C’er a un volta un preside che…..voleva fare il sovrano assoluto
Data: Giovedì, 07 aprile 2011 ore 10:30:00 CEST Argomento: Redazione
C’era una volta …
un Istituto di Istruzione Superiore nella Trinacria terra. Lo
frequentavano più di 1200 alunni divisi in varie sezioni e classi,
“inculcati” da 200 professori e collaborati da una trentina di
impiegati ATA. Prima che cominciasse l’anno scolastico il collegio dei
Docenti, riunito al completo, tracciò le indicazioni programmatiche per
la didattica annuale e deliberò, a grande maggioranza, che per
quell’anno i professori si sarebbero astenuti dai cosiddetti viaggi di
istruzione di più giorni. Ciò come forma di protesta alla
politica taglia-taglia, detta riforma Tremonti-Gelmini.
C’era in quell’I.I.S. un preside, che voleva fare il sovrano assoluto
in tempi di “democratura”. Fu così che, appena fiorirono i
mandorli e nei prati sbocciarono le timide violette mammole, pensò di
organizzare una gita all’estero solo per le classi finali.
Con il conforto dei suoi collaboratori cominciò a fare salti mortali e
alchimie burocratiche fino al punto di voler piegare al suo volere il
Testo unico delle Leggi scolastiche. Con mente fine e sottile pensò di
fare a meno del Parlamento della scuola. E non potendo modificare la
delibera del Collegio dei Docenti, che si era espresso per il blocco di
tutte le gite e viaggi di più giorni, quel preside inventò il consiglio
di interclasse al superiore e trasformò con una circolare la “sua”
scuola, declassandola a scuola elementare, perché il Testo Unico –
all’articolo 5 – prevede l’esistenza dei consigli di intercalasse solo
nella scuola primaria. E così convocò insieme i CdC delle varie sezioni
e li fece votare per le gite dei “grandi”. I professori delle classe
alte di una sezione continuarono in massa a dire di no al desiderio del
preside, mentre nelle altre sezioni i docenti piegarono la schiena e si
allearono col potere. Che convocò a tamburo battente la Giunta
esecutiva per l’esame delle buste per il viaggio all’estero.
C’erano in quell’ IIS parecchi www.docentiarrabbiati che, trovando
profili di illegittimità in merito all’o.d.g. predisposto per la
Giunta, fecero girane un “banditore” col seguente proclama: “I
sottoscritti docenti-arrabbiati osservano che la Giunta non può essere
chiamata a deliberare in totale assenza dei presupposti di legge, non
essendo stati mai deliberate le gite dai competenti organi collegiali.
Ne consegue che: qualunque positiva deliberazione determinerebbe
profili di responsabilità istituzionale e personale, con assunzione di
responsabilità. I professori non intendono asseverare procedimenti
amministrativi spoliativi delle competenze degli Organi collegiali
della Scuola e si riservano di segnalare ogni anomalia alle competenti
Autorità”.
Probabilmente il tono forense di quelle parole ottenne la latitanza dei
componenti della Giunta nel giorno e nelle ore previste per la riunione
all’o.d.g.: l’asta andò deserta.
Ma il preside, aspirante sovrano, pensò di saltare il parere della
Giunta esecutiva e convocare lo stesso il Consiglio di Istituto,
governo di quella sede scolastica dell’ex regno delle due Sicilie.
Prima del giorno fatidico della riunione del Consiglio dei ministri
della scuola, alcuni membri eletti prepararono e firmarono il seguente
documento che fu inviato al Presidente (che come tutti sanno nei
consigli di istituto non è mai il preside): “I sottoscritti, in qualità
di componenti il Consiglio di Istituto (…), considerato che il collegio
dei docenti, con precedenti deliberazioni, ha espresso parere contrario
all’effettuazione dei viaggi di istruzione (fatta eccezione per le
uscite didattiche e per gli stage); tenuto conto che il D.S., nonché
ciascun organo deve operare con gli altri organi collegiali della
medesima istituzione scolastica in forma coordinata e garantire un
efficace raccordo delle competenze (art.25 c.6D.L.gs. n.165/01);
considerato che il Consiglio di Istituto non ha , a suo tempo,
deliberato i criteri generali annualmente indicati per l’effettuazione
delle visite di istruzione; ritenendo quantomeno irrituale che venga
richiesto oggi al consiglio di Istituto di deliberare in difformità
rispetto al parere del Collegio dei Docenti, DICHIARANO di esprimere
parere contrario alla proposta di delibera sottintesa all’o.d.g. in
discussione”
Inaspettatamente però , forse in seguito al tono perentorio di questa
dichiarazione firmata, la riunione del Consiglio, nel giorno e nelle
ore di convocazione non poté effettuarsi per mancanza di numero legale.
E il preside (ma non doveva farlo il Presidente?) riconvocò, a tamburo
battente, il consiglio di Istituto con lo stesso o.d.g. E questa
volta – finalmente! – c’era anche il numero legale per poter procedere
all’apertura delle buste per il viaggio europeo!
Nel frattempo però la saggezza si impossessò dei 1200 alunni, i quali
ebbero il sopravvento sull’insipienza del potere. E resero vano,
inutile ed economicamente non conveniente il viaggio. E fu così che il
consiglio di Istituto espresse parere negativo sulle gite, ma non per
rispetto della legge e della volontà del Collegio dei Docenti, ma
soltanto perché appena 16 alunni, tra tutte le classi finali, avevano
chiesto di … andare all’estero.
C’era una volta, e ancora c’è, un proverbio siciliano: “Fari u babbu
sutta u linzolu, ppi non pavari u daziu”. In questi giorni lo trovate
scritto sulla porta della presidenza di quell’I.I.S.
Stretta la foglia, larga la via: Dite la vostra, che ho detto la
mia.
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com
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