Messaggio di saluto del dirigente Giuseppe Italia già vicario dell'USR Sicilia e la risposta di Leone e della dirpresidi
Data: Venerdì, 06 maggio 2011 ore 15:22:07 CEST
Argomento: Comunicati


Siamo consapevoli che la S.V  ha dovuto gestire problemi notevoli e complessi, spesso imprevisti che, certamente, ne hanno segnato e condizionato  l’azione, indipendentemente dalla Sua volontà. Del resto nel corso degli ultimi tempi, in numerose occasioni, abbiamo ribadito la stima personale per l’impegno e l’assoluta integrità morale e professionale della persona, ma abbiamo dovuto (non compresi) affermare che il ruolo professionale e i risultati dell’azione dirigenziale sono cosa diversa e spesso disgiunta dalla persona che li incarna.
Questo vale per tutti i dirigenti, sia di prima che di seconda fascia, compresi i dirigenti scolastici,  che si trovano ad operare in un contesto di scelte che spesso vanno prese in solitudine e nella incomprensione degli altri. Sulla base di questa distinzione, tra persona e ruolo, è impostata l’azione sindacale che può trovare momenti e occasioni di contrasto e anche di conflitto, ma che non dimentica mai il giudizio di valore sulla persona, di cui riconosciamo la integrità morale, la preparazione e la competenza.
Abbiamo dissentito sulla conduzione e la gestione del concorso ordinario dei 416 presidi, cassato ingiustamente e artatamente in Sicilia dal CGA; abbiamo fatto una battaglia, sì di parte, ma leale e decisa in difesa di un terzo della categoria dei dirigenti scolastici siciliani che, senza loro colpa, erano stati, e ancora lo sono, vittime di una azione demagogica anche di una parte della magistratura isolana, che avremmo voluto avesse trovato in Lei una decisa e determinata solidarietà, anche con la precisa assunzione di responsabilità di fronte al commissariamento che poi, per fortuna, è stato depotenziato dal Parlamento con l’emanazione della legge 202. Il MIUR, del resto, non ha mai applicato le sentenze sfavorevoli e si è sempre trincerato in difesa dell’amministrazione contro i pronunciamenti esterni. Non si capisce e non si è capito invece perché, in questo caso, si è avuto un cedimento rischiando di buttare nel caos tutto il sistema scolastico siciliano.
I dirigenti delle scuole si sentono e si sono sentiti sempre parte del MIUR, salvo poi scoprire che la stessa Amministrazione, nei loro confronti, aveva una considerazione e un atteggiamento diverso e spesso di distacco, se non di contrapposizione. Questo è un nervo ancora scoperto che attiene al modo di concepire e impostare i rapporti tra colleghi dirigenti (sempre ammesso che i colleghi dirigenti amministrativi del MIUR si sentano colleghi dei dirigenti scolastici).
La contestazione in occasione della firma del CIR del 30 ottobre 2011, esposta in una memoria di otto pagine, non implicava un giudizio di valore sull’amministrazione dell’USR Sicilia. Essa muoveva piuttosto da  un giudizio politico e sindacale su chi ha voluto, nel decennio passato, discriminare i dirigenti delle scuole negando loro la retribuzione di posizione e di risultato percepita per esempio dai dirigenti tecnici e amministrativi di seconda fascia del MIUR. E non sappiamo ancora a chi rivolgerci per chiedere lo sviluppo delle e.mail sugli arretrati della retribuzione di risultato.
Quando abbiamo dissentito sulla richiesta di stilare ciascuno per proprio conto il  rinnovo del contratto  individuale non esprimevamo un giudizio sull’autore della disposizione, bensì una valutazione sindacale sui ritardi dell’USR Sicilia che non riusciva a istruire e predisporre una pratica “per mancanza di personale”. Ci dispiace che allora non fummo capiti nella critica che non coinvolgeva la persona bensì l’ufficio. E nonostante una nostra diffida l’ufficio non riesce a pubblicare sul sito web il file del CIR.
Quando esprimemmo le nostre valutazioni sui criteri e sulle modalità di gestione delle fasce di complessità, sulla mobilità dei dirigenti scolastici e sulle questioni connesse, non esercitavamo a cuor leggere un’azione demolitoria, bensì un nostro diritto di richiedere per la categoria rappresentata l’innalzamento dei livelli di dignità professionale e del ruolo. La dignità personale e l’immagine, infatti, ogni dirigente ce l’ha e la coltiva indipendentemente dal sindacato o dall’associazione in cui milita; e appartiene al singolo e non può essere intaccata da nessuno.
Da ultima la vicenda paradossale del contratto dei pulizieri con le sommosse dei precari saliti sui tetti delle prefetture non è certo edificante per la scuola siciliana.
Ricambiamo dunque il ringraziamento che Lei ha rivolto ai dirigenti scolastici, un  ringraziamento non formale, ma sentito e sincero, altrimenti avremmo fatto cadere nel vuoto la lettera, come avviene in simili circostanze.
La scuola siciliana rimarrà, dopo il Suo commiato, in uno stato di sofferenza pericoloso e grave; proprio oggi il rapporto di  Tuttoscuola ci dice che la Sicilia è all’ultimo posto nella graduatoria nazionale per la qualità della scuola; ma i dirigenti scolastici, sino a quando non esauriranno a loro volta l’entusiasmo, non cederanno alle lusinghe dello sciovinismo e continueranno a garantire il servizio per il riscatto di questa nostra martoriata isola. I risultati e l’efficacia sono altra cosa.
Il presidente regionale della Sicilia della dirpresidi
Salvatore Indelicato
330365449
s.indelicato@tin.it





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