Lettera aperta al presidente della provincia di Catania: intervenga presso il premier per stabilizzare i precari.
Data: Giovedì, 28 aprile 2011 ore 23:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Preg.mo Onorevole,
lo scrivente Mario Di Nuzzo, in qualità di assistente amministrativo (ATA), intende manifestare viva preoccupazione a nome di un gruppo di precari della scuola di Catania per quanto disposto dal DPR 22 giugno 2009 n. 119, a sua volta emanato in attuazione dell’art. 64, comma 4 lett. E) del D.L. 25 giugno 2008, n. 112, conv. in legge 6 agosto, n. 133 con cui è stata disposta una riduzione complessiva nel triennio 2009-2011 del 17% delle dotazioni organiche del personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA) e in particolare per l’ultima tranche di tagli prevista per l’A.S. 2011/2012, sulla cui applicazione pesa il futuro occupazionale di migliaia di precari ATA e Docente.

Premesso

CHE il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovrà giustificare la soppressione di  44.500 posti dei quali 10.452 posti di assistente amministrativo, 3.965 posti di assistente tecnico, 29.076 posti di collaboratore scolastico e 307 posti relativi ad altri profili del personale ATA, su una gestione attuale di 51.402 unità di personale non docente con contratto a tempo determinato - ( ATTO CAMERA – INTERPELLANZA URGENTE 2/01026).

CHE in riferimento alla norma di cui sopra, il personale docente ha subito nel triennio 2009/12 il taglio di 87.341 posti, cosi ripartiti: (A.S. 2009/10 - 42.105, di cui 10.000 previsti dalla Finanziaria 2008), (A.S. 2010/11 - 25.560, di cui 10.000 previsti dalla Finanziaria 2008) e A.S. 2011/12 - 19.676 per un totale nel triennio di 87.341 posti.

CHE nell’anno scolastico in corso, risultano in servizio a tempo determinato dei 113.348 docenti, di cui 89.931 con contratto fino al termine delle lezioni - ( ATTO CAMERA – INTERPELLANZA URGENTE 2/01026);

CHE le OO. SS., (FLC CGIL - SICILIA ; CISL Scuola – SICILIA ; UIL Scuola SICILIA ; SNALS Confsal SICILIA ; Gilda Unams - SICILIA) attraverso un comunicato stampa, hanno manifestato profonda preoccupazione sui numeri relativi agli organici forniti dall’USR in sede di informativa, non risultando coerenti con quelli forniti dal MIUR nell’informativa nazionale, sia riguardo alle consistenze assolute, sia riguardo alle riduzioni, che risultano nettamente maggiori  soprattutto per la scuola primaria, mettendo in risalto l’assoluta insufficienza delle dotazioni organiche, le cui consistenze, non raggiungono le condizioni essenziali per assicurare un servizio scolastico accettabile, tali da inficiare in determinate realtà territoriali, il funzionamento delle istituzioni scolastiche ed impedire il regolare svolgimento delle lezioni. Segnalate, gravi violazioni del numero di alunni per classe e perfino la costituzione di classi con oltre 25 alunni nelle quali sono presenti anche due alunni con gravi disabilità, nonché un taglio indiscriminato di posti di lingua inglese.    

CHE se fosse confermato il dato nel prossimo anno scolastico, l’Isola subirebbe un ulteriore taglio di circa 2500 cattedre e 1600 posti ATA in meno, con gravi ripercussioni sull’occupazione e sul diritto all’istruzione;

Considerato

CHE la Sezione III Bis del TAR del Lazio, ha sollevato la questione della legittimità costituzionale dell’art. 64 del D.L. 112/2008, conv. in legge 133/08, nonché degli artt. 97 e 117 della Cost., su richiesta formulata dallo SNALS-CONFSAL (Ordinanza, n. 2227 del 14/03/2011), e successivamente ha accolto  i ricorsi proposti dalla FLC-CGIL contro i tagli agli organici, e con riferimento a quello sull’organico del personale ATA, ha ritenuto non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale sospendendo il ricorso e rimettendo la questione alla Corte Costituzionale, precisando come la norma, finalizzata a perseguire l’obiettivo della qualificazione e della valorizzazione del personale scolastico, risulti ispirata a mere “esigenze di cassa”, non risultando rispettosa della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni in materia scolastica;

