Il prodotto sei tu (facebook) - RAI 3 Report 10 aprile 2011 Data: Lunedì, 11 aprile 2011 ore 09:54:55 CEST Argomento: I video della scuola
“Condividi” e “connetti” sono le parole del momento su tutte le
piattaforme sociali: Facebook, Youtube, Twitter, Foursquare, LinkedIn…
Ce ne sono ormai a decine e anche chi aveva delle remore si sta
iscrivendo. Tra gli Italiani che vanno su internet, 1 su 2 usa Facebook
e il suo fondatore Mark Zuckerberg a 26 anni si è fatto un gruzzolo di
7 miliardi di dollari. Anche Larry Page e Sergey Brin avevano 26 anni
quando hanno fondato Google e oggi si son messi da parte 15 miliardi di
dollari a testa. E’ una nuova corsa all’oro nel Far West digitale.
Milioni di Gigabytes delle nostre informazioni personali scalpitano per
uscire dai corral delle fattorie di server californiane. I nostri nomi
e cognomi, indirizzi, numero di cellulare, gusti, preferenze sessuali e
d’acquisto, vogliono correre liberi nelle praterie della Rete dove i
pubblicitari non vedono l’ora di prenderle al lazo e Facebook ha il
compito di trattenerli. Ma ci riesce sempre? E Google, cosa sa di noi e
cosa se ne fa delle informazioni che raccoglie? Condividere è facile
anche su Youtube, dove gli Italiani cliccano i video un miliardo di
volte al mese e può succedere che qualcuno condivide la roba tua anche
se non te lo saresti mai aspettato. Come si fa a difendersi? E come si
evitano le trappole che i criminali allestiscono per derubare gli
utenti di Facebook quando cliccano il tasto “mi piace”? Circa 17
milioni di Italiani usano Facebook ogni giorno per comunicare con i
loro amici, ma in certi casi ti ritrovi buttato fuori. C’è libertà di
espressione su Facebook o hanno fatto accordi con il Ministero
dell’Interno per monitorare quello che dicono gli utenti? Intanto
l’Autorità garante delle comunicazioni sta preparando un sistema per
oscurare parti di siti italiani o per sbarrare totalmente l’accesso ai
siti esteri sospettati di violare il diritto d’autore. Migliaia di siti
potrebbero diventare inaccessibili come oggi capita a thePiratebay, ma
c’è anche il sistema per aggirare la censura italiana. Si può tenere
insieme la libertà d’espressione con il profitto oppure come ritengono
gli hacker solo una Rete anonima e gratuita è libera e al riparo da
ogni controllo? Meglio esporsi come raccomandano i californiani o
vivere nascosti come raccomandava Epicuro 2300 anni fa e oggi
Wikileaks?