovani, i quali, senza un lavoro, non possono formarsi una famiglia. Il beato Giovanni Paolo II, a tal proposito, affermava che “giustizia e solidarietà esigono che venga affrontato il grave problema di chi è in cerca del primo lavoro o di chi è disoccupato”. Ma il beato Giovanni Paolo II, nei giorni scorsi, è stato spesso ricordato come uomo di profonda preghiera. Sollecitati, pertanto, da questi tre elementi: giovani, lavoro e preghiera, la CISL, le ACLI e il MCL, hanno lanciato per tutto il Paese l’iniziativa di una veglia di preghiera, alla quale hanno aderito numerose altre associazioni cattoliche e movimenti ecclesiali, che, nella nostra Chiesa di Catania, sono stati coordinati dall’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro.

È importante convocare i giovani a pregare per il lavoro, perché i loro sforzi per cercare le soluzioni per i loro progetti di vita si devono radicare in Cristo. Sappiamo che la crisi del mondo del lavoro, nel nostro territorio, è acuita anche a causa della mafia, che inquina tutto il tessuto economico. Per questo, desidero che facciamo nostre, ancora oggi, le parole che Giovanni Paolo II pronunciò nella sua visita a Catania, nel novembre del 1994: «Se la linfa di Cristo scorre in noi, subito cominciano a maturare certi frutti buoni ben riconoscibili (…..), allora la corruzione è vinta, la violenza è vinta, la mafia è vinta” e ovunque “si realizza la civiltà dell’amore.

I vescovi italiani abbiamo riconosciuto che le nuove generazioni possono percorrere cammini di speranza perchè “perché meno disilluse, più coraggiose nel contrastare la criminalità e l’ingiustizia diffusa, più aperte a un futuro diverso». I giovani, infatti, “non vogliono più sentirsi vittime della rassegnazione, della violenza e dello sfruttamento. Per questo sono scesi in piazza per gridare che il Mezzogiorno non è tutto mafia o un luogo senza speranza. I loro sono volti nuovi di uomini e donne che si espongono in prima persona, lavorano con rinnovata forza morale al riscatto della propria terra, lottano per vincere l’amarezza dell’emigrazione, per debellare il degrado di tanti quartieri delle periferie cittadine e sconfiggere la sfiducia che induce a rinviare nel tempo la formazione di una nuova famiglia. Sono volti non rassegnati, ma coraggiosi e forti, determinati a resistere e ad andare avanti” (CEI, Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno, 11).

In tale contesto, mi piace ricordare che Giovanni Paolo II, nella nostra città, esortò tutti, e in modo particolare, i giovani, all’impegno e alla responsabilità: «Nel presente momento storico, non ci può essere posto per la pusillanimità o l’inerzia (….). Alcuni forse hanno pensato di lasciare questo territorio (….) e si sono diretti altrove, in cerca di lavoro e di serenità. Può una comunità come quella di Catania sopportare ancora una tale immagine gravosa ed avvilente? (….) A tutti dico: state in piedi, concittadini della martire Agata, sappiate vincere il male con il bene! Colui che ha sconfitto il peccato e la morte è con voi!».

Rivolgo un pressante appello alle istituzioni politiche, alle amministrazioni comunale, provinciale e regionale, alle forze imprenditoriali, al mondo della cooperazione e alle organizzazioni sindacali, perché in vista del bene comune uniscano gli sforzi per superare la crisi occupazionale.

La nostra comunità diocesana, nella veglia di preghiera del 10 maggio, invocherà l’intercessione del beato Giovanni Paolo II, che da giovane lavorò, prima in una cava di pietra e poi in un fabbrica chimica, condividendo fatica, ansie e gioie con i compagni di lavoro, affinché il Padre, datore di ogni bene, al quale chiediamo di “darci ogni giorno il nostro pane quotidiano”, ci apra la strada per uscire dalla grave emergenza occupazionale, specie giovanile.

 

+SALVATORE GRISTINA

ARCIVESCOVO

 







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