Ricorsi al giudice per la perequazione stipendiale dei dirigenti
Data: Martedì, 26 aprile 2011 ore 09:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


I successi giudiziari mietuti dall’ANIEF di Marcello Pacifico a vantaggio dei precari hanno aperto piste mai prima esplorate e delineato aspettative e speranze nella magistratura del lavoro inconcepibili sino all’anno scorso. Del resto lo stop imposto da Brunetta alla contrattazione ha bloccato le vie tradizionali della negoziazione rendendola sterile. Trovare altre strade è stato quindi lo sbocco naturale per far valere le rivendicazioni di categorie o segmenti di categorie penalizzate da questo quadro normativo mortificante.
Non basta quindi prospettare agli aderenti un improbabile ritorno indietro o una cancellazione della Brunetta perché nel frattempo si ingenera sfiducia nella base sindacale che paga una tessera per avere ritorni immediati e non soltanto per una fidelizzazione ideologica come nel passato.
E la questione investe ora prepotentemente anche i dirigenti scolastici che da dieci hanno sbattono la testa contro il muro della sperequazione retributiva con le altre categorie della dirigenza del Pubblico Impiego.
La sostanza del problema è che la retribuzione della dirigenza si compone di tre voci e cioè il tabellare base che è uguale per tutti, la quota di posizione che si differenzia in base alla collocazione del dirigente e la quota di risultato che si percepisce in base a una valutazione che ad onor del vero non esiste o è finta o truccata a seconda dei comparti in cui si opera.
Orbene sono le quote di posizione e risultato che penalizzano fortemente i presidi rispetto agli Enti Locali o alla sanità o agli stessi ministeriali dove mediamente si registra un differenziale di 30.000 euro a sfavore dei dirigenti scolastici.
Perché i dirigenti scolastici debbono prendere 30.000 euro in meno quando poi fanno un lavoro più massacrante rispetto ai loro colleghi degli altri comparti?
Nessuno lo sa e tutti lo riconoscono ma puntualmente nessun governo mette un euro al momento dei rinnovi contrattuali.
E allora che si fa? Nulla dicono i sindacati tradizionali che fanno appello alla pazienza e alla tradizionale rassegnazione dei dirigenti scolastici sino a quando l’anno scorso è balzato alla ribalta un nuovo sindacato che in pochi mesi ha fatto un balzo esponenziali di iscritti passando da 33 a 450 chiamando tutti i dirigenti alla via giudiziaria alla stregua di altri soggetti a cui prima facevamo riferimento nel comparto della docenza.
In alcuni articoli il giurista Francesco Nuzzaci ha sostenuto la tesi che il diritto comunitario starebbe dalla parte dei dirigenti scolastici e se ben manovrato porterebbe anche a clamorose sentenze di riconoscimento da parte della magistratura del lavoro che da un anno a questa parte si sta dimostrando sensibile a questa musica.
Nuzzaci ha già provato a Lecce con il locale tribunale con risultati allo stato incoraggianti e ci hanno provato pure a Cosenza e in altre province nuclei di pionieri. A questo punto Fratta Attilio della dirpresidi ha preso il coraggio a quattro mani e ha lanciato la più gigantesca campagna di ricorsi giudiziari in tutta Italia chiedendo ai 10.000 presidi solo le spese vive di pochi spiccioli di deposito dei ricorsi coinvolgendo una schiera impressionante di avvocati domiciliatari che si sono dichiarati disponibili a gestire localmente il ricorso redatto da un pool centrale di giuristi di prim’ordine.
Sul sito www.dirpresidi.org ci sono tutti i materiali utili per aderire alla campagna; ma non è stato pubblicato il testo del ricorso che rimane ancora secretato nei cassetti della Confredir di Largo Amba Aradam sino a quando non verrà depositato in contemporanea nei tribunali di tutt’Italia dopo il 15 giugno 2011 data prevista per la conclusione della campagna di adesioni.
Com’è stato confezionato il ricorso e su quale linea di pensiero si muove? Ebbene a stare alle prime indiscrezioni contiene elementi di assoluta novità, quali il riferimento alla normativa comunitaria alla stregua di quanto fatto dai legali dell’ANIEF, e si presenta certamente imponente con una quantità di allegati molto voluminosa.
Ai giudici verrà fornito un materiale di lavoro prezioso e inedito in grado di smuovere un settore che per troppo tempo è stato marginalizzato in un’area riservata mentre ora torna sotto i riflettori.
Le adesioni già giunte sono numeri sorprendenti, con un gruppo (Dirpresidi Ricorsi Perequazione) attivato anche su facebook e coordinatato dalla preside Bianca Boemi del CNPI, e la vicenda si preannuncia densa di sorprese.

Salvatore Indelicato - s.indelicato@tin.it ( dalla letterina ASASI - Rete delle scuole autonome della Sicilia )





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