Architetture impossibili e sculture illusorie, a Verona 'Phantasmagoria'
Data: Giovedì, 24 marzo 2011 ore 14:30:00 CET Argomento: Eventi
Sam
Buxton, Tim Noble & Sue Webster, Barry Reigate e Conrad Shawcross.
Tutti in mostra al FaMa Gallery di Verona. Dal titolo 'Phantasmagoria',
la collettiva, aperta dal 15 aprile al 16 luglio 2011, vede coinvolti
cinque tra i più interessanti artisti della scena britannica
contemporanea. Storicamente la 'Phantasmagoria' era una forma di teatro
popolare diffusa nel XIX secolo, che implicava l’uso di una lanterna
magica per proiettare immagini spaventose come scheletri, demoni e
fantasmi su muri o schermi semi trasparenti, usando retro proiettori
mobili.
Curata da James Putnam, scrittore e curatore indipendente, la
rassegna si pone l'obiettivo di illustrare, attraverso un'attenta
scelta di opere di questi artisti, alcuni dei caratteri, delle figure -
spesso anche di genere - più esplicite della società e della cultura
contemporanee, passando in rassegna i vari taboo culturali, le pose e i
costumi, i gusti eccentrici e le ordinarie abitudini dell’uomo moderno
e contemporaneo, offrendo allo sguardo una casistica di
rappresentazioni - più o meno reali o fantastiche - che offrono una
originalissima lettura del contesto culturale in cui viviamo.
Con un approccio divertente e umoristico, quasi carnevalesco, e la
voglia di scardinare regole estetiche apparenti o codificate, la mostra
muove dal 'desiderio', proponendo allo sguardo del visitatore un
ventaglio di opere ricche di suggestioni espressive, caratterizzate da
spregiudicatezza formale e irriverenza stilistica. I lavori sono
sintesi di caratteri estetici nuovi e consolidati, che emergono sia dal
passato che dal presente, spesso provenendo direttamente
dall’immaginario cinematografico e letterario classico.
Le "futuristiche invenzioni dei Vittoriani" influenzate dalla lettura
dei lavori di H. G. Wells, Jules Verne e delle macchine da loro
inventate, film fantascientifici oramai entrati per sempre
nell’immaginario collettivo - e che hanno peraltro contribuito a
plasmare - come Metropololis di Fritz Lang (1927), Arancia Meccanica di
Stanley Kubrik (1971) e Brazil di Terry Gilliam (1985) sono dei temi o
dei rimandi culturali ai quali il curatore dichiara di essersi ispirato
per offrire una lettura, spesso in chiave satirica, dell'era moderna ma
anche dell'odierna società tecnologica, alla quale, peraltro, le opere
di questi artisti appartengono.
Sculture che evocano l'immagine di architetture impossibili, come
quelle di Sam Buxton, congegni elettromeccanici dall’apparente utilità
ma che poi si rivelano macchine meramente fantastiche, (cioè prive di
una reale funzione), come le opere di Conrad Shawcross, le celebri
sculture illusorie di Tim Noble e Sue Webster, diventati famosi per i
coloratissimi ammassi di oggetti/pseudo-pattume disposti in apparente
casualità, che sotto un raggio di luce si trasformano in immagini
d'ombra dai forti esiti narrativi o, ancora, l'esuberanza espressiva
delle opere dell’eclettico Barry Reigate, la cui arte sfugge a una
definizione precisa poiché riassume in sé una grande varietà di
sperimentazioni per lo più derivanti dal mondo dei cartoon e dalla
street-art, sono alcune delle opere che si potranno vedere in questa
mostra.
(da http://www.adnkronos.com)
redazione@aetnanet.org
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