Soldi ai migliori: i professori dicono ''no''. Al Marignoni 55 su 68 sono contro. Ma il progetto non prevede più il loro assenso
Data: Martedì, 29 marzo 2011 ore 07:35:41 CEST
Argomento: Rassegna stampa


In teoria, sono tra i pochi professori che da quest’anno avranno la chance di percepire uno stipendio in più. In pratica, i docenti del professionale Marignoni-Marco Polo sono pronti a ribellarsi, perché i criteri del progetto non sono chiari e c’è il rischio di troppa discrezionalità. «Già a febbraio abbiamo detto il nostro “no” alla valutazione dei docenti - afferma Gino Scalese, insegnante di economia aziendale -. Nel collegio docenti, la stragrande maggioranza votò contro: 55 contro 13 favorevoli». Ora che la scuola è stata inserita tra le 9 scelte dal Miur per il «progetto merito» nella provincia di Milano, i professori dell’istituto turistico cadono dalle nuvole. «Non ci è ancora stato comunicato nulla ufficialmente - continua Gino Scalese - ora aspettiamo che sia la preside a dircelo».                              
  La richiesta di adesione al progetto è venuta direttamente dalla preside, Concetta Graziano. Che dovrebbe darne comunicazione nel prossimo collegio docenti del 30 marzo. Con il rischio di ritrovarsi un gruppo troppo striminzito di professori da giudicare. Ma perché si è arrivati a questo? Inizialmente, il direttore scolastico regionale, Giuseppe Colosio, aveva richiesto alle 380 scuole statali della provincia di Milano di dare la disponibilità per la sperimentazione. La risposta era stata un flop: appena una quindicina di adesioni nel Milanese, così come nelle altre due province coinvolte (con Torino e Napoli appena 35 su 1.461). Per incentivare le adesioni, Colosio aveva inviato alle scuole una nota del Capo Gabinetto Miur, Giovanni Biondi, responsabile del progetto, nella quale non era più indicata la necessità dell’assenso del collegio docenti per l’adesione, come avvenuto in precedenza.
 
Così hanno proceduto il Marignoni-Marco Polo e - sembra - altre due scuole della provincia. Le nove scuole selezionate sono, oltre al professionale, l’Educandato Setti Carraro e l’istituto comprensivo Einaudi-Pascoli di Milano, l’Itis Bernocchi di Legnano, l’Itis di Inveruno, gli istituti comprensivi De Andrè e Levi Montalcini di Peschiera Borromeo e quello di Carugate, la direzione didattica di Bresso. Ora i collegi docenti di queste scuole dovranno designare due membri che faranno parte del comitato di valutazione, insieme al dirigente scolastico, al presidente del consiglio d’istituto e a un esperto mandato dal Miur. Lo scopo sarà valutare i docenti, stilarne una graduatoria e alla fine premiare, con una mensilità di stipendio in più, almeno il 20 per cento. Contribuirà anche un questionario di valutazione, compilato dall’utenza. Cosa accadrà nei tre istituti i cui docenti non diedero l’assenso? La Flc-Cgil minaccia di presentare diffida contro i presidi che introdurranno i progetti senza tener conto del collegio docenti.
«Le regole sono poco chiare - spiega Scalese - il collegio designa due membri ma non si capisce se ci sia bisogno di un quorum o se bastino pochi voti. E, a quel che mi risulta, per essere sottoposti alla valutazione bisogna dare la propria adesione». E se la votazione di febbraio venisse confermata anche nelle adesioni al progetto ottenuto dalla scuola, solo il 20 per cento dei docenti potrebbe prestarsi alla premialità. Tanti quanti i premiandi. ( di Luca Salvi da Il Giorno)

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