Kapipal.com: piattaforma di crowdfunding. Un sistema inventato da un italiano
Data: Martedì, 12 aprile 2011 ore 07:55:05 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Nel 2009 Alberto Falossi, giovane consulente informatico e professore all'Università di Pisa, lancia Kapipal.com: piattaforma di crowdfunding italiana, la prima nel mondo dedicata anche a progetti "personali". Il sito consente agli utenti la creazione di una pagina di donazione in cui i proponenti descrivono la causa e il motivo per cui ricercano fondi. Grazie a un acconto Paypal, l'utente che decide di finanziare un progetto (dall'organizzazione di un matrimonio alla realizzazione di un documentario) effettua il versamento. L'idea alla base di Kapipal, il cui nome deriva dalla fusione delle parole inglesi capital - capitale - e pal - amico - è che "il capitale sono gli amici". L'iniziativa parte dalla convinzione che la collaborazione tra le persone permetta di trovare soluzioni a problemi apparentemente insolubili e con lo scopo di facilitare l'incontro tra donatori.                    
Falossi ha redatto un manifesto di cinque punti, diventato uno dei documenti di riferimento per il crowdfunding nel mondo: 1) i tuoi amici sono il tuo capitale; 2) i tuoi amici permettono ai tuoi sogni di diventare realtà; 3) il tuo capitale dipende dal numero di amici che hai; 4) il tuo capitale dipende dalla fiducia; 5) il tuo capitale cresce con il passaparola.
Dal giorno della sua fondazione a oggi sono stati raccolti 250mila dollari per finanziare ottomila progetti. Il sito, che vanta circa 30mila visitatori al mese, può contare principalmente sui finanziatori internazionali, la maggior parte provenienti dalle Americhe. Il traffico italiano è ancora una piccola percentuale. «Dal primo mese - spiega Falossi - siamo stati molto attivi in Cina e in Africa, l'Italia resta indietro». Il professore che insegna l'utilizzo del Web 2.0 e dei social media in ambito aziendale, spiega che l'applicazione del crowdfunding alle iniziative culturali è possibile a patto che ci sia un notevole investimento in comunicazione da parte dell'ente che promuove la campagna e che l'autorevolezza e la trasparenza del promotore sia riconosciuta dal pubblico. «In più - conclude - bisogna superare la diffidenza nei confronti delle operazioni su Internet, ancora molta forte in Italia». (da IlSole24Ore)

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