CislScuola, Graduatorie: una soluzione che lascia aperti i problemi
Data: Venerdì, 22 aprile 2011 ore 09:15:51 CEST
Argomento: Sindacati


Nel corso del previsto incontro del 21 aprile al MIUR è stata presentata ai sindacati la bozza di decreto ministeriale per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del personale docente per il biennio 2011/12-2012/13.
Com’era nelle previsioni, e in assenza di interventi di tipo legislativo, l’Amministrazione - modificando l’orientamento espresso in precedenti incontri - ha impostato il decreto sulla base dei seguenti criteri:
possibilità di inclusione limitata ad una sola provincia (ad eccezione di coloro che risultino ancora inseriti nella prima fascia)
possibilità di scegliere liberamente la provincia di inclusione, con inserimento a pettine.
Un ulteriore incontro, dedicato all’esame di eventuali proposte di integrazione e modifica del testo, è già stato fissato per giovedì 28 aprile: l’Amministrazione intende accelerare al massimo i tempi di emanazione del decreto, data la necessità di disporre delle graduatorie aggiornate in tempo utile per le operazioni di assunzione a tempo indeterminato e determinato.             
 La presentazione delle domande avverrà, come negli anni scorsi, in modalità “cartacea”, ferma restando quella on line solo per la scelta delle graduatorie di circolo e di istituto. E’ stata accantonata l’ipotesi di far coincidere obbligatoriamente la provincia di inclusione in graduatoria con quella di inserimento nelle graduatorie di istituto, che pertanto potrà continuare ad essere diversa.
Sono state fornite, inoltre, alcune indicazioni rispetto ad interventi di natura legislativa destinati ad accompagnare le procedure di aggiornamento delle graduatorie, intervenendo su alcune criticità che la complessa e controversa vicenda impone di affrontare.
Secondo quanto comunicato dall’Amministrazione, in un provvedimento legislativo d’urgenza si dovrebbe disporre:
un più consistente obbligo di permanenza nella provincia di assunzione a tempo indeterminato, oggi fissato per legge a tre anni (eventuale innalzamento ad almeno cinque);
la periodicità triennale, e non più biennale, delle procedure di aggiornamento delle graduatorie;
lo spostamento dal 31 luglio al 31 agosto del termine per l’effettuazione delle assunzioni da parte degli Uffici scolastici;
un’integrazione alla normativa di adeguamento alle direttive europee in materia di stabilizzazione dei rapporti di lavoro che escluda tale obbligo per i contratti relativi a supplenze su posto non vacante;
un piano di assunzioni a tempo indeterminato che si orienti all’obiettivo di coprire con personale di ruolo tutti i posti vacanti e disponibili (quelli coperti attualmente con supplenze annuali).
Nessun elemento di maggior dettaglio è stato fornito circa il numero delle assunzioni effettuabili (fermo restando che la richiesta del MIUR al MEF sarà quella di un’integrale copertura delle disponibilità): da definire anche la decorrenza del piano, che potrebbe operare già sul corrente anno scolastico, con assunzioni giuridiche dal 1°.9.2010.
Quest’ultimo ambito di questioni, ovviamente, è rimesso alle decisioni che saranno assunte in sede politica, in esito ad un confronto tuttora in corso e segnato da posizioni che non è facile comporre.
Grande spazio è stato dedicato ad un esame della situazione riguardante il contenzioso in atto relativamente al biennio 2009/11: come più volte evidenziato dalla CISL Scuola, il quadro si presenta a dir poco confuso e contraddittorio, stante l’assenza di decisioni di merito sui ricorsi in atto, che dovranno risolvere anche le incognite sulla competenza di giurisdizione, mentre continuano ad avere corso i provvedimenti disposti dal commissario ad acta, la cui natura cautelare è stata peraltro più volte ribadita.
La CISL Scuola ha denunciato con forza l’insostenibilità di una situazione che esigerebbe in tempi rapidi una pronuncia definitiva da parte del giudice amministrativo: è intollerabile il perdurare di una condizione di così pesa


da Tecnica della Scuola

Prove Invalsi: interviene anche il Tar Sardegna
di R.P.

Una dirigente scolastica di Nuoro si era rifiutata di inserire nell'ordine del giorno un punto relativo alle prove Invalsi. Il Tar impone di convocare il collegio entro la fine di aprile. Esultano i Cobas.
Si complica ogni giorni di più la vicenda delle prove Invalsi.
E’ di queste ore una notizia proveniente dalla Sardegna, il cui TAR ha accolto un ricorso presentato da due docenti di un circolo didattico di Nuoro.
La dirigente scolastica della scuola si era rifiutata di inserire all’ordine del giorno del collegio dei docenti un punto relativo alla questione delle prove Invalsi.  da Tecnica della Scuola
In realtà le due docenti, che avevano messo insieme le firme necessarie per ottenere l’inserimento dell’argomento all’ordine del giorno della riunione, erano intenzionate a presentare al collegio una mozione di protesta tesa in particolare a sostenere la non obbligatorietà delle prove.
La dirigente - dal canto suo - intendeva evitare la discussione della mozione ed una sua eventuale approvazione.
Ma il Tar della Regione Sardegna ha dato torto alla Amministrazione scolastica imponendo alla dirigente di convocare il collegio entro 5 giorni dal ricevimento della sentenza e comunque non oltre il 30 aprile, anche in considerazione dell’urgenza (la somministrazione delle prove inizierà il 10 maggio).
I Cobas della Sardegna, che hanno sostenuto il ricorso mediante i propri legali, gridano vittoria e sottolineano come “l'Ordinanza vada al di là dello specifico INVALSI perché conferma il potere dei componenti del Collegio Docenti anche in termini generali e invoglia certamente molte/i colleghe/i a riappropriarsi degli stessi dopo molti/troppi anni di assuefazione al dominio dirigenziale negli organi collegiali”.
Nel merito della vicenda, il Tar ha evidenziato che “l’eventuale incompetenza del collegio dei docenti a deliberare sull’oggetto indicato dai ricorrenti è questione che potrà essere esaminata nella detta riunione, e potrà eventualmente costituire motivo di rigetto della mozione presentata dagli stessi, ma non può ritenersi ragione preclusiva alla convocazione dell’organo collegiale”.(da CislScuola)

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