Umberto Eco: ”La polemica del Pdl sui libri imparziali a scuola? Una piccola cosa”
Data: Sabato, 16 aprile 2011 ore 12:06:56 CEST
Argomento: Rassegna stampa


''De minimis non curat praetor'', ovvero "il pretore non si occupa delle cose piccole". Così Umberto Eco all'Adnkronos, commentando la polemica innescata dalla proposta di alcuni parlamentari del Pdl di costituire una commissione parlamentare di inchiesta sulla imparzialità dei libri di testo adottati dalla scuola italiana.
Eco tocca l'argomento nell'ambito della conferenza su 'Memoria e dimenticanza' tenuta all'Accademia dei Lincei, di cui fa parte dalla fine dello scorso anno, e iniziata con la considerazione che ''la riforma Gentile era stata più avveduta della riforma Gelmini''. Un giudizio che spiega raccontando come, in un esame, uno studente attribuì la strage di Bologna ai Bersaglieri: ''La visione della 'breccia' - interpreta Eco - ha fatto corto circuito con un'altra nozione imprecisa, poco più di un flatus vocis, concernente la breccia di Porta Pia''.         
  Un'imbarazzante situazione, l'equivoco sulla strage di Bologna, che secondo lo scrittore non sarebbe accaduta alla sua generazione: ''Nel 1942, avevo dieci anni, sapevo che il primo ministro italiano ai tempi della marcia su Roma era stato, come lo definiva la scuola fascista, l'imbelle Facta e sapevo persino il nome dei quadrunviri''.
Una situazione dovuta, secondo lo scrittore, alla ''continua censura che non solo i giovani ma anche gli adulti stanno subendo circa una gran quantità di notizie, specie quelle sul tempo che fu''.
Eco ricorda poi come il 17 marzo, interrogati dalle 'Iene' televisive sul perché quella data fosse stata scelta per celebrare i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia, molti parlamentari abbiano dato risposte assai poco puntuali. Lo scrittore parla quindi del continuo bombardamento di informazioni a cui ogni giorno siamo sottoposti, spiegando come questo determini la necessità di sintetizzare, selezionare, rimuovere notizie considerate 'inutili'.
Quanto a Internet, Eco lo considera un grande fenomeno democratico ma lo contrappone alla Tv ''che fa bene ai poveri e male ai ricchi, Internet invece - rimarca - fa bene ai ricchi e male ai poveri'', intendendo per ricchi e poveri i colti e meno colti.
A chi, infine, gli chiede perché ultimamente i lavori scientifici dei ricercatori italiani sono scritti spesso in lingua inglese, risponde: "Certo per un premio Nobel è un limite essere nato in Botswana, come è un inconveniente per persone di grande ingegno aver scritto solo in italiano; ma penso che tra qualche anno sarà una disgrazia essere nato a New York visto che si arriverà a parlare solo in cinese".  (Adnkronos)

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