La ballata arrabbiata dei bimbi senza libri. Ovvero: può il libro di matematica di seconda media costare 35 Euro?
Data: Domenica, 01 maggio 2011 ore 18:30:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Quanto mi duole distogliervi dai sogni sull’abito di Kate e sull’acconciatura di Pippa (per inciso: a chi di voi è tornato in mente il nome di Pippa Bacca…?..vabbè..scusate) come anche dalla magnifica liturgia della beatificazione di domani. Karol mi perdonerà. A chi di voi interesserà di un libro di scuola? Vuoi mettere in fila le vicende della Storia con le piccole storie quotidiane, professoressa? La risposta è sì, con la scusa che riguardano un po’ tutti e non tutti sanno e dunque va detto. Provaci dunque, prof, e dillo.                        
 Protagonista è un libro. Il libro che non ho, direbbe qualche mio alunno.
 
Un libro, le procedure e il dettaglio. Dio si annida nel dettaglio, anche il diavolo. Beato Karol suggeriscimi come aggirarli, i dettagli. Abbiate un attimo di pazienza e vi spiego. C’è che la legge pone un tetto massimo al costo complessivo dei libri di scuola. Esempio: in terza media il totale dei libri di Giovanni non può superare come costo la cifra di 300 Euro (glab, immaginate tre figli, uno solo stipendio, magari precario: leggasi la normalità dalle mie parti, come da altre, troppe parti d’Italia). E così in prima. E in seconda. E non può superare un certo peso, e dunque il libro si divide in volumi.
 
E allora: commissioni disciplinari per la scelta dei libri, relazioni su ogni libro scelto, somme, divisioni, si supera il costo, il peso, togli questo, metti quello, … no, non ce la si fa, togli quello di geografia (che sarà mai la geografia?) , oppure quello di religione (silenzio, non commentate). Alla fine scopri l’esistenza di Dio e quadri il cerchio. Non superi il limite ed è pronta la lista delle prime.

 
I libri scelti, dice un’altra legge, non si possono cambiare per cinque anni. Per motivi anche giusti, il fratellino più piccolo e cose così. Ci si rilassa…
 
Ma quando mai? Accade che il dettaglio, ops, il diavolo, sotto le spoglie di una casa editrice, dalle prime alle seconde classi, dal primo al secondo volume ti aumenta il costo del libro. E ti trovi con il tetto sforato. Lo scorso anno era 296? Quest’anno arriva a 340!! Però il libro non lo puoi cambiare…e…urli. Urla la preside, urli tu, urla la mamma. Urliamo.
 
Te lo sei dimenticato l’abito di Kate, puoi però sempre votarti al papa beato. Votare è affidarsi.
Insomma, sapete cos’è? E’ una truffa. E’ la beffa oltre il danno. Che poi sono liste un po’ farlocche: mica li comprano tutti quei libri i miei alunni. Però noi ci riuniamo, scegliamo, litighiamo, sommiamo, dividiamo. Urliamo. Ore e ore di tempo disperso come polvere.
 
L’escamotage diventa una parolina, “libro consigliato”, per cui puoi lasciare il libro lì nella lista, ma se è consigliato non entra nel conteggio. E dunque imbrogli: il libro di francese è consigliato, ma che fai? Non lo compri? I costi reali, non virtuali, sono costretti a levitare. Diventi complice degli imbrogli. Stai imbrogliando te stessa, il tuo alunno, ci stiamo imbrogliando tra di noi, tra scuole, e il Ministero tace, per fare leccare i baffi di una casa editrice e giustificare norme arraffazzonate. O no? Ditemi di no.
 
C’è un motivo reale per cui un libro di scuola debba costare 30 Euro? Ditemi qual è. Oltre quello del guadagno della casa editrice intendo. E c’è un altro motivo reale per cui io debba adottarlo per forza? C’è un motivo per cui non debba scriversi una norma in cui si pone un tetto limite al prezzo del singolo libro e non a una lista, che al 100% sforerà il tetto? Può un ministro, in tempi di recessione, immaginarsi qualcosa di simile? Immagino di sì. Qualora  conoscesse le condizioni della maggior parte delle famiglie italiane. Le conosce?
 
Sapete che c’è: per anni e anni siamo andati avanti a dispense, quando studiavamo. Anche voi Fotocopie di pezzi di libri e appunti che ci passavamo di mano in mano. Vi ricordate gli anni universitari da fuori sede? Dispense su dispense: sottolineate, scarabbocchiate, amatissime.
Sono anni che detto appunti ai miei alunni senza libri. Adesso basta, basta con le farse. Io non adotterò libri: glielo faccio io il libro. La rivolta della non adozione. Che se ne vadano a quel paese editori, norme errate e dettagli.
Butto (sì, per me son buttate) ore non pagate per correggere le prove INVALSI, perché non impiegarne qualcuna per fare la prima dispensa di arte per i ragazzi fuorisede di oggi? La più bella dispensa mai vista per i ragazzi senza libri e che non trovano spazio in questo paese impazzito? Con tanto di CD allegato di immagini e video.
(Mila Spicola da L'Unità)

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