La ministra Gelmini sfoglia la margherita
Data: Lunedì, 04 aprile 2011 ore 08:26:59 CEST
Argomento: Sindacati


Si è cacciata in un vicolo cieco, eppure preferisce ascoltare non i tribunali e l’ANIEF ma i soliti che questa situazione l’hanno creata o l’hanno accettata per lustri e lustri.
Sta dando un colpo al cerchio e uno alla botte ma, dalle incertezze, non l’aiuteranno a uscire i tatticismo della persone che la consigliano, vuoi perché hanno scarsa conoscenza del problema (che esperienza hanno del precariato ?), vuoi per i trascorsi (che cosa hanno mai fatto per il precariato durante il pluridecennale mercato delle convocazioni per incarichi e supplenze ? Per il vero, la magistratura stessa è non è stata univoca (sentenze di segno opposto a Viterbo, Venezia e Perugia) in materia di precariato, sicché la ministro è tentata di arroccarsi. Certo, la sentenza di Genova, favorevole a 15 insegnanti, deve averla scossa.
 Al punto dal farle dire che 65mila precari verrebbero assunti in ruolo entro il 2015 (sarebbero quelli che hanno maturato tre anni continuativi di servizio). Per il verso opposto, sembra che il Governo proporrà un disegno di legge che vada contro la direttiva UE 1999/70/Ce sui contratti a termine, tentando un blitz: inserire un emendamento alla Legge Comunitaria con cui l’Italia annualmente recepisce la normativa UE; il placet deve giungere dal Comitato dei Nove della Commissione Politiche Comunitari. La Gelmini attende dall’alto questo deus ex machina; poi all’orizzonte potrebbe arrivare il Decimo cavalleria (qualche altro tatticismo, quale potrebbe essere l’esito del ricorso avverso la sentenza di Genova). E’, a nostro parere, solo un modo per esorcizzare i problemi, secondo una logica che, però, non aiuta a uscire dal problema vero; in questa logica, la tutela dei diritti dei precari è solo un effetto incidentale, l’essenziale resta minimizzare i ricorsi. In questa logica, la ministro potrà, forse, scansare le sentenze favorevoli ai precari, assumendo i potenziali ricorrenti sui posti vacanti, ma solo in un quadriennio (in sostanza, al ritmo del semplice turn over). La Ministro non vuole capire il nodo della questione: i lavoratori che prestano uno stesso servizio hanno tutti uguali diritti, quale che sia il loro tipo di contratto. E intorno alla ministro ? La Lega Nord chiede che il rinnovo delle graduatorie ad esaurimento sia in una sola provincia. La stampa confindustriale si allarma per gli indennizzi stabiliti dai giudici a pro dei precari: non sia mai che questi tizi incassino qualche euro! Come farà l’erario ? Far pagare la Casta ? Il ministro Tremonti sembra non capire che per minimizzare la spesa per il personale non serve tagliare gli organici (dovrebbe tagliare gli studenti), in quanto aumenta il numero dei supplenti da pagare per le cattedre, circa 50mila, che ogni anno vengono assegnate con contratti a termine, e per le altrettanto numerose assegnate a copertura di congedi lunghi, nel caso il titolare non rientri in Aprile (supplenze queste che andranno pagate fino al 31 agosto e non più al termine delle lezioni, se il Miur non vuole sulla testa una gragnola di sentenze sfavorevoli). Infine c’è qualcuno che propone di minimizzarele tutele connotanti i contratti a t.i. Mai e poi mai avremmo voluto leggere la lettera che il senatore giuslavorista Pietro Ichino (PD) ha inviato al Direttore de Il CORRIERE DELLA SERA (pubblicata nell’articolo: “Tutti di ruolo, nessuno inamovibile. Una proposta sul nodo dei precari”, del 31 marzo): spiegando il costoso inganno della sanatoria dei precari, aggiunge uno step alla precarizzazione dei giovani: “Caro Direttore, la direttiva europea n.70 del 1999 vieta agli Stati membri di consentire che il contratto a termine sia utilizzato come strumento ordinario di assunzione dei lavoratori; e impone comunque la parità di trattamento tra assunti a termine e assunti a tempo indeterminato… Il rischio per le casse esauste dello Stato è elevatissimo perché i lavoratori di serie b e di serie c, nella scuola, sono oltre 150mila. Come se ne esce ? Il rapporto di impiego “di ruolo” è troppo rigido per potersi applicare a tutti…. C’è un modo solo per uscirne, ridefinire la disciplina dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, per tutte le nuove assunzioni…. Si calcola che i “precari permanenti” nel comparto pubblico siano oltre 500mila…. La direttiva europea, del resto, è vincolante anche per il comparto privato… Se la questione è dappertutto la stessa, anche la soluzione dev’essere la stessa: un nuovo diritto del lavoro….”.Occorrerebbe, a nostro parere, che la Ministro avesse la forza politica di voltare pagina chiudendo con il passato. Ministro Gelmini ci ascolti; ascolti l’Anief che è nata dai precari e conosce il problema. Coinvolga le varie parti politiche in Parlamento, come l’ha invitata a fare il deputato PD Antonio Russo – un parlamentare spesso in sintonia con l’ANIEF - che ha raccolto le firme di 60 parlamentari di vari schieramenti. (da Anief)

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