Bankitalia: precari e giovani disoccupati in aumento
Data: Sabato, 16 aprile 2011 ore 12:10:42 CEST Argomento: Rassegna stampa
A
livello generale siamo tornati ai livelli minimi dell'estate scorsa.
Per la Cgil i più a rischio sono i dipendenti non di ruolo delle
pubbliche amministrazioni: metà dei contratti non verrà confermato. E
la scuola? Rimane un mondo a sé: l’incertezza è ormai un dato d fatto.
Insomma, se nella scuola i supplenti abbondano, con circa 300.000
aspiranti ai posti annuali, e almeno altrettanti inseriti nelle
graduatorie d’istituto per le sostituzioni di breve durata, gli altri
settori non sono da meno. Ad iniziare dalla stessa Pa. A confermarlo è
anche il responsabile del dipartimento settori pubblici della Cgil,
Michele Gentile, secondo cui "circa 120mila contratti precari delle
pubbliche amministrazioni, che scadranno nel corso dell`anno, non
verranno rinnovati per effetto della manovra economica dello scorso
anno.
Il tutto per risparmiare 100 milioni di euro ogni anno, mentre
si confermano ingenti e discrezionali spese superflue". Secondo il
dirigente sindacale "sono circa 240mila i contratti nelle pubbliche
amministrazioni che, a seguito dei tagli contenuti nella manovra
economica del 2010, si dimezzeranno nel corso di quest`anno: numeri
impressionanti che dovrebbero impegnare governo e parlamento che invece
si dedica ad altro".
Alla luce di questi dati generali allarmanti, c’è da dire che per la
scuola rispetto a quanto accaduto nell’ultimo biennio non vi sono
comunque grosse novità in arrivo. I tagli agli organici (circa 25.000
cattedre e 15.000 non docenti), saranno infatti compensati dall’alto
numero di pensionati dal prossimo settembre: circa 27.000 docenti e
7.000 Ata. Certo, rimane il ‘nodo’ del salva-precari (ancora non si
hanno notizie certe), del nuovo reclutamento (ormai imminente) e del
prossimo aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento. Sono però
questioni che chi lavora nella scuola dà ormai per acquisito: a giorni
è attesa una norma che giustificherà questo stato di cose,
contrassegnato dalle incertezze, con l’aleatorietà dei posti (il numero
cambia di anno in anno in base a fattori imponderabili). Così la
precarietà sarà anche giustificata. (di Alessandro Giuliani da
Tecnica della Scuola )
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