Gli studenti contro gli attacchi del premier: ''Non crede nella scuola pubblica? Vada a casa''
Data: Domenica, 17 aprile 2011 ore 06:51:14 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Silvio Berlusconi torna ad attaccare 1 la scuola pubblica, che "inculca ideologie e valori diversi da quelli della famiglia". E la reazione degli studenti, di chi vive ogni giorno la scuola, non si fa attendere. Il messaggio è firmato dalla Rete degli Studenti: "Il premier come al solito ci delizia con uno dei suoi show che hanno come protagonisti i comunisti, gli insegnanti di sinistra e le scuole private, paladine della libertà". Uno show che stanca, annoia: "Se il premier la pensa in modo diverso dalla Costituzione lo pregiamo di andare a casa". Poi l'appello: "Tutti in piazza il 19 aprile".              
 "Ci siamo stufati". E si torna a difendere la dignità e il valore dei loro insegnanti. "La scuola pubblica italiana non inculca e le famiglie e le mamme d'Italia saranno veramente libere, così come gli studenti, quando avranno la possibilità di frequentare una scuola pubblica che funziona, aperta a tutti, di tutti e di qualità". Non manca la stanchezza. Per un governo il cui scopo principale sembra essere quello di mettere a rischio il futuro dei giovani italiani:  "Ci siamo seriamente stufati di dover difendere continuamente la scuola pubblica dagli attacchi del presidente del consiglio. La scuola è pubblica. E se Berlusconi è di un altro parere non può governare l'Italia e lo preghiamo di andare a casa".

L'ipoteca sul futuro. Toni simili anche dall'Unione degli Studenti: "Questo attacco fatto di uscite pubbliche, ma soprattutto di politiche devastanti per la formazione e di chi vivi questi luoghi ha oltrepassato ogni limite". E ancora: "l'assenza di politiche che difendano la scuola pubblica, è la cifra della nostra ribellione a questo governo". Sotto accusa il caos provocato dalla legge Gelmini, la diffusione dei diplomifici, i tagli al personale e l'incuria per l'edilizia scolastica. Ipoteche che pesano sul presente e sul futuro degli studenti.

19 aprile. Poi l'annuncio di nuove mobilitazioni. "Il 19 quindi le studentesse e gli studenti saranno in piazza in oltre 50 città italiane per preparare lo sciopero generale del 6 maggio". E non solo proteste. Ma proposte, diffusione di conoscenze e informazioni. Ancora dall'Unione degli Studenti: "Chiederemo risorse per il diritto allo studio, un vero welfare per scegliere i nostri percorsi di vita senza legami e il libero accesso alla cultura. E' arrivato per noi il momento di riprendere parola e cacciare questo Governo che ci sta togliendo ogni diritto".

La Cgil. Per Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, "le parole del presidente del Consiglio contro la scuola pubblica sono eversive perché mirano a cancellare la libertà d'insegnamento. È Un ulteriore attacco ai valori della Costituzione". Per Pantaleo, "un presidente del Consiglio e un Governo moralmente impresentabili non hanno alcun diritto di attaccare il diritto allo studio e la dignità dei docenti". Poi l'invito a partecipare, compatti, allo sciopero genarale indetto dalla Cgil per il 6 maggio. "Berlusconi sappia che non riuscirà a trasformare gli insegnanti in suoi portavoce o nelle veline delle sue televisioni".

AteneinRivolta. E la condanna per le parole di Berlusconi arriva anche dal mondo dei collettivi universitari: "È una retorica del governo che va avanti da anni". Poi la precisazione: "La scuola pubblica non è in mano ai comunisti, è ancora una scuola che riesce a formare persone libere in grado di pensare ed agire con la propria mente. Forse proprio questo dà fastidio al governo".

Vendola. "Io capisco benissimo Berlusconi. Lui è un grande pedagogo, gli insegnanti che considera adeguati sono Lele Mora, Fabrizio Corona ed Emilio Fede". Così il leader di Sel. Vendola ha aggiunto che "la pedagogia di Berlusconi è la pedagogia di Ruby. La stessa Gelmini persegue un disegno organico: una scuola è un'università che sono scomparse dal centro della scena sociale, si sono aziendalizzate e quindi non educano più alla società, ma al mercato. Si vive in una grande azienda - ha aggiunto - e la scuola viene soppiantata dalla cattedra del trash televisivo dei reality".  (di Carmine Saviano da Repubblica)

redazione@aetnanet.org






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-241165.html