Come nei libri di storia
Data: Domenica, 10 aprile 2011 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Redazione


L’altro giorno, la mia collega di diritto, ha compiuto un “esperimento” in classe, ha tenuto una lezione molto…speciale, dal nome evocativo, “laboratorio della legalità”. Praticamente, un esempio di scuola viva e “militante”. Un modo efficace e moderno di fare e, soprattutto, di essere scuola pubblica. Che vale, forse, più di mille discorsi e conferenze sulla legalità e sulla lotta alla mafia.
“Cari ragazzi, bisogna leggere e studiare la Costituzione per comprendere la bellezza della legge. Per capire la forza della legalità e della civile convivenza. Ma ancora di più bisogna saper leggere la vita di tutti i giorni per conoscere l’uomo e il mondo. Bisogna scendere in profondità; mai lasciarsi abbindolare dalle facili promesse e dai proclami di massa.
"La lotta alla mafia deve essere, innanzitutto, un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità" diceva Paolo Borsellino”.
Ed ha iniziato a leggere una lettera di un usurato, inviata ad un’associazione antiracket milanese e pubblicata su un blog:
"E' da quando leggevo nei libri di scuola, la storia della nostra Italia, che mi sono innamorato della mia terra. Sono un cittadino italiano che è sempre stato orgoglioso della propria patria.
Le vicissitudini della vita mi stanno però portando a pensare  male, non della mia Italia, ma di coloro che come nostri rappresentanti dovrebbero proteggerci e governarci...ma proteggere chi???
Mio malgrado nella vita ho avuto la sfortuna di cadere sotto le mani dell'usura, prima bancaria (ma questa è legale), poi con un privato...che fare?...Lavorare non basta più...rodersi l'anima...non dormire la notte, lottare contro le società di recupero crediti, lottare contro l'usuraio...eppure io voglio pagare i miei debiti...ma lavorare non basta...forse quei libri di storia possono aiutarmi....quei libri dove leggevo di una repubblica basata sul lavoro e sulla giustizia...forse bisogna davvero denunciare l'usura...forse è davvero l'unico modo per cercare di cambiare le cose...iniziamo a cambiare noi stessi...poi tutte le campagne mediatiche per incoraggiare le vittime di usura a denunciare il proprio usuraio, ho sentito che lo Stato ci dà una mano per ripartire...il mio Stato...quello dei libri di storia...
Ho denunciato l'usuraio con tanta paura, soprattutto per i miei familiari...allora la sera cercavo di spiegargli: "è la cosa giusta da fare...la cosa giusta per vivere un futuro migliore...poi lo Stato ci dà una mano...come nei libri di storia".
Io il mio dovere di cittadino l'ho fatto...ma continuo a mangiarmi l'anima...continuo a non dormire la notte...eppure quello che raccontavo ai miei familiari la sera…è giusto così...la patria...lo Stato che ci dà una mano...no...non possono essere cazzate...poi mi fermo a pensare...io il mio dovere l'ho fatto...ma lo Stato perché non l'ha fatto???...non posso credere che non esista...forse non hanno tempo...forse si sono dimenticati...però io l'usuraio l'ho denunciato...ai miei familiari che, quando rientro in casa, sperano di sentirsi dire: "l'incubo è finito", continuo a ripetere la stessa storia: "tranquilli...ora lo Stato ci aiuta...come aveva promesso".
Scrivo queste cose con le lacrime agli occhi e con un enorme peso nel  cuore...ma non mi arrendo...per convincere i miei familiari che lo Stato esiste ancora...come nei libri di storia".
Ed un silenzio abbagliante ha invaso l’aula e illuminato i ragazzi.

Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it





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