La Lega rilancia, ma c’è chi teme per la validità delle Gae e in attesa del decreto i precari si dividono
Data: Martedì, 03 maggio 2011 ore 09:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Anche il Pd ha solleva dubbi sui punteggi dei precari di alcune province. Parola di Mario Pittoni. Che non demorde, anzi rilancia con un quesito: «Alla luce del riconoscimento, implicito nella risposta fornita dall’on. Ghizzoni, del problema dei superpunteggi poco chiari, che nel malaugurato caso di riapertura delle graduatorie dei docenti precari scatenerebbero l’assalto a tutti gli spazi di insegnamento del Centro-Nord scalzando i docenti attuali, riformulo la domanda: Il Pd è disponibile a offrire il suo contributo al varo di un provvedimento legislativo che, in attesa della riforma del reclutamento dei docenti, escluda dall’aggiornamento periodico i trasferimenti da una provincia ad un’altra?».
Non cede il senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione del Senato, e rilancia la proposta formulata a Manuela Ghizzoni, capogruppo Istruzione del Pd alla Camera. «La parlamentare – spiega Pittoni – ci ricorda che sui punteggi dubbi (gli iscritti in alcune province hanno un  numero di  punti anche doppio rispetto ad altre) il Pd ha pure “presentato interrogazioni per approfondire il problema”. Riconosciuto dunque anche dal Pd che il problema esiste, gli chiediamo di non tradire le indicazioni date nella passata legislatura: compatibilmente con la situazione economica, si deve puntare al più alto numero possibile di stabilizzazioni, sulla base delle scelte fatte fare agli insegnanti nel 2007, e cioè sulle liste attuali. Occorre inoltre evitare il caos del “tutti contro tutti”, che genererebbe la riapertura delle graduatorie, a suo tempo dichiarate ad esaurimento, e quindi chiuse, in attesa del nuovo reclutamento che darà lo stop definitivo ai punti facili». Pittoni, che si è visto bocciare il progetto di congelamento delle liste, sottolinea la necessità di conferire la prima tranche di immissione in ruolo, prevista per il 2011, dalle graduatorie attuali, fatti salvi i diritti di coloro che hanno vinto i ricorsi alla giustizia amministrativa facendosi patrocinare dal sindacato Anief e anche da una miriade di altri studi legali che hanno vinto la battaglia sui principi del merito e della mobilità. Due principi sacrosanti, quasi lapalissiani, che peraltro sono stati sempre utilizzati, se non fosse che nel 2007 il governo (Prodi) aveva invitato centinaia di migliaia di lavoratori a fare una scelta di campo obbligandoli a scegliere una provincia che avrebbe dovuto essere definitiva, blindando le graduatorie, divenute a esaurimento, con una norma che vietava il tasferimento di provincia, se non a pena di finire in coda. La Gelmini ha poi moltiplicato per tre il problema concedendo tre province ulteriori in cui collocarsi in coda. Questi meccanismi sono poi stati dichiarati illegittimi ed è singolare che oggi proprio i primi artefici di quella novella normativa, fortemente sponsorizzata da talune organizzazioni sindacali (che ora stanno alla finestra), nel dare una clamorosa sponda alla Lega della Gelmini, contestano alla Lega di Pittoni un atteggiamento “incostituzionale e razzista” riuscendo facilmente con questo escamotage mediatico a conquistare il favore della stampa che riassume in uno slogan quella che invece si prefigura come l’ennesima indecente guerra tra lavoratori separati in casa da un “divide et impera” che nella scuola, mancando una coscienza di classe mel popolo dei precari. Questi ultimi sono sempre pronti a saltare sul carro dei politici che si dimostrino disposti a regalare qualche norma di favore (si pensi solo agli scambi di ringraziamenti tra i docenti meridionali e l’on Ghizzoni o alla promessa di votare la Lega da parte di altri, se il Carroccio riuscirà a congelare le graduatorie) che aggiunge caos a caos, invece di pretendere serietà da una classe politica che di scuola non ha mai capito nulla.  “I precari devono svegliarsi e passare alla lotta politica seria e non alle richieste e alle elemosine”, tuona Manuel Cecchinato, già coordinatore nazionale del Cps, e ora membro dell'Associazione Scuolandia di Treviso, che teme per la sorte delle graduatorie a un passo da una possibile abrogazione. La non validità delle graduatorie è peraltro annunciata dalla bozza del Dm relativo all’aggiornamento delle graduatorie a esaurimento, che circola in rete da qualche giorno, laddove si ribadisce “l’assenza di una esplicita scelta di campo del legislatore tesa a confermare la valenza giuridica delle graduatorie ad esaurimento”.  Cecchinato invita tutti alla “sveglia prima che accada il prevedibile: già l’on. Aprea voleva buttarle giù (anche Fioroni, aggiungiamo noi, ndr) ora Pittoni le vuol conciare come sapete bene”. Che deve accadere ora? si chiede Cecchinato. “Secondo me le chiuderanno in un modo o nell'altro e i precari devono, lo ripeto, passare alla lotta politica e a dire a tutti che nessuno li rappresenta più”.

Vincenzo Brancatisano
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