Flc-Cgil Marche: 'Fermiamo il terzo anno di tagli alla scuola pubblica'
Data: Domenica, 03 aprile 2011 ore 07:28:00 CEST Argomento: Sindacati
“Terzo anno di
tagli: contro gli studenti, contro i lavoratori, contro il Paese. La
scuola pubblica rischia il collasso” - ha dichiarato Manuela Carloni,
Segretaria della FLC-CGIL, il sindacato scuola, università, ricerca
della CGIL dopo la prima riunione con l’Ufficio Scolastico Regionale
che il 1 aprile ha incontrato le organizzazioni sindacali per
l’informazione sugli organici del prossimo anno scolastico. (da
http://www.gomarche.it/)
“19.700 docenti in meno in Italia si tradurranno per le Marche in un
taglio di 512 posti, che significheranno meno offerta formativa, meno
tempo scuola e classi sempre più numerose in una situazione già
fortemente compromessa a causa dei tagli operati negli anni scorsi.”
Per la scuola primaria, il cui organico di diritto dovrà essere
definito entro il 9 aprile, si traducono in ben 194 posti in meno di
cui 51 ad Ancona, 59 ad Ascoli Piceno e Fermo, 49 a Macerata e 35 a
Pesaro, a fronte di una diminuzione di appena 76 iscritti (ma aumentano
di 123 unità ad Ancona e di 143 a Pesaro). Gli uffici scolastici
provinciali hanno già provato a definire il numero delle classi e dei
docenti. La situazione è piuttosto preoccupante se si considera che,
senza aver ancora prodotto i tagli già descritti, ad Ancona non sono
state assegnate ben 17 classi a tempo pieno, ad Ascoli/Fermo sono state
tagliate 17 classi (ma ne sono state assegnate 18 in più di tempo pieno
a fronte delle 21 richieste), a Macerata ne sono state tagliate 12 e a
Pesaro 8. Tutto questo si trasforma in un assembramento all’interno
delle classi, sempre più numerose, in aule non sempre a norma. Quale
sarà la situazione dopo i tagli? “Chiediamo che l’amministrazione ci
informi con precisione sulla situazione attuale rispetto alla sicurezza
nelle scuole.
I Dirigenti Scolastici hanno l’obbligo di segnalare la capienza massima
nei plessi affidati alla loro responsabilità: quante segnalazioni sono
arrivate sulle aule non conformi ai tetti massimi previsti dai nuovi
regolamenti della Gelmini sulla costituzione delle classi? E’ normale
che un Governo decida di aumentare l’affollamento senza considerare se
gli edifici scolastici sono in grado di sopportarlo? Visto che i soldi
non ci sono per ricostruire le nostre scuole, bisognerà che il governo
dia l’organico per garantire classi adeguate agli spazi disponibili. Un
altro ottimo motivo per non operare il terzo anno di tagli. Per la
scuola dell’infanzia significa che, a fronte di un aumento complessivo
di 418 bambini iscritti (si registra una diminuzione di 141 unità solo
in provincia di Ascoli Piceno e Fermo, mentre crescono di 260 ad
Ancona, 236 a Macerata e 63 a Pesaro Urbino) avremo solo 17 posti in
più, che in definitiva confermano soltanto quelli già assegnati lo
scorso anno in organico di fatto come prevede la norma. Questo, a
fronte di un fabbisogno di almeno 20 sezioni e dunque di 40 posti,
significa che si è praticamente operato un taglio di 23 posti. Senza
contare che già lo scorso anno, per non lasciare a casa centinaia di
bambini di tre anni, sono state raddoppiate le sezioni antimeridiane,
cioè quelle funzionanti solo al mattino. Eppure sono pochissime le
richieste da parte dei genitori di questo modello di scuola
dell’infanzia, che nella nostra regione continuano a preferire il tempo
pieno. La scelta che è stata fatta, come è stato sostenuto al tavolo
dell’incontro, è quella di dare un po’ di scuola dell’infanzia a tutti,
anche a prescindere dalle scelte delle famiglie.
“Negli ultimi quattro anni – continua Manuela Carloni - solo nella
provincia di Ancona siamo passati da 23 sezioni antimeridiane a 27, poi
a 45 e per il prossimo anno forse ce ne saranno 60: di questo passo
qualcuno penserà che tanto vale farla funzionare di norma tutta al
mattino, come già la Gelmini aveva provato a far passare nel 2008,
operazione fermata solo dalla straordinaria partecipazione allo
sciopero unitario del 30 ottobre… peccato che quella grande spinta sia
stata fermata dai successivi accordi separati e dalla spaccatura del
sindacato. Per il bene della scuola, dei lavoratori e del Paese
bisognerebbe ritrovare quell’unità di intenti ed una nuova condivisione
sulle regole. Anche per questo la CGIL ha proclamato lo sciopero
generale del 6 maggio e l’investimento in istruzione, cultura e ricerca
sono al primo posto tra le nostre rivendicazioni”.
redazione@aetnanet.org
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