Se un docente di sinistra che brandisce un libro di sinistra inculca idee di sinistra...
Data: Domenica, 17 aprile 2011 ore 21:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


Lettere in redazione
La quotidianità delle esternazioni (rigurgiti, tecnicamente) del premier dovrebbe averci ormai “mitridatizzati” e  sollevarci quindi dall’ obbligo di indignazione e risposta, derubricando il tutto ai vaneggiamenti di un anziano  arteriosclerotico.
Accade poi, come oggi, che la misura venga abbondantemente superata e che quindi ci si senta obbligati a imbracciare la penna e a scrivere.
Parlando di scuola, il premier afferma in sintesi che le riduzioni dei costi della scuola pubblica servono a finanziare le iscrizioni alle scuole cattoliche di quegli alunni che si trovano di fronte un docente di sinistra che brandendo un libro di sinistra inculca (aridanghete) idee di sinistra in ragazzi di buona famiglia cattolica. In tal caso, nell’attesa della commissione censoria sui libri proposta dalla sig.ra Carlucci, l’unica via di fuga sembrerebbe essere un esilio a pagamento nelle scuole confessionali.
Nella sua disamina il premier non cita il caso di insegnanti di destra che inculcano idee populiste (come la pretesa di disuguaglianza di fronte alla legge, la selezione per censo, il razzismo) utilizzando libri di destra. Mi chiedo se non ne parla perché ritiene che non ve ne possano essere nel corpo docente italiano (nel tal caso, da insegnante, lo informo che invece ne esistono) o piuttosto perché in questo caso la loro azione è considerata lecita e benedetta… Nella seconda ipotesi, mi piacerebbe tanto trovare una scuola privata fatta per i figli di persone di sinistra, ma l’offerta di mercato in tal senso è carente.
Altra questione, la riduzione dei costi a favore della scuola privata. Informo il premier che è più sintetico chiamarli tagli, di personale e di risorse. Lo informo altresì che mentre logica imporrebbe che gli organici delle scuole si formassero in funzione del numero degli iscritti, il criterio applicato da tre anni a questa parte è che dato un numero non contrattabile di docenti da tagliare, fra i restanti vengono divisi gli alunni, prescindendo da ogni valutazione sull’efficacia dell’ azione didattica; in tal senso appare emblematica la situazione del plesso scolastico di S.Lucia ad Acicatena, dove è stata costituita per il prossimo a.s. una classe prima elementare con 30 (trenta) alunni di cui uno diversamente abile.
 Mi sembra giusto ricordare, infine, che la nuova scuola della Gelmini ha previsto, assieme al maestro unico, tagli generalizzati alle ore di lezione in ogni ordine di scuola (e questo ben prima della crisi economica, tanto per non fare attribuire ad essa l’origine del provvedimento). Le scuole elementari stanno quindi riducendo il proprio orario di lezione a 27 ore, non avendo più in organico gli insegnanti necessari a garantire le 30 ore disponibili fino al 2008.
In un contesto come questo a poco valgono gli sforzi di docenti, dirigenti e personale della scuola statale per migliorare la propria offerta formativa ed essere concorrenziali con la scuola privata, che risulterà sempre più accogliente e organizzata di quella pubblica.
 D’altro canto, se in una gara non solo l’arbitro, ma anche il tuo allenatore sta dalla parte dell’altra squadra, spuntarla è veramente dura.

Giuseppe Grasso
giugrass@tiscali.it






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