Rischio ricorsi a valanga!
Data: Domenica, 27 marzo 2011 ore 17:00:00 CEST Argomento: Giurisprudenza
Sull'organizzazione
della scuola rischia di abbattersi un nuovo diluvio di ricorsi. A
scatenarlo è la sentenza del Tribunale di Genova, che ha riconosciuto
un risarcimento pari a 15 mesi di stipendio più gli interessi a un
gruppo di precari con incarichi annuali per tre anni consecutivi (si
veda Il Sole 24 Ore di ieri). La pronuncia apre un varco nella
disciplina speciale della scuola (legge 124/1999), che per le
«particolari esigenze» del settore consente queste reiterazioni degli
incarichi a tempo determinato, ma sul tavolo dei giudici genovesi pende
la partita con la direttiva Ue che non le permette; e il varco va
sfruttato subito, dal momento che a fine anno l'introduzione dei
termini brevi per le impugnazioni prevista dal collegato lavoro farebbe
crollare le chance dei
ricorrenti.
Proprio per questo, alcune organizzazioni sindacali stanno
spingendo per contenziosi seriali, e in coda si potrebbero affollare i
150mila insegnanti precari che ogni anno ricevono incarichi di questo
tipo.
Il pericolo è concreto perché la sentenza di Genova ha un precedente,
ancora più pesante: il Tribunale di Siena (sentenza 699/2009 del 27
settembre 2010) non si era limitato all'indennizzo, ma aveva imposto la
stabilizzazione nei ruoli del ministero dei precari. Secondo i giudici
toscani, la via verso la cattedra definitiva non era sbarrata nemmeno
dal principio costituzionale che impone l'accesso al concorso ai ruoli
della pubblica amministrazione, perché questo requisito sarebbe
soddisfatto dall'abilitazione. La sentenza senese non aveva avuto una
grossa eco, ma è proprio il calendario a dare rilievo al nuovo
intervento dei giudici.
La scuola, però, difficilmente potrà rimanere esposta a lungo al
rischio-sentenze, anche perché l'esigenza di evitare i rinnovi di
incarichi, magari cambiando ogni anno la destinazione dei docenti,
creerebbe una situazione ingestibile ostacolando anche un minimo di
continuità didattica. Il nodo degli incarichi, del resto, va ad
arricchire un cahier di problemi che già fanno traballare
l'architettura degli organici; c'è ancora da risolvere la questione
aperta dalla sentenza della Consulta che ha bocciato gli inserimenti in
coda dei precari che si iscrivono a una graduatoria provinciale diversa
da quella "originale", e il milleproroghe non ha rinnovato le tutele
per chi perde gli incarichi. Su tutti questi temi si intensifica il
lavoro ministeriale per arrivare a una soluzione normativa. Sullo
strumento da scegliere è in corso il confronto con l'avvocatura dello
Stato, ma la scelta più probabile è quella del decreto, chiamato a
blindare gli incarichi già assegnati e a introdurre definitivamente le
graduatorie «a pettine», cioè quelle in cui il passaggio di provincia
non cancella i punteggi maturati dai docenti nella graduatoria di
origine. Per arrivare al traguardo serve un accordo con la Lega, che
spinge invece per confermare gli inserimenti in coda dichiarati
illegittimi da una Consulta, ma il Quirinale difficilmente approverebbe
un provvedimento che "smentisca" la Corte costituzionale.
(di Gianni Trovati da Il Sole 24 ORE )
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