Intervista alla Gelmini. «Per oltre 67mila precari lavoro stabile grazie ai tagli»
Data: Sabato, 07 maggio 2011 ore 19:09:44 CEST Argomento: Rassegna stampa
«È una risposta forte al precariato. Ci
eravamo impegnati ad assorbire il precariato ereditato nell’arco di
sei, sette anni. Pensiamo di poterlo fare in tempi più rapidi. Il
governo aveva preso un impegno e lo ha portato a termine».
E il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, tiene subito a
sottolineare che le 67mila e più regolarizzazioni di «precari stabili»
- quelli per intenderci assunti ogni primo settembre e mandati via a
fine giugno -, personale docente, educativo ed Ata rappresentano «un risultato importante conseguito grazie
alla collaborazione di Cisl, Uil, Snals e Gilda».
Ministro, ma fino a oggi non si è detto che c’erano troppi
insegnanti. Il governo fa dietrofront rispetto alla politica dei tagli?
«Assolutamente no. La stabilizzazione
dei precari è resa possibile proprio grazie alla politica dei tagli e
dei risparmi portata avanti dal governo. Se non ci fossero
stati prepensionamenti e riduzioni di piante organiche che apparivano
infinite, non avremmo potuto fare né nuove assunzioni né garantire gli
scatti di anzianità. E tengo a sottolineare che, mentre in altri
settori del pubblico impiego c’è stato il blocco degli scatti, questo
non è accaduto nella scuola».
Saranno riconosciuti ai precari immessi in ruolo gli anni di anzianità
maturati?
«No, partiranno dal primo stipendio ma
saranno assunti a tempo indeterminato».
Ci sono sentenze che hanno riconosciuto a supplenti annuali, oltre a un
risarcimento per la mancata stabilizzazione, il diritto agli scatti di
carriera. Vi aspettate una pioggia di ricorsi?
«Il provvedimento è tanto atteso, non credo che questo si verificherà.
Inoltre, sul fronte delle graduatorie è stato previsto l’aggiornamento
delle graduatorie ad esaurimento in attuazione alla sentenza della
Corte costituzionale».
Nel dl per lo sviluppo, però, non c’è traccia di numeri...
«Nella norma abbiamo voluto stabilire
il ”principio” e non il numero. Il piano triennale
per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo
ed Ata prevede l’utilizzo di tutti i posti vacanti e disponibili. E
sono 30mila per gli insegnanti, 37mila per gli Ata».
E le risorse?
«C’è l’impegno con il Tesoro, il piano presumibilmente potrebbe anche
essere realizzato in due anni».
Non deve far temere sorprese il fatto che nel dl si prevede di
«stabilizzare in modo organico il personale» a costo zero?
«Si tratta di un’operazione virtuosa sul piano della spesa resa
possibile grazie ai sacrifici imposti al mondo della scuola che hanno
permesso, oggi, di creare nuove opportunità e una risposta forte al
precariato. Non si può vanificare l’azione di contenimento della spesa
né dimenticare gli impegni europei o che l’Italia ha un alto debito
pubblico. Si deve andare avanti con quanto stabilito dalla Finanziaria
del 2008».
C’è un effetto spot elettorale, come dicono Cgil e opposizione?
«La sinistra nega, ancora una volta, l’evidenza. Non può non
riconoscere che il governo ha mantenuto il suo impegno. Prova ne è il fatto che alcune
organizzazioni sindacali, che non sono state mai tenere con questo
governo, hanno lavorato in sinergia con noi per raggiungere un
risultato importante, che avevano più volte invocato».
Mentre gli studenti affollano le piazze contro l’apprendistato...
«Ci sono molti timori. Ma l’apprendistato non equivale all’essere
sfruttati a buon mercato nel mondo del lavoro, il ministro Sacconi è
stato molto attento a prevedere una serie di rigide garanzie di tutela
dei ragazzi e perché sia un percorso di formazione. Rappresenta un
provvedimento che coordina tutte le misure adottate finora dal governo,
compresa la riforma dell’Istruzione, contro la disoccupazione
giovanile, contro la dispersione scolastica e per favorire l’ingresso
dei più giovani nel mondo del lavoro assolvendo in pieno l’obbligo di
istruzione e conseguendo una qualifica professionale».
E al Sud?
«Nel dl sviluppo sono previsti punti molto importanti per il
Mezzogiorno. Dalla Banca del Sud al credito d'imposta per ogni
lavoratore assunto, pari a circa 300 euro. Sul fronte scuola, poi,
l’ultimo rapporto di ”Tutto scuola” registra significativi
miglioramenti proprio nel Sud. Gli oltre 310mila professori che hanno
seguito iniziative di formazione in servizio per migliorare la qualità
dell’insegnamento, il milione e 139 mila studenti coinvolti in
iniziative contro la dispersione scolastica, gli oltre 12mila
laboratori di cui sono state dotate le scuole: tutto questo, e ancora
altro, inizia a dare i suoi frutti». (da http://www.ilmattino.it
di Daniela Limoncelli)
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