Tar: ''illegittimi'' i tagli al personale. Battaglia sulle graduatorie dei precari
Data: Venerdì, 15 aprile 2011 ore 17:24:38 CEST Argomento: Rassegna stampa
Il Tribunale
amministrativo del Lazio boccia le circolari della Gelmini che hanno
"eliminato" 67 mila cattedre in due anni: al momento nessuno può
prevedere le conseguenze. L'Avvocatura dello Stato: impossibile
impedire lo spostamento di provincia senza una legge ad hoc. (di Salvo
Intravaia da Repubblica.it)
I tagli agli organici del personale
scolastico sono illegittimi: lo ha stabilito una sentenza del Tar del
Lazio. Intanto, la partita dell'aggiornamento delle graduatorie
dei precari potrebbe trasformarsi in una battaglia politica dagli esiti
imprevedibili. Quella del Tar Lazio
di ieri, per il ministero dell'Istruzione, è l'ennesima bocciatura da
parte della giustizia amministrativa, dopo quelle relative alle
graduatorie ad esaurimento, alle classi sovraffollate e quella sulle
riduzioni di orario per gli istituti tecnici e professionali, solo per
citare le ultime in ordine di tempo. Questa volta, a ricorrere
contro i provvedimenti del ministero sono stati un Comune (quello di
Fiesole), la Flc Cgil e diversi genitori.
Secondo i giudici, sono due i motivi che hanno determinato
l'annullamento delle circolari ministeriali sul taglio di 67 mila
cattedre negli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011. Il primo,
riguarda lo strumento utilizzato da viale Trastevere per alleggerire
gli organici del personale docente: una semplice circolare ministeriale
che si appoggiava su una bozza di decreto interministeriale. Per sforbiciare 42 mila posti l'anno
scorso e 25 mila quest'anno "l'amministrazione ha diramato la
circolare", la numero 38/09, "allegando un mero 'schema' di decreto
interministeriale, non ancora formalmente in vigore", scrivono i
giudici.
Il secondo motivo attiene alla procedura seguita. "In particolare - si
legge nel dispositivo - lo schema di decreto, non solo sarebbe da
ritenersi atto privo di attuale efficacia giuridica, ma sarebbe altresì
approvato senza il 'previo parere delle Commissioni parlamentari
competenti' invece espressamente prescritto dalla norma". Insomma, ancora una volta, come più volte
lamentato dalle opposizioni, sarebbe stato esautorato il Parlamento. Al
momento nessuno è in grado di prevedere gli effetti del provvedimento
del Tar.
Una cosa è certa, per effetto del
taglio di 87 mila cattedre in tre anni, migliaia di supplenti hanno
perso posto e stipendio e milioni di bambini e studenti italiani hanno
perso decine di ore di lezione in classe. Per non parlare delle
migliaia di docenti di ruolo costretti a fare le valigie, magari dopo
anni di servizio nella stessa scuola, perché con la riforma Gelmini la
loro materia è stata falcidiata. Ricominciando, in qualità di docente
"sovranumerario", a fare il pendolare e, non più giovanissimo, a
percorrere decine di chilometri per recarsi a scuola.
In queste ore si fanno sempre più insistenti le voci di un prossimo
decreto sull'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento dei precari
con la possibilità per gli stessi di cambiare provincia. Dopo la recente sentenza della Corte
costituzionale, che ha dichiarato illegittime le graduatorie "di coda"
inventate dalla Gelmini, arriva il parere dell'Avvocatura dello Stato
richiesto da viale Trastevere, secondo il quale non è possibile
impedire lo spostamento di provincia senza una norma di legge ad hoc.
A questo proposito, il ministero starebbe per emanare, quindi, un
decreto di aggiornamento delle graduatorie con il quale consentirà
l'inserimento "a pettine" - cioè con il proprio punteggio - ma in una
sola provincia. Una notizia che è attesissima da migliaia di precari
meridionali, pronti a fare le valigie alla volta delle regioni del
Nord, dove le cattedre a disposizione sono tantissime e le probabilità
di lavorare aumentano in modo esponenziale.
Ma, da tempo, l'ipotesi non piace alla
Lega, che col senatore Mario Pittoni si è fatto promotore di una
proposta di legge che prevede liste regionali suddivise in due sezioni:
A e B. Questa volta, però, il ministero è tra l'incudine e il
martello: qualche giorno fa 61 deputati, quasi tutti meridionali, hanno
chiesto al ministro Gelmini di portare la questione in Parlamento. Un
chiaro avvertimento al governo: con i tempi che corrono un
provvedimento di legge pro-Lega potrebbe riservare brutte sorprese.
redazione@aetnanet.org
|
|