I prof rifiutano giudizi dai genitori: non regaliamo voti. Coro di no ipotesi Miur valutazione insegnanti da parte famiglie
Data: Martedì, 29 marzo 2011 ore 07:20:15 CEST Argomento: Rassegna stampa
Gli insegnanti della
scuola pubblica non sembrano proprio gradire la possibilità che la
valutazione del loro operato, utile all'accesso ai nuovi premi di
'produzione' annuale, possa dipendere dal giudizio dei genitori:
l'ipotesi, prevista dalla sperimentazione presentata nei giorni scorsi
dal Miur, è stata oggi fortemente criticata dalla Gilda degli
insegnanti, che ha anche ricordato il recente episodio della docente
del liceo Parini di Milano, costretta a chiedere il trasferimento a
causa delle pressioni e delle continue ingerenze da parte dei genitori
degli
alunni.
"Questa vicenda - dichiara il coordinatore nazionale, Rino Di
Meglio - è soltanto uno dei tanti casi di mobbing ai danni degli
insegnanti: chiedere ai docenti di essere meno rigorosi nei confronti
degli studenti significa pretendere la sufficienza senza il necessario
impegno per ottenerla. Le famiglie - continua il sindacalista - devono
rendersi conto che a scuola i voti non si regalano e che i buoni
risultati si conquistano studiando. Se davvero i genitori venissero
coinvolti nella valutazione dei docenti, a essere premiato non sarebbe
il merito, ma soltanto la 'magnanimità' nell'elargire voti".
La conclusione del sindacato è che la considerazione pubblica di cui
godono i docenti italiani è sempre più scarsa: "a dimostrarlo -
sottolinea il coordinatore nazionale della Gilda - è anche la decisione
del ministero dell'Economia di cancellare la detrazione fiscale di 500
euro per le spese professionali: un ulteriore schiaffo a una categoria
di lavoratori sempre più vessata e sottovalutata".
Anche il periodico Tuttoscuola si è oggi soffermato sulla possibile
valutazione dei docenti da ricondurre al giudizio dalle famiglie: "c'è
un luogo istituzionale nel quale possono maturare condizioni favorevoli
sia all'incontro che, se necessario, allo scontro (in un clima di
reciproco rispetto) tra docenti e genitori: è il Consiglio di classe",
che in alcuni "casi vede un'ampia presenza di genitori".
Questa formulazione, ha continuato la redazione della rivista, "può
favorire la collaborazione tra famiglie e insegnanti, ma si presta
anche ad invasioni di campo da parte di genitori con vocazione
'interventista' (che a volte sono anch'essi insegnanti, o docenti
universitari, o medici, o psicologi, o giornalisti)".
(TMNews)
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