Scuole senza risorse, genitori sugli scudi. Per gli studenti e le loro famiglie la scuola pubblica non garantisce più servizi sufficienti
Data: Lunedì, 02 maggio 2011 ore 12:33:52 CEST Argomento: Rassegna stampa
Scuole a corto di
risorse. e così i genitori hanno
preso carta e penna e scritto al presidente del Consiglio dei Ministri
Silvio Berlusconi, ai ministri dell'Istruzione, Università e Ricerca
Maria Stella Gelmini, dell'Economia e Finanze, Giulio Tremonti, della
Pubblica amministrazione e Innovazione Renato Brunetta e, per
conoscenza anche ai sindaci e ai Consigli comunali della provincia di
Verona, all'Ufficio scolastico territoriale e regionale, alla Regione
Veneto, Giunta regionale, assessore all'Istruzione, e ai dirigenti
scolastici degli istituti comprensivi di Verona e provincia,
firmandosi come «genitori di
differente orientamento politico e religioso che hanno scelto di
iscrivere i propri figli nelle scuole pubbliche statali».
«Facciamo parte di un Coordinamento provinciale dei genitori
degli istituti comprensivi di Verona, nato per la necessità di
confrontarci sulle questioni attinenti la vita scolastica, scambiandoci
idee, esperienze, buone pratiche e quant'altro possa contribuire a
migliorare l'offerta formativa delle nostre scuole», precisano i
firmatari. «Confrontando i bilanci dei nostri istituti, abbiamo
verificato che negli ultimi anni l'assegnazione finanziaria da parte
dello Stato è risultata insufficiente a garantire il funzionamento
amministrativo e didattico, la progettualità, le supplenze. Perciò le
scuole si vedono costrette a chiedere ai genitori contributi volontari
sempre più alti. Abbiamo promosso un'indagine conoscitiva da cui è
emerso che il contributo volontario (poche scuole lo definiscono
volontario) è stato introdotto in tutte le scuole, con quote che
raggiungono i 60 euro (alle superiori anche oltre 200 euro)».
Il servizio di prescuola tende ad essere esternalizzato per
insufficienza di personale interno ed è a pagamento per il 59% degli
istituti analizzati, con quote che toccano i 120 euro annui per alunno,
si precisa nella missiva. Che continua:«Anche per la sorveglianza mensa
alla scuola secondaria di primo grado sempre di più si utilizza
personale esterno a pagamento, con costo annuo per alunno che raggiunge
i 120 euro, a cui va sommato il costo della mensa».
La riduzione del tempo scuola alla Primaria ha diminuito il numero dei
rientri pomeridiani, per cui «aumentano per le famiglie i costi delle
attività integrative a pagamento (fino a 378 euro annui ad alunno). Del
tutto insufficienti sono pure i fondi per le supplenze. Una volta
esauriti, le scuole non sanno come garantire il "diritto allo studio",
perché per nominare i supplenti devono anticipare soldi di cui non c'è
certezza di riscossione dallo Stato». Inoltre si denunciano l'aumento
del numero di alunni per classe con gravi ripercussioni sull'efficacia
della didattica e talvolta l'inosservanza della normativa sulla
sicurezza. Ancora:«Una gran parte dei nostri edifici scolastici non è
provvisto di certificazione statica, di agibilità, prevenzione incendi.
Molte scuole necessitano di manutenzione straordinaria e
ristrutturazioni che i nostri enti locali, a causa della riduzione dei
finanziamenti statali e del vincolo al "patto di stabilità", non
possono affrontare». (da http://www.larena.it)
redazione@aetnanet.org
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