Miscellanea di fatti italiani riguardanti la scuola: dal docente che insegna Faccetta Nera alle quasi 6 mila cattedre mancanti nel Lazio, dalle scuole con i rifiuti di Napoli ai ba
Data: Sabato, 30 aprile 2011 ore 08:27:42 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Come Ruby è diventata, per voto parlamentare, la 'nipote' di Moubarak, così la spazzatura a Napoli è sparita per dichiarazione del premier. E dunque non esistono più cumuli di immondizia, montagne di maleodoranti rifiuti, sacchetti della spazzatura che invadono i marciapiedi: al pari dei re di Francia taumatarghi, il premier ha il potere di guarire dalle 'scrofole pubbliche', le immondizie. Insomma se "il re ti tocca, Dio ti guarisce", Berlusconi parla e la 'monnezza' sparisce.
Fa strano, allora, che alcuni visionari, come riporta l'agenzia di stampa Il Velino,  dal corso Vittorio Emanuele a piazza del Plebiscito, vedano "montagne di spazzatura". Prosegue la nota: "L'emergenza colpisce soprattutto le scuole. Ai quartieri spagnoli, una preside non si è arresa e ha combattuto per un intero anno scolastico. È Aurora Suraci, dirigente scolastico della scuola primaria Paesiello, che ora ha ottenuto in parte la rimozione dei rifiuti davanti alla sua scuola. Al Velino racconta:  
"L’anno scorso abbiamo avuto molti problemi, avevo una grandissima quantità di rifiuti a ridosso dell’istituzione scolastica, quest’anno mando i fax ovunque, alla seconda municipalità, all’Asl, ma in questo periodo non ho tanta spazzatura: i contenitori hanno cercato di allontanarli ma hanno detto che è la posizione migliore”. A via D’Alagno, invece, la scuola “Adelaide Ristori”, ha ancora il problema dei rifiuti nonostante le segnalazioni".

Interessante la presa di posizione della Caritas di Roma: «Bloccare gli sgomberi almeno fino alla chiusura delle scuole, per consentire ai bambini rom di finire l'anno scolastico e accogliere i nuclei familiari senza separarli». 
La proposta, riportata dall'edizione romana del Corriere della Sera, è arrivata dopo le dichiarazioni del sindaco Gianni Alemanno che ha ribadito come, dopo la beatificazione di Papa Wojtyla di domenica prossima «riprenderemo con le operazioni di sgombero». Sulla questione la Caritas ha però sottolineato che c'è il rischio che «a ogni nuovo sgombero corrisponda una nuova occupazione. Non è sufficiente dare alloggio alle famiglie se poi i bambini rom sono logisticamente lontani dalle scuole che frequentano e non possono terminare l'anno scolastico. Ci stiamo attrezzando per portarli a scuola con i pulmini».
E il direttore della Caritas, monsignor Enrico Feroci ha aggiunto: «Chiedo al sindaco, ma lo chiedo anche a tutti i romani, di avere saper stare accanto a ogni persona che ha bisogno. Anche i rom che sono qui sono anzitutto persone. Sono stato tre giorni con loro e mi sono reso conto delle dinamiche familiari: la maggior parte delle famiglie sono come le nostre, con bambini che vanno a scuola, simpaticissimi, intelligenti. Non posso condividere una politica di sgombero, senza un'alternativa diretta».

Rimaniamo a Roma, dove suona il campanello d'allarme dell'occupazione. Mentre il ministro Gelmini conferma la terza tranche di tagli, il consigliere  Pd della Regione Lazio Enzo Foschi denuncia -lo scrive ancora il Corriere edizione Roma- che «Rischiano di saltare, da qui al 2012 e solo nel Lazio, ben 5.967 cattedre del sistema scolastico regionale, circa il 9% del totale. Si tratta di tagli che, se confermati, andranno, di fatto, a compromettere il diritto allo studio garantito dalla nostra Costituzione di migliaia di studenti della nostra regione».

Ultima segnalazione, il prof che insegna 'Faccetta nera': lo riportano quotidiani e agenzie di stampa, in particolare Il Gazzettino che lo ha interpellato. Spiega il docente: «Ho contestualizzato la canzone con una scheda tratta dalla "Storia della canzone italiana" di Gianni Borgna. Spero di non essere accusato anch'io di propaganda fascista. Più del professore, mi preoccupano i genitori che protestano così: "Perché l'insegnante non ne ha discusso prima con noì?". Questa che hanno in mente quei genitori, e i parlamentari che li difendono - sostiene - non è una scuola pubblica in cui si esercita, nel pluralismo, la libertà d'insegnamento».  (di Giovanni Belfiori da Pd)







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