Lettera aperta all’on. Ghizzoni: da oggi parte la pratica del “vivi o muori”
Data: Sabato, 30 aprile 2011 ore 10:54:08 CEST
Argomento: Opinioni


Gentilissimo Onorevole Ghizzoni.
Intanto volevo ringraziarla personalmente per l'encomiabile lavoro svolto, a tutela del personale precario della scuola, rispetto la vicenda dei ricorsi promossi dall'Anief, per l'inserimento a pettine. Grazie al vostro intervento, e costante vigilanza è stato garantito un diritto Costituzionale, grazie davvero!
Volevo sottoporle però, un mio personale punto di vista sul problema delle assegnazioni provvisorie, sul quale come partito avete deciso di prendere posizione.
Una premessa è necessaria.
Chi parte oggi, per effetto delle immissioni in ruolo per inserimento a pettine, ottenute grazie alla Consulta, e al Vostro caparbio ed encomiabile lavore ha delle certezze.
Di avere ottenuto ciò che gli spettava e che gli era stato tolto (per questo se ciò avvenisse non mi sentirei  nè fortunata, nè privilegiata per questo), e che, se arriva ad entrare di ruolo, probabilmente per effetto dei tagli starà fuori casa ben più di 5 anni, perchè i posti non ci sono per effetto dei tagli.
La cosa che ritengo sbagliata è che PER DECRETO, verremmo penalizzati in partenza, sulla possibilità di richiedere l'assegnazione provvisoria, quasi a dover pagare dazio per avere fatto ricorso.
Personalmente la vedo come una ritorsione.
Ritengo anche sbagliata l'idea di dovere concedere qualcosa in cambio alla Lega rispetto l'inserimento a pettine dei ricorrenti.
A mio avviso non era materia di contrattazione politica, il Ministero non aveva altra scelta.
Materia di contrattazione sindacale è invece la mobilità (e con essa l'istituto delle assegnazioni provvisorie) che PER DECRETO,  si sta togliendo a chi avrà le immissioni SOLO QUEST'ANNO..
Questo lo ritengo inaccettabile.
La sentenza è chiara, chi viene inserito nelle graduatorie, viene inserito pleno iure, E SENZA ALCUN TIPO DI PENALIZZAZIONI.
Le assegnazioni provvisorie, sono state per anni una VERGOGNA, perchè utilizzate dai furbi di quartierino, per la pratica inaccettabile del ruolo e fuggi.
Chi parte oggi, opera una pratica diversa, quella del "vivi o muori", e spesso senza alcuna possibilità di scelta.
E ciò è spesso carico di sofferenze e ripercussioni pesanti sulle organizzazioni familiari.
Chi lo fa ne è cosciente, ma non può essere in alcun modo penalizzato a priori , rispetto le altre pubbliche amministrazioni e ciò che è più grave, rispetto tutti gli altri colleghi di pari livello.
E' giusto quindi regolamentarle con una quota percentuale, che non può più essere come succede oggi sul 90% dei posti disponibili, per garantire la continuità e a tutti i precari la possibilità di lavorare.
Ma l'assegnazione provvisoria è, e rimane un diritto, che non può essere tolto, a priori a nessuno, perchè i diritti acquisiti non si tolgono PER DECRETO.
Appoggiare questa politica è pericolosissimo.
Bisogna offrire a tutti uguali opportunità di partenza, se poi i posti non ci sono, la battaglia da intraprendere è contro i tagli, mai contro un diritto.
Ciò infatti comporterebbe che immessi in ruolo in anni precedenti, magari senza particolari esigenze legate all'istituto delle assegnazioni stesse (di tutela delle lavoratrici madri, di assistenza ai diversamente abili, di tutela alla famiglia etc), potrebbero farne richiesta e magari usufruirne.
E chi invece ne ha reale esigenza, perchè immesso in un anno "sbagliato", o ciò che ritengo più offensivo, con una modalità ritenuta "sbagliata", dal Ministero, malgrado le sentenze, venga penalizzato in partenza e PER DECRETO.
Spero che voglia leggere il mio spunto di riflessione, nella giusta ottica propositiva e di tutela dei diritti, che so esserle  a cuore.
Con osservanza


Rosalinda Lo Presti  Gianguzzi

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