Dagospia:la Gelmini sfancula gli insegnanti? No problem! Mediaset lavora ad un reality per toglierli dalla strada (promettendo un premio pari a 10 ann
Data: Giovedì, 14 aprile 2011 ore 23:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Ecco l’ideona: arruolare i docenti disoccupati per fare ripetizioni ai concorrenti semianalfabeti dei vecchi reality. Ma i precari non si fidano: “Ci usano come fenomeni da baraccone o magari faranno come a forum, sceglieranno figuranti che elogiano la riforma Gelmini, oppure che infilano un errore dopo l’altro per dipingerci come una massa di ignoranti e preparare il terreno ad altri tagli”
(da http://www.dagospia.com/)

«Sei un insegnante precario della scuola? Sei disoccupato? Vuoi rimetterti in gioco e fare qualcosa di diverso? Contattaci, puoi vincere dieci anni di stipendio» . Lo spot gira sulle reti Mediaset, fascia oraria del mattino quando davanti alla tv ci sono tanti disoccupati. Ed è l'invito ai provini di «Non è mai troppo tardi» , il nuovo reality che andrà in onda su Canale 5. Il titolo (ancora provvisorio) è proprio lo stesso del vecchio programma del maestro Manzi che negli anni 60, con il sostegno del ministero della Pubblica istruzione, insegnò l'italiano a tante persone che non erano andate a scuola. Ma quella era un'altra Italia e questa è tutta un'altra storia. 

I nomi dei conduttori non sono ancora ufficiali ma dovrebbero essere Alfonso Signorini, direttore di Chi, e Federica Panicucci, dopo la rinuncia di Nicola Savino e Barbara D'Urso. A partecipare saranno i concorrenti dei vecchi reality Mediaset, scelti fra i più somari, quelli che con i loro strafalcioni hanno fatto la fortuna della Gialappa's. E se qui c'è l'imbarazzo della scelta lo stesso problema ci potrebbe essere per i precari della scuola che in Italia sono quasi mezzo milione. Gli «insegnanti che si vogliono rimettere in gioco» dovranno preparare le vecchie glorie ad un quiz.

Ma mentre per i vip l'obiettivo è arrivare primi per gli insegnanti l'importante è partecipare: chi viene selezionato incassa in un colpo solo 150 mila euro, dieci anni di stipendio come ricorda crudelmente lo spot. Naturalmente i precari non l'hanno presa bene. Questi sono giorni difficili per loro, dopo la grande manifestazione di sabato scorso e la valanga di ricorsi degli ultimi mesi che il governo sta cercando di arginare. La rabbia circolava da qualche giorno su internet dopo l'appello di Brunello Arborio, fondatore del Forum precari scuola:

«Prima il governo mette gli insegnanti in mezzo alla strada con i tagli agli organici poi le televisioni della famiglia del premier sfruttano la loro disperazione con la solita lotteria della fortuna» . È lo stesso ragionamento di Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd: «Il governo ignora i precari e loro diventano persino fenomeni da baraccone degli show, una vergogna» .
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Critiche anche dall'Italia dei valori con Felice Belisario: «Il berlusconismo taglia i fondi a scuola, università e cultura per ridurre gli operatori di questi settori a prostituirsi moralmente per un tozzo di pane» . Mentre il segretario della Flc Ggil, Domenico Pantaleo, giudica «incomprensibile che mentre Tremonti e Gelmini licenziano i precari si realizzi un programma che spettacolarizza il loro dramma». Esploso il caso, Mediaset valuta il da farsi, ed è possibile che il programma venga rinviato.

Solo a fine giornata il gruppo prende una posizione ufficiale (e prudente) con il direttore di Canale 5 Massimo Donelli: «Trovo quantomeno singolare che si faccia il processo a un programma non ancora andato in onda e che fin qui è solo uno fra i tanti progetti sperimentali ai quali stiamo lavorando» . Donelli dice che l'obiettivo è proprio «valorizzare una professione che è troppo spesso sottovalutata». Il tutto coinvolgendo «insegnanti preparati e disposti a colmare, in una dimensione insieme seria e ludica, le lacune degli alunni- star». Frenata e mano tesa, dunque.

Ma i precari non si fidano. Dice ancora Arborio, il professore che ha lanciato l'allarme: «Magari faranno come a Forum» . E cioè? «Finti insegnanti figuranti che parleranno bene della riforma Gelmini, oppure che infilano un errore dopo l'altro per dipingerci come una massa di ignoranti e preparare il terreno ad altri tagli» . Lorenzo Salvia per il "Corriere della Sera"
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