“Prove INVALSI”: fare chiarezza, promuovere prospettive utili
Data: Giovedì, 07 aprile 2011 ore 07:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Al terzo anno delle prove
Nel periodo 10-13 maggio le scuole sono chiamate attraverso le “prove
INVALSI” a
leggere alcune competenze e livelli di apprendimento dei propri
studenti. E’ la
prosecuzione di un’operazione che ha avuto il suo sviluppo nell’ultimo
triennio e che da
quest’anno coinvolge gli Istituti del secondo ciclo.
Molte le scuole che negli anni scorsi hanno preso parte alla
rilevazione; un dato che
diventa ancor più significativo se si considera che nel 2009 hanno
aderito su base
volontaria ben 4.394 Istituti, pari all’83% delle scuole potenzialmente
interessate.
Un disagio che pesa e condiziona
Oggi, più che in passato, emergono atteggiamenti di contestazione su
cui influisce
sicuramente la condizione di profondo disagio che sta vivendo il
personale della scuola: un
disagio al quale con la nostra azione sindacale cerchiamo
quotidianamente di offrire
soluzioni e concrete risposte.
Ciò rende ancor più necessaria un’attenta valutazione dei diversi
risvolti di una vicenda
rispetto alla quale è opportuno fare chiarezza ed esprimere
orientamenti che non si
esauriscano nella mera presa d’atto delle criticità ma puntino, per
quanto possibile, a
risolverle.
Siamo infatti convinti che la crescita di qualità del lavoro nella
scuola dipenda in buona
misura anche da un solido, autorevole, indipendente Sistema di
Valutazione a cui
ricondurre e collegare le pratiche valutative delle comunità
professionali interne alle scuole
autonome.
Uno sguardo alla normativa
Da un punto di vista normativo è opportuno richiamare l’art. 3 della
legge 53/03, che
assegna all’INVALSI il compito di effettuare periodiche e sistematiche
verifiche sulle
conoscenze ed abilità degli studenti e sulla qualità complessiva
dell’offerta formativa.
Con il decreto legislativo 286/04 l’INVALSI è stato individuato come
Istituto di riferimento
per la promozione e la diffusione della cultura della valutazione, fra
cui assume particolare
rilevanza la valutazione degli apprendimenti in italiano e matematica
delle classi seconde
e quinte della scuola primaria, della prima e terza della scuola
secondaria di primo grado,
e da quest’anno, delle classi seconde delle secondarie di secondo
grado, come indicato
dalla direttiva MIUR 67/10.
Tutta l’operazione di rilevazione è funzionale ad accrescere la
capacità di leggersi e
migliorarsi, e questo vale tanto per le singole scuole quanto per il
sistema nel suo
complesso.
Valutare, perché e per chi
È bene evidenziare che per la lettura del Sistema Nazionale è
sufficiente l’azione condotta
direttamente dall’INVALSI su un campione di scuole, con la presenza di
operatori esterni
che seguono direttamente le fasi di somministrazione/correzione delle
prove e di
elaborazione dei dati.
È tuttavia evidente che la finalità ultima del sistema di valutazione è
di permettere alle
scuole di saper progettare autonome azioni di miglioramento con valore
didattico: per
questa ragione il lavoro con le “prove INVALSI” non dovrebbe essere
vissuto solo come
ingiustificato onere aggiuntivo, ma diventare espressione di un più
qualificato esercizio
della professione docente sia nella dimensione individuale che in
quella collegiale.
Il CCNL, peraltro, offre l’opportunità di riconoscere e compensare
attraverso il fondo di
istituto eventuali aggravi di lavoro, ed è questa infatti la via
perlopiù seguita fino ad oggi;
va comunque ricercata la possibilità di destinare ulteriori specifiche
risorse ad un percorso
innovativo di particolare rilevanza, di cui le diffuse pratiche
valutative sono parte integrante
ed essenziale.
È indispensabile che tale processo trovi da parte del MIUR, più di
quanto sino ad oggi non
sia avvenuto, un adeguato sostegno volto a promuovere una diffusa
cultura della
valutazione nella scuola, a partire dall’indispensabile riconoscimento
del ruolo assegnato
all’INVALSI, assicurando il necessario supporto formativo alle
istituzioni scolastiche e
puntando ad una piena valorizzazione del personale cui è affidata la
gestione delle
procedure.
Vanno quindi promosse azioni di più consapevole coinvolgimento delle
scuole,
assicurando oltre al supporto formativo anche un’integrazione di
risorse per riconoscere gli
eventuali carichi di lavoro aggiuntivo per i docenti e per il personale
degli uffici di
segreteria.
L’incontro INVALSI - sindacati
L’incontro svoltosi il 30 marzo scorso tra INVALSI e Organizzazioni
Sindacali ha permesso
anzitutto di chiarire alcuni degli aspetti più controversi delle
procedure in atto.
L’INVALSI ha voluto ribadire in particolare la comprovata validità
scientifica dei test
predisposti, l’assenza di qualunque nesso tra l’esito della rilevazione
ed ipotetiche
procedure premiali, la piena ed esclusiva titolarità delle singole
istituzioni scolastiche nella
gestione dei dati elaborati e restituiti dall’istituto.
Si è convenuto sulla necessità che si consolidi uno stretto rapporto di
relazione e dialogo
con le scuole, che gli stessi ricercatori presenti all’incontro
indicano come fattore
essenziale di cui si è tenuto conto anche in sede di elaborazione e
verifica della congruità
dei test; sono state evidenziate le criticità meritevoli di ulteriore
attenta considerazione, e
fra queste soprattutto la prova integrativa dell’esame di stato
conclusivo del primo ciclo e il
suo peso in relazione alla valutazione complessiva, ferma restando
l’esigenza di rendere
più comparabili, e quindi più attendibili e solidi, i titoli di studio
rilasciati dalla scuola
pubblica.
Obiettivo: una scuola pubblica migliore
È in ogni caso necessario che il confronto sulla gestione delle
procedure di valutazione di
sistema sia ripreso quanto prima con un pieno coinvolgimento
dell’Amministrazione,
poiché l’obiettivo di dare forza e prospettiva ad una strategia di
miglioramento della qualità
dell’offerta formativa esige una forte assunzione di responsabilità da
parte di tutti i soggetti
che ne devono essere protagonisti, ciascuno per le proprie competenze,
ma nel segno di
una condivisa sinergia: istituzioni scolastiche autonome, INVALSI,
Ministero. Non è
immaginabile in questo campo un esercizio delle prerogative
dell’autonomia che non tenga
in debito conto le esigenze di unitarietà del sistema formativo
pubblico.
Affrontare e risolvere gli elementi di possibile conflitto, far
emergere e valorizzare le
opportunità di una positiva convergenza per una crescita del valore e
della qualità della
scuola pubblica: è la direzione verso cui si orienta, anche in questa
circostanza, l’azione
della CISL Scuola.
cislscuola.it
|
|