Scrima (Cisl): i precari? Prima svuotiamo le graduatorie, il concorso viene dopo
Data: Mercoledì, 04 maggio 2011 ore 16:30:00 CEST Argomento: Sindacati
Non abbiamo remore a
raccogliere la provocazione di chi ci invita a spostare l’attenzione
dalle modalità di gestione delle graduatorie a quelle che più in
generale, attraverso provvedimenti in fieri, dovrebbero ridisegnare il reclutamento dei
docenti. Deve però essere chiaro che le due questioni scontano
tempi inevitabilmente diversi: per le graduatorie ad esaurimento le
urgenze sono davvero stringenti e non consentono ulteriori attese, che
appaiono viceversa inevitabili per quanto riguarda l’avvio di procedure
tutte da definire e la cui disponibilità, realisticamente, non può
darsi se non a partire, nella migliore delle ipotesi, dal
2012.
Ora, sono così tante e così forti le tensioni da cui la storia
delle graduatorie e il loro presente sono pervasi, che davvero non si
può correre il rischio di metterne in campo, magari involontariamente,
di ulteriori. È dunque un bene che
sia stata ribadita con chiarezza la volontà di tener conto delle
aspettative di cui sono portatori gli aspiranti inclusi nelle
graduatorie ad esaurimento, a partire dalla garanzia di una piena
disponibilità della quota di posti che per legge è loro riservata.
Fatta questa premessa, non c’è dubbio
che ripristinare la via ordinaria di reclutamento dei docenti, a oltre
dieci anni dall’ultimo concorso, è una necessità ineludibile e crediamo
da tutti condivisa.
Sarebbe dunque auspicabile che su questo tema si aprisse quanto prima
un confronto serio, non fazioso, scevro da pregiudiziali di tipo
ideologico e geo-politico, ma ispirato unicamente dalla preoccupazione
di assicurare alla nostra scuola un’efficace selezione delle migliori
competenze professionali. Un approccio da far valere in ogni caso,
quale che sia lo strumento scelto per disciplinare la materia, sia esso
una legge o un regolamento attuativo di deleghe legislative tuttora
disponibili.
Quello di definire un nuovo e compiuto
modello di reclutamento è comunque un obiettivo da conseguire in tempi
brevi. È stato da poco pubblicato il Regolamento sulla
formazione iniziale dei docenti e si stanno approntando i provvedimenti
finalizzati a dare avvio, col prossimo anno accademico, ai nuovi
percorsi, lunghi e impegnativi (cinque-sei anni di studio a livello
universitario): non è pensabile che possano rivelarsi appetibili se non
si offre a chi li intraprende qualche ragionevole prospettiva di
occupazione a studi ultimati. Quelle
di chi rivendica una chance di accesso all’insegnamento senza essere
costretto a tempi biblici di attesa sono aspettative che reclamano
un’attenzione doverosa anche da parte del sindacato. Altrettanta
attenzione va posta alla necessità di introdurre nel sistema energie
fresche, ringiovanendo un corpo professionale la cui età media è
decisamente elevata (va detto, peraltro, che a quest’ultima esigenza
rispondono solo in parte le immissioni dalle graduatorie ad
esaurimento, dato che l’età media di chi vi è incluso è oggi di circa
38 anni).
Il nostro impegno in questi giorni è
rivolto prioritariamente alla stabilizzazione del lavoro nella scuola,
per dare così risposte immediate a chi vive un’insostenibile condizione
di precarietà; è un impegno condotto con determinazione, ma
nella consapevolezza di quanto sia drammatica la sproporzione esistente
fra una smisurata domanda di lavoro e un’offerta oggettivamente
limitata. Una realtà rispetto alla quale il pur doveroso dibattito sui
modelli di reclutamento non appare in grado di fornire risposte
decisive.
Né il turn over, né la rinuncia - pur
necessaria - a tagliare indiscriminatamente posti, potranno aprire
rapidamente le porte a tutti quelli che pure avrebbero serie competenze
e aspirazioni per varcarle. Diventa allora indispensabile, oltre
che ragionare di reclutamento dei docenti, esplorare altre prospettive,
che portino alla creazione di nuovi spazi occupazionali, ampliando
l’area di quelle opportunità che oggi il solo sistema scolastico non
può essere in grado di offrire. (da
Il Sussidiario.net)
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