Cultura: pietanza succulenta snobbata
Data: Martedì, 12 aprile 2011 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Redazione


In questo periodo storico investito da guerre, tsunami, intolleranze razziali e quant'altro di scandaloso, di inaudito si consuma dinnanzi ai nostri occhi, vorrei cercare di trattare un tema che apparentemente potrebbe risultare di irrilevante importanza.
Invece quei tagli incresciosi e del tutto fuori luogo imposti dall'attuale governo nazionale a danno di chi produce e ama la Cultura, è il punto cardine da dove si dovrebbe partire proprio per uscire dalla crisi; crisi molto grave che sta subendo il nostro Paese.
È assurdo, sembra paradossale essere cittadino in una Terra che ha partorito i più illustri ''artigiani'' in ogni campo artistico che hanno lasciato segni indelebili, non solo in Italia, ma anche in gran parte del mondo e vedere teatri, sale cinematografiche, musei, ecc. chiusi perché non vengono erogati i fondi che li tengono in vita, non è un buon biglietto da visita.
Allora al posto di riavviare, di riabilitare la Cultura in un Paese che sta perdendo il ''gusto'' e l'interesse di farsi ''furbi'', quale altra ricetta ci viene fornita? E sì! Signori Ministri Bondi e Tremonti, prima di amministrare bene o male, in questo momento occorrerebbe aguzzare l'ingegno, anziché filosofare sui numeri (cosa assurda, ma state dimostrando di esserne maestri!).
Per ripartire in una Nazione alla quale si vuol dare l'opportuno decoro, la dignità che a gran titolo si merita, bisogna restituire proprio quello che le si è sottratto. La promozione della Cultura, fatta tramite spot con il sorriso spavaldo del Presidente del Consiglio, mi giunge assai poco convincente, non solo per la dichiarata disistima che nutro nei suoi confronti ma, appare esplicito che il medesimo promo, essendo realizzato dal Ministero per i Beni Culturali, viene ad essere finanziato con il denaro dei cittadini.
Non vi sembra il cane che si morde la coda e, fra l'altro, il cane che arriva piuttosto tardivo ed inefficace rispetto alla tabella di marcia? Se davvero si ha a cuore la Cultura mi chiedo perché si è lasciato vacante per mesi il rispettivo Ministero? Ed ancora, perché non ci si impegna per ridare lo splendore che vi è congenito? Per esempio, riaprire e rendere fruibili dei siti archeologici di primordine come quello di Pompei o di Piazza Armerina o di tantissimi altri non meno importanti di cui l'Italia è piena, sarebbe l'esatta soluzione per creare delle prospettive occupazionali. Investire sulla Cultura è possibile, quanto doveroso: significa fare terapia d'urto non solamente contro la disoccupazione ed è l'unica carta da giocare proprio perché il buio è più che pesto.
Nella Regione Sicilia, la brutta vicenda dei tagli assieme alla cattiva gestione, minacciano la chiusura di quei siti che ancora boccheggiano, ma si stanno trascinando nel dramma anche i centri culturali, per esempio nella mia città di Catania, le Biblioteche Riunite "Civica e Ursino Recupero", fra le più importanti d'Italia, o la Fondazione Verga, del cui Comitato Scientifico fanno parte illustri studiosi di diverse Università internazionali, che rischiano la chiusura per la drastica riduzione dei contributi regionali, passati da 15 mila a soli 3 mila euro.
Il Sapere, il Conoscere sono strumenti indispensabili per la crescita individuale e collettiva dell'essere umano, assumono l'ugual funzione degli anticorpi, servono a farci competere in modo concreto con chi ci vorrebbe come le 'tre scimmiette': non vedo, non sento, non parlo. Sì! Si sa che soprattutto nel sud Italia si è fatto leva sull' ignoranza del volgo e i voti elettorali di scambio ne sono la conferma palese e drammatica.
Per quanto mi concerne, ho da sempre sostenuto che se proprio devo espiare una pena, vorrei perlomeno riuscire a difendermi e per fare ciò in maniera degna e civile, mi occorre mettere a tappeto l’altrui compagine con l'aiuto dell'intelletto, conoscendo, avendo diritto all'istruzione e quindi con la possibilità di attingere alla Cultura. Tradotto in soldoni, come si dice in Sicilia, vorrei morire con gli occhi aperti; si dice ma non si attua. Probabilmente ancora non ci siamo resi conto che lo scopo di chi ci governa è di inibire, senonché di distruggere la coscienza ed insieme ad essa anche uno dei principi sui quali si basa la Democrazia che è la Libertà d'espressione a trecentosessanta gradi. Beh!
Direi proprio che con questi dati è facilmente spiegabile come mai, secondo alcune accozzaglie di politicanti dell'epoca odierna, conviene affermare che la Cultura non sfama.

Arcangelo Gabriele Signorello





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