La FLC CGIL sulle prove INVALSI
Data: Domenica, 10 aprile 2011 ore 15:04:21 CEST Argomento: Sindacati
La FLC CGIL ha
sempre ritenuto importante la valutazione nazionale del sistema
scolastico considerandola un processo necessario e doveroso che
dovrebbe caratterizzarsi per
- essere funzionale al miglioramento complessivo dell’offerta
formativa fino al suo declinarsi nei
processi di apprendimento/insegnamento,
- stimolare gli interventi innovativi necessari a realizzare le
finalità della scuola (inclusione, pari
opportunità, diritto all’istruzione),
- essere partecipato e condiviso attraverso il coinvolgimento di
molti soggetti: dai decisori politici ai
dirigenti, ai docenti, al personale ATA.
Partendo da questo punto di vista, gli
interventi del MIUR in materia di valutazione (dal regolamento al
progetto sperimentale) risultano profondamente sbagliati. Di certo
non rispondono ai bisogni educativi e formativi degli alunni;
svalorizzano l’operato delle scuole; avviliscono la professionalità di
coloro che a scuola lavorano.
Un sistema di valutazione che si rispetti non può limitarsi a far
delle fotografie degli apprendimenti degli allievi. Un sistema di
valutazione nazionale dovrebbe prima di occuparsi di apprendimenti,
verificare le condizioni strutturali delle scuole e del territorio
in cui sono inserite, l’adeguatezza degli organici, le professionalità
presenti, i piani di formazione e aggiornamento, le risorse
ricevute e gli investimenti fatti.
Sulla base di questi dati la valutazione degli apprendimenti
acquista un significato utile a interventi mirati al miglioramento
qualitativo dell’offerta formativa e quindi del prodotto.
Rispetto a questo quadro di
riferimento qual è il ruolo delle prove Invalsi?
Attualmente INVALSI fa una rilevazione nazionale degli apprendimenti
tramite prove standardizzate. Una rilevazione di tale genere può,
o meglio, potrà costituire uno degli strumenti di una Valutazione
Nazionale di Sistema, ma certo non l'unico e , a ben vedere,
nemmeno il più importante.
Le prove INVALSI sono obbligatorie per
la scuola, intesa come istituzione (DPR n. 87, art. 7; DPR n.
88, art. 7; DPR n. 89, art. 12, tutti del 15 marzo 2010).
QUAL E’ IL RUOLO DELLA SCUOLA IN QUESTA RILEVAZIONE?
Se la scuola ha l’obbligo di somministrare i test e il Dirigente
Scolastico di chiedere la collaborazione dei docenti, per i docenti non esiste una
obbligatorietà come prestazione ordinaria alla somministrazione.
Non possono
esserci interpretazioni diverse in quanto il contratto del 2007
agli artt. 28 e 29, fondamento giuridico di riferimento, è molto
preciso sulle attività obbligatorie dei docenti e sulla titolarità
del collegio, attraverso il POF, sulle modalità del loro svolgimento.
QUAL E’ IL RUOLO DEL COLLEGIO DOCENTI IN QUESTA RILEVAZIONE?
Il Collegio dei Docenti non ha potere di delibera rispetto all’adesione
alla rilevazione poiché le direttive attribuiscono la competenza a
un soggetto esterno, l’INVALSI. La
somministrazione è quindi una attività esterna alla attività didattica.
Su cosa può pronunciarsi il collegio?
sulla somministrazione delle prove, richiesta dall'amministrazione in
tempi successivi alla programmazione d'istituto, se non assunta
dal collegio docenti nel piano delle attività, e nei limiti
orari definiti, poiché tale
somministrazione non rientra tra gli obblighi dei docenti e, pertanto,
si configura come attività dipendente da una disponibilità
individuale, straordinaria e aggiuntiva. Di conseguenza per le prove
Invalsi si pone anche il problema di come riconoscere i carichi di
lavoro aggiuntivi. La proposta di alcune scuole di utilizzare il Fis
per la remunerazione di docenti e Ata impegnati nella
somministrazione la riteniamo impraticabile in assenza di fondi ad hoc.
È importante che una
posizione critica che metta in evidenza elementi di contrarietà si
esprima nei collegi docenti, tramite l'approvazione di documenti
da inviare alle istituzioni competenti (USR, Miur;
Invalsi). (da Flc-Cgil)
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