Se i docenti avessero veramente indottrinato i loro alunni la sinistra sarebbe dovuta essere da sempre al governo: e invece...
Data: Lunedì, 18 aprile 2011 ore 12:41:32 CEST
Argomento: Redazione


Non credo che la mandorla possa maturare infornandola dentro la netta considerazione che i sessantottini ormai sono quasi tutti pensionati da qualche anno, come ha sostenuto il buon Polibio da questo sito, o che oltre il 70% dei docenti non è di sinistra, come dice il Cidi in un sondaggio. Né illuminando e riscaldando  l'altra netta evidenza fruttaiola che se la scuola fosse veramente un potere forte in mano alla sinistra oggi al governo ci sarebbero i rossi e non solo da oggi, ma da qualche cinquantennio, visto che attraverso i suoi banchi, anche escludendo le private, sono passati un buon 80% di italiani che è la maggioranza assolutissima e che se fossero stati veramente “inculcati” dalla docenza comunista non avremmo ora Berlusconi e la sua schiera al governo. Né serve fare rilevare che i ministri della istruzione, dalla fondazione della Repubblica, siano stati sempre democristiani con esclusione di Luigi Berlinguer e di De Mauro che in poco più di una legislatura non potevano sicuramente  sovvertire la scuola.
Evidenze così assolute che scoraggia perfino evidenziarle con qualunque lievito e in qualunque forno. Perchè allora il nostro presidente lancia questi anatemi contro i professori e la scuola pubblica, a cui fa eco anche la Gelmini e tutti i suoi parlamentari compresi i deputati ex An, statalisti per tradizione e cultura? E' un bel problema che però mi riguarda poco, mentre interessante è capire perchè i suoi elettori, quelli cioè che votano Berlusconi e il suo partito,  non facciano riflessioni similari  e non considerano le evidenti bugie pronunciate da chi guida la nostra nazione, sia sui professori tutti comunisti, e sia sull'indottrinamento che si opererebbe nella scuola pubblica. Non si tratta di essere di un partito o dell'altro, si tratta solo di fare mente locale su un dato incontrovertibile e senza scomodare sondaggi, contabilità e numeri: se fosse vero che i professori  inculcano le loro idee di sinistra,  indottrinando i ragazzi, da decenni ci dovrebbe essere la sinistra al potere. E siccome non è così, anzi è esattamente al contrario, il presidente dice una cosa non vera.
Sono convinto pure  che tutti possiamo dire una menzogna, tranne chi guida una Nazione perchè ne potrebbe dire molte altre e su altri fronti anche più delicati, imbrogliando il popolo che lo vota. Per questo la bugia non dovrebbe avere legittimità legislativa, come accade in altre parti del mondo, dove al premier la prima cosa che si richiede è l'osservanza strenua della verità. 
Con ogni probabile evidenza il sonno momentaneo della ragione sta generando mostruosi sogni che prima o dopo al risveglio dovrebbero volare via, come è presocchè accaduto nel corso della storia dopo eventi non del tutto edificanti. Non le voglio ricordare, ma questo accanimento alla contrapposizione ideologica e istituzionale, in un paese che è nato dalla contrapposizione tra Romolo e Remo, tra guelfi e ghibellini, tra signorie e comuni, tra nord e sud, tra fascisti e partigiani non può portare altro che nuove contrapposizioni e quindi nuovi divisioni con esiti che possono essere anche pericolosi. Non capisco se l'obiettivo sia questo, ma resta la domanda: coma può l'elettorato del Pdl non accorgersi che il loro premier afferma teoremi privi di qualunque fondamento?

Pasquale Almirante
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