Soluzioni alternative alla patologia del precariato nella scuola
Data: Mercoledì, 27 aprile 2011 ore 16:25:00 CEST Argomento: Comunicati
Il problema del
precariato è enorme non perché è stato gridato nei giorni scorsi in
cento piazze d’Italia; non è enorme perché anche il ministro Gelmini lo
ha finalmente ammesso; non è enorme perché riguarda più di 100 mila
docenti e più di 60 mila amministrativi, tecnici e ausiliari delle
scuole statali.
È enorme perché è un fenomeno strutturale del sistema di istruzione
italiano. È enorme perché le sue dimensioni hanno raggiunto livelli
patologici: mediamente il personale precario con rapporto di lavoro
annuale o fino al termine delle attività didattiche è dell’ordine del
15% in Italia, con punte del 30% in alcuni territori. La patologia,
come qualsiasi malattia, non si cura con interventi normali, ma con
provvedimenti straordinari, alternativi, nuovi,
coraggiosi.
Quando il ministro Gelmini dichiara di aver concordato con il collega
Tremonti la prossima immissione in ruolo di 20-30 mila precari, dice
una cosa certamente interessante, ma non alternativa all’esistente,
anche se nell’emergenza economica attuale è importante e apprezzabile
strappare l’autorizzazione a nuove immissioni in ruolo.
Per questo problema “enorme” non bastano semplici soluzioni
amministrative. Occorre un provvedimento legislativo, originale,
diverso, condiviso, strutturale che tra l’altro definisca una strategia
di reclutamento concorsuale del personale docente, nel breve e anche
nel medio termine, di assoluta necessità. L’ultimo concorso è del 2000
e del penultimo si è persa traccia nella memoria collettiva.
L’urgenza di un percorso diretto a dare slancio a politiche concrete
per il personale è determinata dalla semplice constatazione che il
blocco da oltre 10 anni del reclutamento per concorso ha portato a una
situazione critica per le graduatorie per l’istruzione secondaria
superiore che registra circa 120 graduatorie esaurite specialmente per
le discipline tecnico-scientifiche.
Serve insomma un provvedimento che estirpi la patologia alla radice e
che non abbia la natura della sanatoria, come la storia di decenni di
scuola italiana ha dimostrato. (da
http://www.pupia.tv/notizie/009672.html)
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