Precari della scuola e graduatorie: il governo Pdl-Lega allo sbando
Data: Venerdì, 06 maggio 2011 ore 18:15:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il centrodestra tenta di rimediare ai
gravissimi errori compiuti in tema di graduatorie ad esaurimento della
scuola con provvedimenti che si preannunziano nuovamente iniqui,
inefficaci e a rischio di nuovi ricorsi di Giovanni
Bachelet, Francesca Puglisi
I numeri menzionati in questi
giorni dai giornali a proposito di assunzioni nella scuola sull'arco
dei prossimi tre anni (cinquantamila docenti e quindicimila
amministrativi tecnici e ausiliari), introvabili nei documenti del
Governo, sarebbero comunque bassissimi, ben lontani dal coprire i
pensionamenti. Non solo. In questi giorni si parla di una manovra
correttiva nel mese di giugno, che quasi certamente rivedrebbe al
ribasso i numeri già incerti e bassi. Su questo gravissimo problema, il
Partito Democratico ha le idee chiare: ecco il documento che fa il
punto sulla questione. (da Pd)
Assorbire i precari e non crearne mai piú era il programma di Fioroni:
un piano di emergenza per sistemare i precari ereditati dalla Moratti
(ultimo concorso: Berlinguer 1999) in vista di un nuovo e piú razionale
reclutamento futuro. Quando nel 2008 il centrosinistra è caduto, solo
metà dei 150mila docenti e 30mila ATA previsti erano stati assunti; poi
il duo Tremonti-Gelmini ha bloccato il piano. Come risultato, la scuola
continua oggi a sfruttare piú di 100mila precari (parliamo solo dei
docenti) non solo per supplenze, ma soprattutto per posti vacanti che
meriterebbero, per il bene degli alunni, insegnanti stabili. Approvando
la legge 133/2008 e le conseguenti riduzioni dell’orario scolastico
ammantate del nome di “riforme Gelmini”, Lega e PDL hanno cancellato
piú di 80mila insegnanti dall’organico senza bandire concorsi, senza
definire nuove classi concorsuali né varare nuove modalità di
reclutamento; la stessa formazione iniziale non è ancora partita.
Tre anni di malgoverno e tagli hanno bloccato l’ingresso ai precari, ma
anche ai neolaureati là dove le graduatorie erano esaurite, producendo
un paradosso richiamato da Bersani alla “notte bianca della scuola” del
PD: nei prossimi 3 anni, in 64 province, le graduatorie di materie
tecnico-scientifiche saranno esaurite, e sono proprio le materie in cui
i ragazzi sono deboli nei raffronti internazionali. Non basta. Nel
2009, per lenire la disperazione dei precari a un soffio
dall’assunzione, la Gelmini ha triplicato le graduatorie con un
provvedimento incostituzionale; oggi i nodi vengono al pettine e i
ricorsi potrebbero costare piú del piano bloccato nel 2008. La Ministra
parla da tre anni di bidelli piú numerosi dei carabinieri (ma le scuole
sono piú delle caserme) e di presidi che chiedono soldi alle famiglie
(ma lei non paga i debiti alle scuole), mentre la massa dei precari non
diminuisce e ai giovani laureati è negato da 4 anni ogni diritto alla
formazione e al reclutamento.
Se la Ministra non avesse interrotto
il piano triennale di assunzioni previsto da Fioroni, quasi tutti i
precari sarebbero ormai in ruolo e forse, oggi, potremmo pensare al
futuro della scuola parlando di altro. E' il blocco di quel
piano che ha trasformato ogni discorso sulla scuola in un discorso sui
precari. E' il blocco di quel piano che ha trasformato la differenza
fra coda e pettine in una questione di vita o di morte per i precari:
non qualche mese in piú o in meno da aspettare prima di entrare in
ruolo, ma la differenza fra entrare chissà quando e non entrare mai piú
in ruolo. Sono le assunzioni col contagocce previste dal duo
Tremonti-Gelmini che nei prossimi tre anni non coprono nemmeno i
pensionamenti; è la loro conferma dell’ultima tranche di tagli alla
scuola a rappresentare la pietra tombale per la maggioranza dei precari
di oggi e un grosso guaio per la scuola di domani.
Il PD dice con chiarezza che è semplicemente impossibile riparare i
cocci del Governo PDL-Lega a risorse invariate. Senza una robusta
ripresa delle assunzioni nella scuola e un programma serio di
superamento della fase transitoria in vista di un nuovo metodo di
reclutamento che non riproduca i guai grossi in cui ci troviamo –cioè
la ripresa del cammino avviato dal centrosinistra con Fioroni–
qualunque soluzione sarà iniqua per qualcuno, e soprattutto sarà iniqua
per la qualità della scuola statale e per l'Italia tutta. Il Senatore
Pittoni, dopo aver approvato prima il massacro della scuola e poi
l’idiozia della triplicazione delle graduatorie, pensa oggi di
incantare i precari del Nord marciando con loro e millantando alla
vigilia delle elezioni miracoli dell’ultima ora (ma il Governo ha già
deciso tutto facendosi un baffo della Lega, come nel caso della Libia)
e aizzandoli contro i precari di altre regioni. Ma se la scuola è al
collasso, se il Governo anziché pensare alla sua qualità passa il tempo
a rimediare i guai da lui stesso combinati con i precari, la colpa
–elettori e operatori della scuola lo sanno bene– è delle politiche di
Tremonti, beniamino della Lega.
Un partito nazionale come il nostro è al fianco di ogni gruppo che
protesta di fronte a provvedimenti iniqui. Ma non al fianco di chi quei
provvedimenti ha votato in Parlamento e poi piange lacrime di
coccodrillo confidando (erroneamente) nell'idiozia degli elettori. Il
PD non cade nelle trappole di avversari ormai allo sbando. Cerca di
inquadrare i problemi e gli interessi di ciascuno nell'ambito
dell'interesse generale, di un progetto fattibile che contribuisca al
progresso di tutti: dei ragazzi, della scuola, delle famiglie, del
Paese, e, certamente, anche degli insegnanti precari, del Nord e del
Sud, dei quali la scuola ha cosí tanto bisogno da sfruttarli da diversi
anni in modo improprio e ingiusto. Alla fine, se ci salveremo, ci
salveremo tutti insieme: questa non è una pia idea cristiana o
un'utopia socialista, è l'unica strada che funziona davvero, ed è
compito di un partito democratico ricordarlo a tutti, anche nei momenti
piú difficili.
redazione@aetnanet.org
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