67 mila assunzioni a scuola
Data: Lunedì, 09 maggio 2011 ore 07:24:32 CEST Argomento: Rassegna stampa
Se per un verso la
Cisl sottolinea con sicurezza che le 67mila assunzioni (30mila docenti
e 37mila Ata) avverranno a partire dal nuovo anno scolastico e in un
sol colpo, le opposizioni assicurano che saranno invece spalmate
in tre anni; se ancora Scrima, della Cisl-scuola, dichiara che tutto il
merito è dovuto ai sindacati concertativi, Pantaleo, della
Flc-Cgil, tuona che ciò è dovuto alle lotte del suo sindacato che fra
l'altro ha chiesto 100mila assunzioni quanti sono i posti
effettivamente liberi. In attesa di capire meglio quanto sarà il totale
del contingente e quando sarà arruolato, e sperando pure che la
diaspora sindacale si componga, benchè a ben guardare le 67mila
assunzioni dovrebbero partire tutte proprio da quest'anno, dal 31
agosto, lo schema di Decreto legge (semestre europeo) recante prime
disposizioni urgenti per l’economia, nelle parti attinenti la scuola, e
varato dal Consiglio dei ministri il 5 maggio, cerca soprattutto di
porre rimedio ai ricorsi che molti precari hanno imbastito contro il
Miur per avere riconosciuto il ruolo dopo tre anni di servizio sulla
stessa cattedra non coperta da nessuno.
Il resto del decreto prolunga inoltre la durata di validità delle
graduatorie, da due a tre anni, e impone ai professori che passeranno
di ruolo a rimanere nella stessa provincia per 5 anni: per assicurare
la continuità didattica, si dice, ma in effetti è per dare il solito
contentino alla Lega che vorrebbe intromissioni limitate al di sopra
del Po dove i vuoti di organico sono molti. In ogni caso il decreto,
proprio perchè, a parere degli esperti, nasce da un momento politico
particolare, considerati i tagli pesantissimi alle cattedre
(soprattutto elementari e superiori) con gli accorpamenti di molti
istituti, e la latente crisi nelle alleanze in cui si inseriscono le
elezioni amministrative, dimentica colpevolmente altre schiere di
precari che meritavano la stabilizzazione, come i già abilitati e gli
abilitandi il cui destino è oggettivamente nero, ma su cui non si
spendono parole proprio perchè sono minoranze. Né nel decreto o nelle
dichiarazioni si fa accenno ai concorsi, se si esclude la provocatoria
proposta dell'esperto della ministra, Max Bruschi, di azzerare tutte le
graduatorie e ripartire con un concorso. Il riferimento è al merito che
è legittimo, ma ancora più eticamente corretto sarebbe di finirla cogli
annunci e di lasciare nell'angoscia migliaia di persone che si sentono
giocati. Se i posti ci sono si assegnino a chi ha i titoli certificati
dallo Stato, lasciando margini possibili agli aspiranti professori: una
vecchia legge della passata legislatura che forse taglierebbe il nodo
gordiano evocato da Bruschi.
Pasquale Almirante (da La Sicilia)
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