Intervista a Giuseppe Natoli
Data: Domenica, 03 aprile 2011 ore 18:41:41 CEST Argomento: Rassegna stampa
Nonostante gli
esorcismi e gli anatemi del presidente del Consiglio Scolastico
Provinciale, abbiamo continuato le sedute spiritiche e, questa volta, è
apparso, completo di barba e pizzo, Giuseppe Natoli, barone di Scaliti
(Messina, 1815 - Messina, 1867), giurista, patriota e politico
italiano. Prese in sposa la nobildonna Teresa Alliata.
Avvocato, massone ed esponente del liberalismo, partecipò alla
Rivoluzione indipendentista siciliana del 1848. Dopo la capitolazione
dei secessionisti (15 maggio 1849), riparò a Torino e sostenne
attivamente la campagna di Garibaldi in Sicilia, entrando anche a far
parte del suo governo dittatoriale il 27 giugno 1860 (dopo le
dimissioni di Crispi).
Conclusa la Spedizione dei Mille, il 18 febbraio 1861 entrò come
deputato nel nuovo Parlamento “italiano” che il 17 marzo proclamò la
nascita del Regno d’Italia. Dopo la morte di Cavour (6 giugno 1861), da
esponente della destra storica, divenne ministro della Pubblica
Istruzione con l’“interim” agli Interni nel primo Governo La Marmora
(1864-1865). Lo abbiamo tempestato di domande:
ASASi: Ministro Natoli, ma
l’impresa dei Mille, fu vera unità d’Italia?
Giuseppe Natoli: Guardi, il più
folto gruppo dei Mille parlava bergamasco. Si udivano tutti i dialetti
dell’alta Italia, però i Genovesi e i Lombardi erano i più. I
carabinieri genovesi a Calatafimi, marciando per la valle, parlavano il
loro dialetto che a momenti scattava di collera, ed era così caro e
parlato così volentieri da Garibaldi, che l’addolciva, mentre sulle
labbra di Nino Bixio guizzava come la saetta. Consueto era per loro il
materno dialetto, non l’italiano. Poi s’è fatta l’Italia, c’erano
ancora da fare gli italiani, e soprattutto la lingua unitaria, che da
non molto è diventata la lingua di tutti, questo bene comune usato nel
parlato e nello scritto da una nazione intera.
ASASi: Ministro Natoli, ma
allora non sapeva né leggere né scrivere il 75% della popolazione.
Giuseppe Natoli: era la
percentuale più alta d’Europa dopo quella della Russia. È un
importantissimo punto di arrivo che la quasi totalità degli italiani
ora parli italiano, dopo secoli che questa nostra lingua è stata
soprattutto scritta e non parlata, lingua di cultura e non di natura.
Nel 1951, poco prima che la televisione diventasse una delle scuole
serali d’italiano, il 65% usava ancora il dialetto in ogni circostanza.
E 150 anni fa soltanto un 10% sapeva parlare italiano. Ora possiamo
dire che una lingua prevalentemente scritta per secoli, e posseduta
dalle classi colte soltanto, è diventata una lingua parlata in tutta la
penisola.
ASASi: Ministro Natoli, lei che
partecipò al governo dittatoriale di Garibaldi dal 27 giugno 1860, come
giudica la situazione attuale della scuola siciliana?
Giuseppe Natoli: Non è un
mistero che la scuola statale in Sicilia abbia perso credibilità e
autorevolezza. Chi si sveglia prima la mattina comanda. Dal 12 dicembre
2010 al 25 marzo 2011 vi hanno detto alternativamente quattro volte che
avreste potuto attivare i nuovi indirizzi di studio, vi hanno costretto
a improvvisare ogni giorno il vostro futuro, vi hanno resi ridicoli
agli occhi delle famiglie. Spero che Centorrino mostri gli attributi e
insista per l’applicazione dei nuovi indirizzi dall’a.s. 2011/12. Anzi
so che ha preso apertamente posizione con fermezza a favore dell’inizio
immediato dei nuovi corsi di studio: Bravo! Il prossimo anno vi
toglieranno altri bidelli, professori, tecnici e amministrativi,
rendendo impossibile la gestione ordinaria della didattica. Vi dicono
che vi fanno l’elemosina degli scatti di anzianità, ma negli ultimi
quattro mesi gli stipendi sono diminuiti. In Germania un operaio prende
2.500 euro al mese e in Italia un amministrativo scolastico ne prende
1.250. In Sicilia gli enti locali non vi danno i soldi per la
manutenzione, ma le pagine dei giornali sono piene di amministratori
arrestati per corruzione. Bisogna però dire che il Governatore
Lombardo, con la nomina del Direttore alla P.I. Albert e con quella del
Liquidatore di Biosfera Marino, sta mettendo in posti di responsabilità
gente capace e incorruttibile. E queste nomine seguono quelle degli
assessori, che forse non saranno dei premi Nobel, ma sono certo persone
per bene. Mi sembra una grande novità.
ASASi: Ministro Natoli, ci sarà
nel 2011-2012 la forte contrazione della popolazione scolastica nei
tecnici e nei professionali?
Giuseppe Natoli: era
inevitabile: l’avanzata incontrollata dei diplomifici e dei Centri di
Formazione Professionale produrrà un taglio secco del 9,5%. I sindacati
non protestano perché hanno interessi concreti nei CFP. La
compravendita dei diplomi non può essere un problema della polizia.
L’amministrazione deve fare il suo dovere, ma la vedo totalmente
assente. Ho visto che la pubblicità di GRANDI SCUOLE per la
preparazione all’esame di maturità recita così “I nostri tutor sono
insegnanti che sanno stimolare gli studenti con complicità”. Vuol dire
che ormai, per superare l’esame, occorrono i complici!
ASASi: Ministro Natoli, dunque
questo direttore generale in Sicilia non arriva?
Giuseppe Natoli: Gente di poca
fede! Sarà un dirigente che viene dal Piemonte che con Albert si
ritorna come ai tempi di Cavour.
ASASi: Ministro Natoli, ha
letto i risultati del sondaggio sulla mafia che Mafiacontro e ASASi
hanno svolto?
Giuseppe Natoli: Volete curare
un tumore con l’aspirina. Gli studenti hanno capito che i processi non
si riescono a fare, pieni come sono di garantismi per i delinquenti e
di ostacoli per giudici, polizia e persone per bene. Anche nelle scuole
siciliane la giustizia non esiste e la disciplina affidata ai consigli
di classe è un fallimento totale. Guardi cosa è successo la settimana
passata alla scuola media Borgese: un ragazzino ha minacciato con un
coltello un altro studente nel bagno e neppure una segnalazione al
Tribunale dei minori, o ai servizi sociali, né denuncia o provvedimento
disciplinare. La scuola siciliana si è arresa alla violenza e agli atti
vandalici. Togliere ai presidi i poteri disciplinari è stato un errore.
Ma questo non si può dire perché non è politicamente corretto.
Roberto Tripodi dalla
letterina ASASI - Rete delle scuole autonome della Sicilia (
robertotripodi@virgilio.it )
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