Cobas in piazza per no a nucleare e privatizzazione acqua  
Data: Giovedě, 24 marzo 2011 ore 16:00:00 CET
Argomento: Eventi


Contro la mercificazione dell'acqua e dei beni comuni e per impedire l'introduzione criminale del nucleare in Italia. Per questo sabato 26 marzo il popolo dell'acqua ha indetto a Roma (p. della Repubblica ore 14) una grande manifestazione nazionale. Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini, evidenzia Piero Bernocchi, portavoce nazionale Confederazione Cobas, ''hanno sottoscritto i referendum per togliere dal mercato la gestione del servizio idrico, con una straordinaria esperienza di partecipazione dal basso, senza sponsor politici o grandi finanziatori. Grazie a loro, il 12 e 13 giugno gli italiani/e potranno esprimersi su una grande battaglia di civilta', decidendo se in Italia l'acqua sara' un bene comune, un diritto universale gestito in forma pubblica e partecipativa o una merce a disposizione dei grandi capitali finanziari''           
La manifestazione del 26 e i referendum, aggiunge, ''intendono anche fermare - e la moratoria di un anno, decisa dal governo per depotenziare i referendum, non e' un vero stop e non ingannera' gli italiani - il crimine nucleare, il folle tentativo di introdurre in Italia la catastrofica e dispendiosissima forma di energia che la tragedia in corso in Giappone ha definitivamente bollato come distruttiva per l'umanita' e per ogni forma di vita sul pianeta''.

Nel corso della manifestazione, spiega ancora Bernocchi, ''grande spazio avra' anche il 'no' alla ennesima guerra 'umanitaria' per il petrolio, scatenata in Libia per mano di Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Italia. Siamo senza remore dalla parte delle popolazioni che, in tutto il Maghreb e Mashrek (Medio Oriente), si stanno ribellando contro regimi dispotici e reazionari che negano democrazia politica e diritti sociali, anche laddove, come in Libia, le richieste di liberta' politica, sociale, sindacale e istituzionale, di reddito e lavoro, si mescolano con pregressi conflitti territoriali ed etnici. Ma crediamo che un intervento militare neo-coloniale, che sia sotto le bandiere Onu o Nato, oltre a ingigantire lutti e distruzioni, metta in grande difficolta' proprio le rivolte popolari e finisca per consentire al regime di Gheddafi e ad analoghi dispotismi di assumere le vesti delle vittime''.

I lavoratori dei Cobas, conclude, ''in prima fila nella raccolta delle firme referendarie e, da sempre, nella lotta contro la guerra, il neocolonialismo e i regimi dispotici e reazionari, comunque si mascherino, giungeranno a Roma dalle principali citta' con pullman, treni e auto per contribuire al massimo successo della manifestazione. In particolare docenti ed Ata aggiungeranno ai succitati temi della mobilitazione anche il rifiuto della mercificazione della scuola e dell'Universita', sfilando dietro lo striscione 'Acqua e scuola beni comuni'''. (ASCA)

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