Da Berlusconi alla Gelmini, fino alla Carlucci, tutti contro l'istruzione italiana. Ma nessuno prova a migliorarla.
Data: Mercoledì, 20 aprile 2011 ore 06:40:29 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Nelle ultime settimane le attività scolastiche hanno occupato la maggior parte del mio tempo: consigli di classe, il ricevimento generale dei genitori, compiti in classe da preparare e da correggere, un paio di gite da un giorno (partenza alle sei di mattina e ritorno alle 20) e, infine, lo scambio con una scuola tedesca, a cui ho partecipato marginalmente, organizzato magnificamente dai miei colleghi.
Ospitare studendi e professori stranieri, oltre che una stupenda occasione per i ragazzi di confrontarsi con culture diverse, dà anche l'opportunità ai docenti di confrontare i modelli di istruzione, metodi di insegnamento e vita scolastica in genere. Purtroppo molto spesso è il nostro Paese a dimostrarsi in ritardo rispetto agli altri Stati europei 
 Per esempio, in Germania portare i ragazzi fuori dalla scuola per svolgere attività didattiche è molto più semplice che da noi. In generale i colleghi tedeschi mi sono sembrati più sereni e ne hanno motivo: da loro la scuola statale è importante per le famiglie e la società, che si fidano del lavoro svolto dagli insegnanti e lo rispettano. E questo vale per quasi tutti i Paesi dell'Ue.
GLI ATTACCHI ALLA SCUOLA. Da noi le cose non stanno esattamente così. Abbiamo un ministro, Mrs G., che esercita continue pressioni ingiustificate sugli insegnanti e sembra che chiunque possa permettersi di criticare pesantemente il nostro lavoro e di insultarci neanche tanto velatamente.
Tra i detrattori dell'ultima ora si è aggiunta anche Gabriella Carlucci, che sicuramente ha fatto molte cose nella sua vita, ma non ha mai insegnato. A che titolo si permette di criticare le scelte dei libri di testo, che peraltro sono valutati collegialmente da tutti gli insegnanti della stessa materia durante un’apposita riunione che si effettua ogni anno a maggio? Non sa che eventuali nuove adozioni devono essere approvate dai rappresentanti degli studenti e dei genitori durante il consiglio di classe e infine ratificate dal collegio dei docenti?
LA GUERRA DI MR B. Uno dei più accaniti nemici della scuola pubblica è Mr B., che ultimamente deve essere a corto di argomenti, visto che ripete sempre le stesse cose. «Gli insegnanti di sinistra inculcano valori sbagliati» ha urlato. Ribadisco che il nostro compito non è inculcare, ma insegnare ed educare. Mi piacerebbe sapere, visto il suo stile di vita, quali siano i principi che gli sono stati inculcati. È evidente la disparità tra ciò che afferma e i suoi comportamenti disinvolti, non solo nei risvolti privati, ma anche come imprenditore e come presidente del Consiglio.
Le sue ultime ossessioni sono la magistratura e la scuola statale, forse perché non si piegano alla sua volontà di dettare legge in ogni campo e al suo desiderio di avere intorno persone osannanti e compiacenti.
Mr B. può comprare gioielli, case, politici e donne, ma non può comprare magistrati e insegnanti e penso che questo gli dia molto fastidio, dato che il suo potere è basato sul consenso della “gente”.
I TAGLI ALLE ORE DI LEZIONE. Credo comunque che questo nuovo attacco nasconda anche il tentativo di mascherare ciò che sta emergendo da molti quotidiani nazionali e locali, cioè i pesanti tagli che la scuola statale dovrà affrontare nel prossimo anno scolastico, grazie ai “miglioramenti” introdotti dalla riforma di Mrs G.
Per molte materie, infatti, le ore saranno ridotte o scompariranno, le classi saranno accorpate, naturalmente allo scopo di migliorare la qualità dell’insegnamento e di facilitare la vita agli studenti, che si troveranno stipati in aule dove, per muoversi, dovranno far spostare i banchi dei compagni. Apparentemente passeranno lo stesso tempo a scuola, perché le lezioni da quest’anno sono di 60 minuti. Ma diminuiranno però le ore effettive di insegnamento per molte materie, con buona pace dell’offerta formativa.
La strategia, come per i magistrati, sembra quella di calunniare e insultare pesantemente gli insegnanti, con accuse che a venti anni dalla caduta del muro di Berlino appaiono francamente ridicole. Purtroppo le prime vittime di queste ossessioni e della smania di potere e di denaro saranno le generazioni future, private della possibilità di crescere in un ambiente sereno e di avere le stesse possibilità indipendentemente dalla situazione familiare di partenza. (da http://www.lettera43.it/ di Nadia Marchetti)

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