Ho ricevuto molte mail
sul tema delle graduatorie ad esaurimento che chiedevano conto della
posizione del PD e di presunti cambiamenti dal 2007 ad oggi: allora
avremmo voluto chiudere le graduatorie, ora invece saremmo per
graduatorie aperte a tutti con immissione a pettine.
So bene quanti percorsi di vita personali e famigliari sono
condizionati e sconvolti da decisioni riguardanti le graduatorie.
Quindi, da parte mia c’è la massima attenzione a scelte così decisive
per tante persone.
Voglio ripercorrere con la massima chiarezza gli eventi e le mie –
nostre – proposte.Il governo Prodi (Ministro Fioroni ed io
viceministro), con la finanziaria 2007, scelse di superare il
precariato nella scuola, dando stabilizzazione ai percorsi
professionali di centinaia di migliaia di persone e, insieme,
rafforzando, attraverso la continuità didattica, la qualità della
scuola. Per questo obiettivo fu approvato nella legge finanziaria un
piano straordinario triennale di assunzioni di 150 mila docenti e di 30
mila ata.
Nell’ambito di questo piano fu data dapprima la possibilità ad ogni
docente
di scegliere la graduatoria provinciale considerata più adeguata per
opportunità
personali e professionali. Su quella base, stabilizzata per due anni,
si
sarebbe proceduto alle assunzioni . L’assunzione di 50 mila docenti
ogni anno
avrebbe determinato l’assorbimento di una larga parte dei docenti
collocati in
graduatoria, fino all’esaurimento totale almeno per una parte
significativa di
graduatorie.
Il ministro Gelmini ha bloccato completamente il percorso delineato
dalla
finanziaria 2007: è essenziale la chiarezza su questo punto per una
corretta
attribuzione delle responsabilità a colei a cui spettano. Appena giunta
al
governo, infatti, il Ministro ha attuato il devastante piano di tagli e
ha
dimezzato le immissioni in ruolo previste dalla legge; l’anno
successivo,
corrispondente alla terza annualità del piano Prodi, le ha rese
sostanzialmente
irrisorie.
A fronte di queste scelte, il Ministro, con un’idea assolutamente
improvvida,
ha voluto dare un “contentino” ai precari, aprendo la possibilità di
inserirsi
nelle graduatorie di 3 province, oltre a quella di riferimento, alla
condizione
di essere inseriti in coda nelle stesse, indipendentemente dal
punteggio che
spetta ad ognuno. Proprio questa anomalia ha determinato le sentenze
del Tar,
tutte favorevoli ai ricorrenti e, infine, la sentenza n. 41 del
7/02/2011 della
Corte Costituzionale. Non è, infatti, logico né accettabile che chi ha,
ad
esempio, 100 punti sia collocato in graduatoria dopo chi ne ha 10.
L’annullamento per incostituzionalità della norma sulla coda obbliga
ora a
modificare in modo consistente le graduatorie in applicazione delle
suddette
sentenze e nel futuro a non utilizzare più questa modalità. Non
obbliga,
invece, a mio avviso, a scegliere graduatorie completamente aperte
rispetto a
graduatorie totalmente o parzialmente chiuse.
Questa scelta spetta al Ministro; siamo in attesa – ed il ritardo è già
consistente – delle sue (lei che ha prodotto il caos) proposte per
uscire dal
caos, che rischia di minare il prossimo anno scolastico. Il Ministro
deve
discutere le proposte in Parlamento, perché la soluzione non può
trovarsi per
via amministrativa.
Il blocco totale delle graduatorie, proposto dal Sen. Pittoni della
Lega Nord
nella legge di conversione del milleproroghe, non poteva essere
accettato, in
quanto norma contraddittoria, incostituzionale e inapplicabile. Diceva,
infatti,
che le graduatorie dovevano essere bloccate (senza neppure riconoscere
i
punteggi acquisiti e ulteriori ingressi per i nuovi abilitati) e,
insieme, che
si facevano salvi gli effetti derivanti dalla sentenza della Corte
Costituzionale, che ha dichiarato l’incostituzionalità della messa in
coda. La
contraddizione e la conseguente incostituzionalità erano così evidenti
che il
governo ha dovuto eliminare la norma dal maxi emendamento su cui ha
posto la
fiducia, a seguito dell’autorevole intervento del Presidente Napolitano.
La posizione espressa dal PD è stata di contrarietà alla norma per la
sua
inapplicabilità ed incostituzionalità: l’abbiamo considerata un
diversivo
adottato dalla maggioranza per prendere un po’ di tempo in attesa di
una
successiva sentenza della Corte Costituzionale.
Ora attendiamo le proposte del Ministro.
La nostra posizione è chiara:
ritornare al percorso della finanziaria 2007,
realizzando 60mila assunzioni in ruolo nel prossimo anno,
corrispondenti ai
posti attualmente vacanti, peraltro corrispondenti alle mancate
assunzioni del
ministro Gelmini rispetto ai numeri indicati dalla finanziaria Prodi. Con
questi numeri si può garantire il mantenimento dei diritti acquisiti a
coloro
che sono stati nominati in ruolo e che non lo sarebbero stati se non ci
fosse
stato il meccanismo della coda. Si può garantire l’applicazione degli
effetti
della sentenza della Corte costituzionale e, soprattutto, si possono
dare
certezze a tanti docenti e continuità didattica a tante scuole.
Superata questa fase di emergenza
devono essere individuate nuove modalità di
reclutamento, basate sulle selezioni attraverso concorso.
Concorsi che devono
essere attivati subito per tutte le graduatorie esaurite.
L’incertezza e l’attuale vuoto normativo dimostrano l’errore
strutturale del
Ministro Gelmini di avere normato con regolamento le nuove modalità di
formazione in ingresso e di non avere contestualmente definito le
modalità di
reclutamento.
Su queste e sulla gestione della fase di transizione il PD è pronto per
una
approfondita discussione nelle commissioni parlamentari competenti.
Mariangela Bastico
bastico@bastico.it