Professori di sinistra? Insegnare pallido e assorto.
Data: Domenica, 17 aprile 2011 ore 18:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Le ho tutte le aggravanti: docente della scuola statale, del sud, compagna per anni di una “toga rossa”, dirigente di partito, non berlusconiana, infine, maiuscolo, di SINISTRA e dunque eversiva. Affascinata da un ideale terribile, pardon, ideologia: combattere le diseguaglianze sociali e battermi per i diritti civili. Praticamente una criminale. Credevo di essere una moderata: mi sono svegliata eversiva.
"No, ragazzi, la questione non merita un commento". Avrei detto in altri tempi. "E’ ridicola". Avrei detto in altri anni. Ettepareva, pensavo invece qualche settimana fa al ripetuto attacco contro la mia categoria. E oggi ancora. Ma dai..Basta. Se non fosse che la parola “barzelletta” suona ormai fastidiosa, direi che proprio di barzelletta si tratta. Comincio a pensare che tra un po’ mi suoneranno alla porta..                 
Di nuovo? Contro i “docenti di sinistra”? Con tutto il fango realmente condannabile, giusto ai docenti deve andare il suo pensiero? Valori? A chi e da che pulpito? Quo usque tandem, berluskoi, abutere patientia nostra? Quante volte lo devo ripetere che la scuola s’è rotta?

Pover’uomo, toglietegli il microfono, curatelo, come disse la Veronica. E’ malato. Lo ha detto lei.
E’ lo stesso uomo che le figlie più fresche di quelle famiglie se le invita a cena fino all’alba. Che ci fa una diciottenne fino all’alba con un anziano nonno settantenne? Ripasso di valori validi? Che valore ha una serata uggiosa? Piuttosto, che prezzo ha. Fosse solo per una questione di stile.
Si togliesse di bocca la parola famiglia, l“Habemus nonnum” o “nonnullum”. Mica sbaglia il nonno presidente quando mi accusa che a volte dissento dalle famiglie, che a volte remo contro le idee e i valori inculcati dalle famiglie di alcuni dei miei alunni: furbizia, malaffare, ignoranza. Contro le mamme che chiedono alle figlie quanto le ha pagate quel “vecchio taccagno”. Sono queste le famiglie che bazzicano intorno ad Arcore? Penso siano ben altro le famiglie italiane.

Io, docente di sinistra, mi ostino a farli studiare nonostante mille altri interessi li allontanino dai libri e dalle idee: le sue televisioni su tutto. E’ una palese eversione, un attacco alla “libertà” educativa? Farli studiare? Perché è notorio: alle private non studiano, hanno un bonus per l’ignoranza.

“Mi consenta, professoressa, ma lei è matta? Li mandi a lavorare, mica si mangia coi suoi libri zeppi di storture ideologizzate”.
Voce del verbo comprare. "E’ malato". Voce del verbo vendere. Mala tempora. Avrebbe detto persino Gianburrasca, se fossimo qualche lustro fa. Ma che disegno del mondo vuol fingerci?

La verità è ancor più evidente: non ci sono preoccupazioni educativo-pedagogiche in tutto ciò, c’è solo ricerca di consenso: da un lato tra le gerarchie cattoliche, detentrici di un piccolo impero economico-ideologico, cioè i loro istituti scolastici, e dall’altro in quella parte di elettorato che rappresenta lo zoccolo duro per Berlusconi: cattolico e di livello scolastico medio basso. Attenzione: non è un giudizio, è un dato.

Mi ostino ad essere “non berlusconiana”, piuttosto che contro. Vorrei proprio che non ci fosse, altro che dedicargli le mie parole, o spendere tutto questo tempo a contraddirlo. Perché è ormai così ridicolo, grottesco, ridondante che il “contro” mi sembra un avverbio esagerato. E’ giunta l’ora di parlar d’altro. Purtroppo le ricadute sono Tremonti e la Gelmini e i loro tagli che affannano le mie giornate, come si fa a non pensarci?

Fosse solo lui…Provo sconcerto non per il personaggio, che ormai non sorprende ma deprime; mi sconcerta, mi spaventa, mi terrorizza la parte di paese che dimostra di non capire o, peggio, non capisce. Perché è più scemo il Carnevale o chi gli va dietro?
Inorridisco alla vista di una felpa per ragazzine al mercato con la scritta “rubacuori” e urlo al pensiero di chi ci ride su, di chi ci sorride su, ma ancor più di chi rimane indifferente e zitto. Mi terrorizza il silenzio degli onesti, non il vociare cicisbeo con annesso panino e coca cola davanti alla procura di Milano.

Mi terrorizza il silenzio rassegnato di centinaia di migliaia di miei colleghi, quello sì che mi disorienta e sempre di più. Come se davvero da un minuto all’altro qualcuno dovesse bussare alla loro, alla mia, porta.     (da l'Unità.it di Mila Spicola)

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