Il vero clandestino è chi si nasconde… per non pagare le tasse!
Data: Venerdì, 15 aprile 2011 ore 09:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Lei non sa chi sono io? Mi chiamo: Ahlam, sono Fatima, io Gamal, Ibrahim, il mio nome è Latifa, il mio Mahfuz, io Malika, sono Mashen, Mohammed, Nadir, Nurrudin, Tahaar, io Yasmina…  Siamo poveri, veniamo dalle vostre ex colonie! Ci chiamate clandestini.
Lei non sa chi sono io!!! Io sono VIP: sono Cesare Pambianchi, proprietario della catena di palestre "Dabliù"; sono Alemanno, sindaco di Roma; la Principessa Fabrizia Aragona Pignatelli; mi chiamo Francesco D'Ovidio Lefebvre, professore universitario; ed io Camilla Crociani, moglie di Carlo di Borbone; siamo Valentino Garavani e Renato Balestra, stilisti; famiglia Bulgari gioiellieri; Stefania e Amanda Sandrelli, attrici; Elisabetta Gregoraci showgirl e mio marito Flavio Briatore … Siamo furbi: con lo scudo fiscale abbiamo pagato il 5% e ci siamo tenuto il 40% e più. Siamo tutti ricchi. Siamo tra  i 5.595 della "lista Falciani", quella degli evasori fiscali da 5 miliardi e mezzo di euro.
Lei lo sa chi sono io? Mi chiamo Giovanni, sono impiegato statale e pago le tasse al 38% con ritenuta sullo stipendio; ho studiato lettere, conosco il greco antico e il latino cristallizzato.  Do del tu alle parole. Ogni tanto mi indigno per i fatti italiani e vorrei andare clandestino … in Africa!

Il termine "clandestino" deriva dall’avverbio latina "clam" che significa letteralmente "di nascosto, di soppiatto". I politici si ostinano a usare a sproposito il termine "clandestini" per definire persone che, senza nascondersi ma alla luce del sole o della luna, a bordo di visibilissimi barconi, approdano sulle nostre rive quasi sempre sotto gli occhi di agenti di polizia assediati da una folla di giornalisti e di telecamere.  Mai si era visto un fenomeno di clandestinità così lampante e così visibile, determinata da cause altrettanto evidenti e conclamate. Per il vocabolario, “clandestino” è sinonimo di «nascosto » o di «segreto»; l’etimologia, poi, indica nel clandestino «chi si nasconde di giorno».
Clandestini veri, in Italia, sono quelli che non pagano le tasse. L'evasione fiscale è un comportamento da clandestino: si nascondono i soldi e i beni per sottrarsi all'obbligo civico-morale di pagare i tributi. Clandestini sono i soldi degli evasori che sbarcano nei “paradisi fiscali” o le somme nascoste dentro i falsi in bilancio; clandestino è il pagamento nel lavoro nero; clandestino è il 38% di ogni € in questo nostro Stato che celebra indifferente i suoi primi 150 anni! Il contribuente italiano, in media, evade 38 € ogni 100 € di imposte versate al Fisco. Scrive Alessio Liberati sul Fatto Quotidiano del 4 aprile 2011:  “Avendo una cultura giuridica aperta al diritto internazionale e ad una visione globale, trovo corretto (se non doveroso) parlare di “migranti economici”. Questa locuzione indica più correttamente il fenomeno in sé, lasciando da parte i pensieri negativi che evoca, invece, il termine clandestino. (…) Ieri passeggiavo per le vie di Firenze con mio figlio di due anni, che è cittadino italiano solo perché un nostro lontano avo non se la sentì, al contrario dei propri fratelli, di migrare negli Stati Uniti per cercare lavoro, come fecero migliaia di italiani dopo la prima grande guerra, quando mi ha indicato con la sua manina una targa, apposta in via Ghibellina. C’è scritto:  “Clandestino, condannato a morte, nell’agosto 1944, negli ultimi giorni dell’occupazione nazifascista, Sandro Pertini, futuro Presidente della Repubblica, qui dimorò fraternamente accolto”.
Sto anch’io con i partigiani e vorrei che in Italia si facesse di più per la lotta ai clandestini fiscali, anziché fare i forti coi deboli e i poveri.
Ho assegnato, ad una mia classe di alunni, il seguente tema: “Inventa un racconto verosimile in cui tu partecipi con altri africani ad un viaggio di emigrazione.  Stipati in un camion avete attraversato chilometri di deserto e ammassati  in un barcone avete navigato il Mediterraneo  per approdare a Lampedusa”. Domenico Greco. non ha svolto l’argomento, ma ha scritto questi versi ermetici:
“Finalmente !
Arrivati a Lampedusa.
Lungo ed orribile il viaggio!
Ammassati ed impauriti.
In tanti su un peschereccio …
Troppi ad emigrare verso la stessa terra…
Che altro ci restava da fare?
Lungo e faticoso il deserto!
Sotto il Sole cocente, senza risorse per vivere.
Maltrattati.
In cerca di una fortuna che non troveremo!
Probabilmente!”

Post Scriptum. Il Sole 24Ore del 2 Aprile 2011 ci fa sapere che “la Guardia di Finanza è pienamente convinta della piena utilizzabilità ai fini dell'accertamento delle imposte dei dati contenuti nella lista “Falciani”.

Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com






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