La Gelmini punita
Data: Domenica, 01 maggio 2011 ore 20:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Pasquale AlmiranteSe il Miur non si fa processare e punire dal giudice non ci trova piacere; forse è nella sua natura o è forse una scelta strategica per scoraggiare, innalzando muri legislativi contro la selva dei precari che attendono da anni la sistemazione. E infatti dopo tante sentenze tutte contrarie ha capito che i professori non si possono tenere a vita con la nomina annuale, né menarli per il naso in attesa di tempi migliori e così, per evitare esborsi onerosi e penalità, ai primi di maggio emanerà un decreto per aggiornare le graduatorie a esaurimento, in attesa di un piano di assunzione di circa 30mila persone in tre anni: una sorta di conta goccia nel deserto, mentre i sindacati chiedono la stabilizzazione su tutti i posti vacanti e la Flc-Cgil propone "l'operazione 100mila”. Un decreto che ha tenuto in fibrillazione i due schieramenti dei fautori del pettine e dei contrari, dei pro Pittoni (il deputato della Lega che voleva congelare graduatorie e aggiornamenti) e dei suoi detrattori in mezzo ai quali si è messo il Consiglio di stato che ha deciso di accordare agli aventi diritto di spostarsi con tutto il loro punteggio nella provincia più favorevole.
Ancora una volta dunque è la giustizia a fare giustizia, come se la ministra Gelmini e il suo staff fossero fuori dal mondo e snobbassero le regole. Ma nel decreto, di cui si conoscono già le bozze, non mancano gli evidenti falli normativi che costringeranno qualche migliaia di docenti a impugnarlo davanti al Tar, con piena soddisfazione degli avvocati.
Sono costoro i docenti che hanno seguito i corsi abilitanti Bifordoc, Cobaslid e Scienze della formazione primaria, tutti autorizzati dal Miur e con tanto di bollettini da pagare, ma che per una bizza incomprensibile del Governo non verranno inseriti nella Gae come invece accadrà ad altri colleghi abilitati appena un anno prima. Che non è solo una evidente disparità di trattamento che nessun giudice non potrà non vedere, ma è anche una anomalia amministrativa e giuridica visto che sono in possesso di tutti i titoli legali e professionali per insegnare. Si chiedono infatti: non sono i nostri titoli conformi perfino alla recente legge sulla formazione iniziale dei docenti?
Fra l'altro qualche sindacato ventila persino la possibilità che tali docenti debbano fare un nuovo concorso e allora altre domande: quando e come e perchè queste forche caudine?
Il più grande inadempiente finora è stato il Miur che da decenni chiama in cattedra e poi licenzia, sbrodola meritocrazie, ma non fa concorsi, legifera ed è condannato: ma che Stato di diritto è mai questo?

Pasquale Almirante - La Sicilia del 01 maggio 2011





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