CHE il legislatore avrebbe difeso tale norma, asserendo il recupero di efficienza e di efficacia del sistema dell’istruzione, mentre in realtà il perseguimento parrebbe finalizzato esclusivamente al contenimento della spesa pubblica, assegnando all’amministrazione il potere di ridurre in modo perentorio le dotazioni organiche del personale;

CHE nel documento di cui sopra, le intenzioni dell’Amministrazione, emerse durante il confronto sindacale con l’USR, sarebbero quelle di contenere tale evidente deficit di organico della scuola primaria, compensandola parzialmente con trasferimenti di dotazione dagli altri ordini scolastici, ritenute a giudizio delle scriventi OO. SS. inaccettabili, in quanto sottrarre risorse di personale della scuola dell’infanzia, determina la riduzione dell’offerta formativa, già esigua nella Regione Sicilia, togliendo la possibilità alle famiglie siciliane,  di potersene avvalere alla stregua di altre Regioni, dove tale segmento prescolare ha ben altra consistenza .
 
CHE i servizi scolastici, per l’indubbia importanza che rivestono, non possono essere privati del personale non docente (ATA), in quanto sarebbe violato un diritto fondamentale garantito dalla carta costituzionale, “il diritto all’istruzione”, e pertanto non possono scendere al di sotto di standard qualitativi minimi, altrimenti non sarebbe possibile garantire neanche livelli minimi di istruzione.

CHE è notizia dell’ultima’ora, l’ultimatum lanciato dal Presidente della Provincia di Latina, ai vertici degli Uffici Regionali del Ministero della Pubblica Istruzione per i tagli alla scuola, pronto a ricorrere al TAR Lazio per far valere nelle aule di giustizia le ragioni di operatori ed alunni nel caso i tagli non verranno rivisti nella loro totalità.

Chiedo

alla S.V., di intervenire tempestivamente, inviando una nota urgentissima al Presidente del Consiglio Dott. Silvio Berlusconi, al MIUR nella persona del Ministro Gelmini e al MEF nella persona del Ministro Tremonti, per chiedere l’annullamento degli effetti della norma sopra citata riferita alla terza tranche di tagli prevista per l’A.S. 2011/12, altrimenti ritengo che sarà difficile garantire sia livelli minimi di istruzione che i servizi scolastici essenziali, in palese violazione della Carta Costituzionale.
E’ appena il caso di ricordare, che un modello scolastico efficiente e competitivo, passa anche attraverso la soluzione del precariato, con azioni che addirittura farebbero risparmiare lo Stato, così come auspicato dal Governatore della Banca d’Italia Dott. Draghi.
Visto che lo Stato risparmia, perché allora non stabilizzare queste persone, perché non stabilizzare i precari con più di tre anni di servizio, applicando una normativa comunitaria tra l’altro già recepita dal D. Lgs. 368/01 (Direttiva Comunitaria 1999/70/CE).
Sarebbe auspicabile semmai coprire tutti i posti vacanti e disponibili e cercare altrove i soldi che si vuole tenacemente togliere alla scuola: la lotta all’evasione fiscale parrebbe una strada percorribile.
Perché allora accanirsi contro la cultura, sottraendo utili risorse?
Un modello scolastico efficiente e competitivo, dovrà tener conto sia dei Docenti, sia della componente del personale ATA di ausilio alle attività didattiche, ma certo non di categoria inferiore, per cui sarebbe auspicabile lasciare invariati gli attuali organici, senza ulteriori tagli al personale, insostenibili per la categoria, già privata di numerose unità in organico di diritto, nelle more di definizione dei ricorsi sopra menzionati su cui si aspetta la pronuncia della Corte Costituzionale per la risoluzione della questione di cui trattasi, rasserenando l’ambiente scolastico e il personale ATA  in comprensibile fibrillazione.
Si confida nel buon senso dei rappresentanti di Governo, visto che, fare il bene dei precari, significa mettere la parola fine ad una guerra tra poveri, facendo il bene complessivo della scuola e degli insegnanti, anche perché dalla scuola deriva il futuro delle generazioni e la qualità del sapere, ma anche il bilancio dello Stato.

Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it






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