La scuola e i 100 mila precari che vengono ancora sfruttati. ASSORBIRE i precari e non farne più: bel programma, non c’è che dire.
Data: Martedì, 12 aprile 2011 ore 08:18:20 CEST Argomento: Rassegna stampa
ASSORBIRE i precari e
non farne più: bel programma, non c’è che dire. Era il programma
di Fioroni: un piano di emergenza per sistemare i precari ereditati
dalla Moratti (ultimo concorso: Berlinguer, 1999) in vista di un nuovo
e più razionale reclutamento per il futuro. Purtroppo il centrosinistra è caduto e la
Gelmini, appena arrivata, se l’è rimangiato: ha bloccato sul nascere le
150 mila assunzioni previste in tre anni e la scuola continua anche
oggi a sfruttare più di 100 mila precari (parliamo solo dei docenti)
non solo per supplenze, ma, soprattutto, per posti vacanti che
meriterebbero, per il bene degli alunni, insegnanti stabili.
La Gelmini ha cancellato più di
80 mila insegnanti dall’organico attraverso riduzioni dell’orario
scolastico ammantate del nome di riforme. Ma non ha bandito vecchi
concorsi, non ha definito nuove classi di concorso né ha varato nuove
modalità di reclutamento; la formazione iniziale non è partita e non si
sa quando partirà.
Nel frattempo, con buona pace del ministro la cui riforma
fornirebbe le figure richieste dalle imprese, sono crollate le
iscrizioni negli istituti tecnici e professionali a favore dei licei
(gli unici rimasti simili a se stessi dopo la sua sagace azione
riformatrice).
La sua inerzia ha bloccato l’ingresso
ai precari, ma anche ai neolaureati là dove le graduatorie sono
esaurite.
Tre anni di Gelmini hanno infatti prodotto un paradosso richiamato
venerdì da Bersani alla Notte bianca della scuola del Pd: nelle materie tecnico-scientifiche le
graduatorie risultano esaurite in molte province, e, senza meccanismi
di reclutamento, i dirigenti scolastici sono costretti a chiamare,
proprio nelle materie in cui i ragazzi sono deboli nei raffronti
internazionali, docenti non abilitati. Non basta. Nel 2009, per
lenire la disperazione dei precari a un soffio dall’assunzione, la
Gelmini ha triplicato le graduatorie con un provvedimento
incostituzionale; oggi i nodi vengono al pettine e i ricorsi potrebbero
costare più del piano bloccato nel 2008.
La ministra parla da tre anni di
bidelli più numerosi dei carabinieri (ma le scuole sono più delle
caserme) e di presidi che chiedono soldi alle famiglie (ma lei non paga
i debiti alle scuole) mentre la massa dei precari non diminuisce e ai
giovani laureati è negato da 4 anni ogni diritto alla formazione e al
reclutamento. Sarebbe ora di proporre e discutere in Parlamento
un provvedimento organico di reclutamento per la scuola, per il bene
dei ragazzi e delle famiglie.
*Coordinatore del Forum Politiche dell’Istituzione Pd (da La Stampa di
Giovanni Bachelet)
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