L'assessore provinciale Vicenza: «I precari del Sud restino almeno  per cinque anni»
Data: Giovedě, 05 maggio 2011 ore 14:20:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


I precari del Sud rischiano di insorgere. Mentre c'è attesa per il decreto ministeriale per l'aggiornamento e l'integrazione delle graduatorie ad esaurimento, fa discutere la proposta dell'assessore dell'Amministrazione provinciale all'Istruzione Morena Martini, destinata ad accendere le polemiche e a spaccare l'Italia in due.
Del resto lei stessa parla di "misure estreme e trasversali" da sottoporre ai parlamentari del Pdl come a quelli del Pd «per salvaguardare chi ha scelto di lavorare in forma stabile e continuativa nella nostra terra e per tutelare la continuità didattica».           
 In sostanza, è la conclusione a cui arriva l'assessore, visto che l'inserimento a pettine nelle graduatorie ormai è una realtà con cui dobbiamo fare i conti, cerchiamo almeno di governare il governabile. In che modo?
«Chiedendo agli insegnanti precari - spiega Martini - di rimanere a lavorare nella sede scelta per almeno cinque anni. Questo potrebbe rappresentare per molti un deterrente nei confronti di una prassi diffusa: saltare da una provincia all'altra, scalzando così colleghi che occupano posizioni favorevoli in graduatoria e mandando in fumo la continuità didattica».
Una mossa, quella dell'assessore provinciale Martini, che gioca d'anticipo su quelli che saranno i contenuti del nuovo decreto (di cui finora sono in circolazione solamente bozze di natura ufficiosa) in base al quale sarebbe possibile l'iscrizione alla graduatoria di un'altra provincia con la valutazione dell'intero punteggio posseduto. In questo modo verrebbe attuato il cosiddetto inserimento a pettine che la sentenza della Corte costituzionale ha legittimato.
«Qui non si tratta- prosegue l'assessore - di schierare gli insegnanti del Nord contro quelli del Sud, ma semplicemente di rispetto nei confronti del precariato storico che ha scelto di insegnare stabilmente in una provincia, che ha maturato anzianità e aspettative e attende da anni di vedere stabilizzato il proprio contratto di lavoro. Senza contare che aprendo le graduatorie ad altre province viene incoraggiato ulteriormente il valzer dei precari e calpestata sistematicamente la tanto invocata continuità didattica».
Sulla falsariga della lettera aperta inviata dal Movimento docenti del Friuli Venezia Giulia al Consiglio Regionale e ai partiti politici, l'assessore Martini pone l'accento sull'intervento politico.
«Visto che è ormai tramontata la proposta di rinviare di un anno l'aggiornamento delle graduatorie, congelando quelle esistenti per avere il tempo necessario di approvare il nuovo decreto di reclutamento previsto dal disegno di legge Pittoni (Lega), non resta che creare delle "limitazioni", utili per arginare un'invasione dei precari del Sud che sarebbe scontata, dal momento che che nelle province del Nord la disponibilità di cattedre per alcune materie, soprattutto Lettere, Scienze e Matematica alle medie, è maggiore rispetto al Sud», conclude Martini, appellandosi ai parlamentari perchè votino in aula «non seguendo una logica corporativa ma per difendere anche i tantissimi meridionali che hanno sempre agito nella norma, astenendosi da ricorsi, azioni legali e furbate di vario genere».
Anna Madron
   (da http://www.ilgiornaledivicenza.it/ )

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