Conservatori musicali ex pareggiati a rischio chiusura. Appello presidenti enti locali: equiparati solo sulla carta
Data: Venerdì, 29 aprile 2011 ore 04:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Non
sembra trovare soluzione la complessa situazione della formazione
musicale in Italia: dopo le recenti lamentale nei confronti del Miur da
parte dei presidi dei licei rimasti esclusi dai 40 a cui è stata
concessa l'autorizzazione ad attivare corsi ad indirizzo musicale, ora
le contestazioni arrivano dagli enti locali. A sollevarle sono i
presidenti di Anci, Sergio Chiamparino, di Upi, Giuseppe Castiglione, e
della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che attraverso una
lettera inviata ai ministri del Miur e del Mef, Mariastella Gelmini e
Giulio Tremonti, chiedono di accelerare i tempi sulla trasformazione
completa degli ex istituti musicali, pareggiati in veri e propri
Conservatori
statali.
Si tratta di una serie di scuole di musica per le quali ad oggi
ancora non è stata avviata la 'statizzazione' prevista dalla legge.
Fino al 2000, infatti, gli istituti musicali pareggiati erano
equiparati ai Conservatori di musica statali, in applicazione del Regio
Decreto n.1170 del 1930: solo che a finanziarli erano gli enti locali.
Con la legge n. 508 del 21 dicembre 1999, questi istituti sono stati
oggetto di una profonda riforma che non solo gli ha equiparati ai
Conservatori di Stato, ma li ha anche dotati di personalità giuridica e
di autonomia statutaria, didattica, scientifica, amministrativa,
finanziaria e contabile. Non solo: cadendo la distinzione tra statali e
non statali, sono stati riconosciuti appieno nel circuito universitario
europeo.
Nella lettera inviati ai due ministeri, i responsabili dei Comuni,
delle Province e delle Regioni sostengono che ad oggi gli ex
Conservatori pareggiati attendono da anni sovvenzioni indispensabili
sia al loro miglioramento qualitativo, sia a mantenere le strutture ed
il personale: se dovesse perdurare questo stato di cose, diventa
pertanto a rischio "la riapertura ed il funzionamento di tali istituti
per il prossimo anno accademico".
I presidenti degli enti locali chiedono quindi "un incontro urgente e
non più rinviabile per esaminare le possibili soluzioni alla
problematica che interessa il futuro di questi istituti di alta
formazione che, oltre alla tradizione secolare, vantano una qualificata
presenza nel mondo culturale italiano ed internazionale".
Dopo aver fatto presente che "gli ex istituti Musicali Pareggiati, in
alcune realtà regionali, garantiscono l'offerta formativa a fronte
della carenza o assenza delle istituzioni statali", Chiamparino,
Castiglione ed Errani evidenziano che "il riconoscimento degli istituti
superiori di Studi Musicali, quali sedi primarie di alta formazione, di
specializzazione e di ricerca nel settore artistico e musicale, li ha
equiparati normativamente ad istituzioni universitarie, escludendoli di
conseguenza dalle competenze che la legge assegna ai Comuni e alle
Province in materia di istruzione".
I fondi destinati al personale dei Conservatori, tuttavia, sono rimasti
a carico degli enti locali: "i costi del personale docente e non
docente di questi istituti, nonché la gestione delle strutture -
scrivono i tre presidenti - ancora ricadono per la quasi totalità a
carico dei bilanci dei Comuni e delle Province ove tali istituzioni
hanno la loro sede". Istituzioni post-diploma che però nell'ultimo
periodo hanno dovuto fare i conti con "i consistenti tagli e vincoli
imposti ai bilanci degli enti locali, che in alcuni casi, non hanno
consentito di applicare il nuovo contratto di lavoro del personale".
(TMNews)
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