Gli alunni disabili pagano i tagli due volte
Data: Martedì, 29 marzo 2011 ore 10:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Soltanto un
anno fa, dalle colonne di Scuola Oggi, denunciammo lo scandalo degli
inserimenti multipli per ogni classe, degli alunni diversamente
abili nelle scuole della Lombardia.
Erano dati agghiaccianti quelli del 2009/10, riferiti alla Lombardia,
onore e vanto d’una classe dirigente che governa oramai
ininterrottamente da parecchi anni, il Comune di Milano, la
Regione, il Governo nazionale.
Siamo sicuri che la situazione nel corso del 2010/11 sia andata
peggiorando anche perché la causa che stava all’origine , i tagli
agli organici, sono aumentati parallelamente all’aumento
della popolazione scolastica, compresa quella degli alunni
diversamente abili.
Per dare l’idea di cosa stiamo parlando, riportiamo gli ultimi dati
resi noti dal Miur per l’as
09/10:
LOMBARDIA
Infanzia: 13 sezioni con 3 disabili a sezione
Primaria:175 classi con 3 disabili per classe
35 classi con + di 3 disabili
Media : 264 classi con 3 disabili per classe
38 classi con + di 3 disabili
Superiori:166 classi con 3 disabili per classe
44 classi con + di 3 disabili
26 classi con + di 4 disabili
MILANO
7 sezioni con 3 disabili a sezione
33 classi con 3 disabili per classe
14 classi con + di 3 disabili
113 classi con + di 3 disabili per classe
13 classi con + di 3 disabili
58 classi con 3 disabili per classe
13 classi con + di 3 disabili
5 classi con + di 4 disabili
Totale in Lombardia 761 classi con 3 e + disabili inseriti per classe (
1,46% ).
L’inserimento multiplo degli alunni diversamente abili , laddove si
poteva e con l’avallo di
compiacenti o disattenti dirigenti scolastici, è stato sistematicamente
perseguito in questi ultimi
anni dagli uffici scolastici provinciali alle prese con tagli sempre
più consistenti e con poche armi a
disposizione per far quadrare i conti.
Meno classi con venti alunni e più disabili per classe.
Quello che fino a ieri veniva ufficiosamente suggerito dalla Direzione
Scolastica Regionale e messo
in atto senza troppo clamore, quest’anno diventa addirittura una
direttiva diramata a tutti gli uffici
scolastici della Lombardia e quindi a tutti i dirigenti Scolastici.
Una direttiva con una dirompente novità. Si dà indicazioni alle scuole
di formare le future classi
prime che accolgano alunni diversamente abili nella scuola primaria,
senza tener conto dei limiti
del dpr.81. Salta così il tetto dei 20 alunni per classe, formando così
le predette classi con gli stessi
parametri delle classi normali, potendosi queste ultime formare fino a
un massimo di 27 alunni!
Al danno anche la beffa ! Non solo la presenza multipla con due e più
alunni diversamente abili,
laddove è possibile, ma ora ci si spinge oltre fino ad abbattere
l’ultima barriera dei 20 alunni per
classe pur di far quadrare i conti !!!
E’ chiaro che in queste condizioni non sarà possibile garantire l’
integrazione né ai diversamente
abili né agli alunni stranieri ma nemmeno l’attività didattica e la
sicurezza all’interno di classi così
formate.
Se a tutto ciò si aggiunga la quasi totale sparizione delle ore di
compresenza nella primaria, la
cronica carenza di docenti specializzati sul sostegno, abbiamo l’esatta
dimensione del degrado in
cui si sta cercando di far precipitare la scuola primaria, quella che
una volta veniva considerata il
fiore all’occhiello della scuola italiana.
Ci auguriamo che questa direttiva non abbia alcun seguito, che venga
ritirata al più presto, oltre che per la sua reale
impraticabilità, per la forte carica discriminatoria che manifesta nei
confronti degli alunni più deboli , chiamati a pagare il conto dei
tagli due volte: con l’inserimento multiplo e col sovraffollamento
delle classi.
Speriamo che alla follia di tagliare nella primaria 1.400 posti , non
seguano più altre follie come
questa e che ci sia un sussulto di lucidità e ragionevolezza da parte
di tutti.
Occorre una moratoria subito che ponga fine ai tagli.
La scuola statale in Lombardia come nel resto d’Italia non può più
sopportare i tagli imposti dalla
Gelmini.
Ci va di mezzo non solo la qualità che ancora rimane ma il servizio
stesso dell’istruzione è messo a rischio e con esso il futuro
delle giovani generazioni (di Pippo Frisone da ScuolaOggi)
redazione@aetnanet.org
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